Tecnologia solidale
Buon lavoro, sindaco Borgna: storia di un primo cittadino cieco
Da quattro anni sindaco di Cuneo, si prepara a correre per un secondo mandato il prossimo anno. «La mia disabilità – dice Borgna – è stata la molla che mi ha spinto a intraprendere anche questa sfida. Se dimostrerò di fare bene il sindaco, sarà una vittoria non solo personale, ma per tutti i ciechi». Nel suo caso, la tecnologia è uno strumento per supplire alla sua condizione di cecità
di Antonio Palmieri
15 Gen 2016

Si tratta di Federico Borgna, 42 anni, da quattro sindaco di Cuneo e che si sta preparando a correre per un secondo mandato il prossimo anno. No, non ho trasformato questo blog in un blog politico. Il fatto è che Borgna è cieco. Infatti è il primo sindaco d’Italia completamente cieco. Non uso “non vedente” perché a lui non piacciono i pietismi. All’età di tredici anni ha avuto una retinite che lo ha portato alla cecità assoluta ma non si è arreso a un destino, è il caso di dirlo, oscuro.
Non lo sto prendendo in giro: del resto uno che ha fatto la campagna elettorale usando slogan come “Cuneo che guarda al futuro” o “Cuneo nuova in tutti i sensi” non certo un tipo che potrebbe prendere male un gioco di parole che in realtà è un riconoscimento nei suoi confronti. Per capire il tipo umano, leggete cosa diceva due mesi dopo essere stato eletto: «La mia disabilità è stata la molla che mi ha spinto a intraprendere anche questa sfida. Se dimostrerò di fare bene il sindaco, sarà una vittoria non solo personale, ma per tutti i ciechi. È la responsabilità che sento di più. Ma immaginatevi un non vedente che si propone per un lavoro. Se gli chiederanno cosa è in grado di fare, adesso potrà rispondere: anche il sindaco di Cuneo».
Il sindaco (nonché presidente della Provincia di Cuneo) è del resto un uomo che usa la tecnologia per supplire alla sua condizione di cecità. Come ha detto nella sua prima intervista da sindaco: “La vista è un mezzo, importante, ma non è l’unico. Non vedo, non vuol dire che non capisco e che non posso leggere e scrivere. Quotidianamente, nella mia attività professionale, leggo e firmo documenti, grazie a strumenti tecnologici che porterò con me, senza far spendere un euro alle casse del Comune.”. Uno così è parte integrante del nostro club della tecnologia solidale. Buon lavoro, sindaco!