PICCOLA, MEDIA, INTERNAZIONALE
University StartUp Competition, come fare leva sull’entusiasmo imprenditoriale dei giovani
La gara organizzata da Junior Achievement, ospitata dal Centro Congressi Assolombarda, è stata vinta da Team, una squadra formata da studenti di Tor Vergata che così partecipano alla finale europea di Bucarest. Dobbiamo essere noi adesso ad accogliere la spinta che viene dai talenti e dalle startup
di Alvise Biffi
Pubblicato il 04 Lug 2016

La University StartUp Competition è l’evento finale del JA StartUp Program, il piano di educazione imprenditoriale di Junior Achievement che mira a sviluppare l’innovazione e l’intraprendenza fra gli studenti compresi tra i 19 ai 30 anni, selezionando le migliori idee di business nate nelle aule universitarie. La fase finale, che si è tenuta la mattina del 24 giugno, presso l’Auditorium di Assolombarda, è stata vinta dal BTeam, una squadra fondata da studenti dell’Università di Roma Tor Vergata. I ragazzi del BTeam hanno sviluppato un processo efficiente ed ecologico per la sintetizzazione del bromotimolo (BT), un antibatterico molto efficace. Il progetto, presentato di fronte a professionisti del calibro di Eliana Baruffi, Presidente Junior Achievement Italia, Stefano Venturi, Vice Presidente Assolombarda, Alberto De Toni, Segretario Generale Conferenza dei Rettori Università Italiane, Andrea Rangone, della University2Business, e non da ultimo Carlo Calenda, Ministro dello Sviluppo Economico, ha convinto più di altri i selezionatori. Già il “parterre” sottolinea l’importanza dell’evento e rende ogni altra considerazione superflua. Perciò: complimenti ai giovani “imprenditori” di Tor Vergata, che tra il 5 e l’8 Luglio sfidano, a Bucarest, i vincitori di altre realtà europee.
Mi piace riportare questa notizia. Un po’ perché l’iniziativa è coerente con la visione di futuro che abbiamo sempre coltivato: quella Milano Città Steam, fortemente voluta dal presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca. Un’intuizione che punta a un Capoluogo sempre più motore della ripresa italiana e fonte di stimoli positivi, che partano da quattro valori chiave, per me imprescindibili: economia, scienza, giustizia sociale e bellezza. Un po’ perché al centro di questa incredibile giornata di lavoro sono stati i giovani, su cui continuo a puntare.
Penso, infatti, che lo University StartUp Program rappresenti un tassello importante di un processo più ampio. Un processo che si rifà esplicitamente all’innovazione, facendo leva sui giovani talenti, che con le loro competenze specifiche sanno fare squadra, ponendo le basi per un mondo migliore. Anche attraverso una rete di conoscenze diffusa, che sfrutta tutte le opportunità dell’era digitale.
Naturalmente, tocca poi alle imprese chiudere il cerchio e approfittare delle proposte -e talvolta delle delle sfide- che arrivano dalle startup. Come? Facendo “open innovation”, superando titubanze e pregiudizi. Non lasciandosi scoraggiare dalle burocrazie, interne ed esterne.
Si può fare. E molte aziende stanno cominciando a farlo, prendendo a modello proprio le startup sul terreno della “digital transformation”. Ma occorre andare avanti, e anche per questo giudico molto positivamente esperienze come quella della University StartUp Competition.
Ricordate: «Ogni ora perduta durante la giovinezza è una possibilità di infelicità per l’avvenire», scriveva Balzac. Non lasciate che succeda. Nemmeno in campo economico.