TECNOLOGIA SOLIDALE

A 13 anni usa l’intelligenza artificiale per migliorare la vita dei disabili

Tanmay Bakshi sta lavorando a un progetto, “The Cognitive Story”, con un team di sviluppatori e aziende, tra cui Darwin Ecosistema, Not Rocket Science e IBM. Obiettivo: aiutare una ragazza canadese di 29enne affetta dalla sindrome di Rett

Pubblicato il 23 Giu 2017

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Tanmay Bakshi si definisce un “algorithmist”. Forse una definizione riduttiva, per un ragazzo che ha iniziato la scrittura di codice a cinque anni di età e ha rilasciato la sua prima app mobile iOS a nove: si chiama “TTables” e aiuta i bambini a imparare le moltiplicazioni.  A dodici anni, Tanmay è diventato il più giovane al mondo in grado di usare la piattaforma per sviluppatori potenziata da Watson, l’intelligenza artificiale di Ibm, individuando persino un bug nel sistema e ha creato il primo assistente digitale basato su Watson.

Tanmay Bakshi

Oggi, a soli tredici anni, Tanmay è programmatore, educatore, oratore per aziende come IBM e Apple e ha anche scritto una guida per sviluppatori principianti di applicazioni iOS. Imparare l’arte del codice è, per Tanmay, fondamentale: “In futuro ogni professione richiederà questa conoscenza”. Cosa ha a che fare questo programmatore prodigio con la tecnologia solidale? Il fatto è che Tanmay sta lavorando a un progetto, “The Cognitive Story”, che punta a migliorare la vita delle persone con disabilità grazie all’intelligenza artificiale. In particolare, Tanmay sta lavorando con un team di sviluppatori e aziende, tra cui Darwin Ecosistema, Not Rocket Science e IBM per aiutare una ragazza 29enne canadese affetta dalla sindrome di Rett.

La Sindrome di Rett è una rara malattia genetica neurologica, che colpisce quasi esclusivamente ragazze. Si tratta di un disturbo che colpisce lo sviluppo del cervello, causando una progressiva incapacità di usare la parola, gli occhi, i muscoli e i movimenti. Tanmay e il gruppo di lavoro nel quale è inserito intendono consentire alla ragazza di poter comunicare con l’esterno, collegando un elettroencefalogramma ad un sistema di intelligenza artificiale, capace di “leggere” le onde cerebrali e così comprendere sentimenti e richieste della ragazza malata. Fantascienza?Dalle premesse sembrerebbe di no. Vedremo quale sarà l’evoluzione di questo progetto.

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