Citybility, quando fare la spesa diventa una responsabilità sociale
La startup a vocazione sociale, ospitata da Polihub, consente a chi fa acquisti di donare parte della somma a realtà del terzo settore dopo aver scaricato la app che segnala gli esercizi commerciali aderenti all’iniziativa. È una proposta italiana di “social responsability shopping”
di Antonio Palmieri
Pubblicato il 26 Mag 2017

Fondata nel 2014, Citybility ha sede all’interno del PoliHub, incubatore della Fondazione Politecnico di Milano, e ha iniziato l’attività dal maggio 2016, a Monza, avendo vinto il bando “Opportunità in Rete” del Comune. In questo modo è stato possibile testare la piattaforma e fare una esperienza concreta di mercato. Dopo questo primo “giro di prova”, ora il team di Cityability intende espandersi anche in altre città italiane, affiliando nuovi negozi. A questo proposito, alla fine di maggio ci sarà una presentazione a Torino. Il funzionamento di Citybility è semplice. Dalla loro piattaforma e dalla app scaricabile gratuitamente puoi vedere quali esercizi commerciali del tuo territorio s’impegnano a donare una quota della tua spesa a favore di non-profit locali e le aziende partner che donano a favore di quegli stessi progetti. In questo modo fare la spesa fa bene a tutti.
Facendo un acquisto in uno dei negozi aderenti bisogna usare l’app per fotografare il QR code che trovi nel prodotto. Una parte della somma spesa viene devoluta a un’attività non-profit ben precisa e individuata. A scanso di equivoci, è opportuno precisare che non si tratta di un sovrapprezzo ma di una percentuale dei ricavi dell’esercente, che ha il vantaggio di far crescere la propria reputazione e di attirare clienti che magari altrimenti non avrebbe intercettato. E’ interessante notare quale è la difficoltà principale da superare che Ivan Ciaburri, co-fondatore e amministratore di Citybility, ha rivelato in una intervista al Corriere della Sera allargare la base utenti. Dice Ciaburri; “Viviamo in un’epoca di perenne sovraccarico sensoriale. Costantemente connessi, riceviamo più contenuti di quelli che riusciamo a processare. La conseguenza è che, anche se sei portatore dell’innovazione migliore del mondo, c’è bisogno di superare la barriera del rumore di fondo per farti ascoltare”. Anche per aiutare a superare questa difficoltà, c’è Tecnologia solidale…