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Coniugare tradizione e innovazione: così Signorvino punta sul sommelier digitale basato sull’AI



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Dalla riapertura del flagship di Milano Duomo al sommelier digitale basato su intelligenza artificiale generativa nell’eCommerce: Signorvino, fondato da Sandro Veronesi, evolve il modello dell’enoteca tradizionale e usa la tecnologia per rendere il vino più personalizzato e data-driven

Pubblicato il 16 dic 2025



Sandro Veronesi, founder di Signorvino
Sandro Veronesi, founder di Signorvino

Anche un prodotto tradizionale e storicamente amato dagli italiani (e in tutto il mondo) come il vino può diventare protagonista di un fortunato incontro con l’intelligenza artificiale. È accaduto a Signorvino, che ha lanciato un sommelier digitale basato su AI generativa.

Cos’è Signorvino e come nasce il progetto

Signorvino nasce nel 2012 da un’intuizione di Sandro Veronesi, fondatore del Gruppo Oniverse (già Calzedonia), con l’obiettivo di riportare il vino italiano al centro della vita cittadina, superando l’approccio elitario e specialistico dell’enoteca tradizionale. Il format unisce vendita, ristorazione e divulgazione, puntando su una narrazione accessibile del vino e su un’esperienza coerente in tutti i touchpoint, fisici e digitali. Oggi la rete conta 42 punti vendita, di cui due all’estero (Parigi e Praga), e prevede per gennaio 2026 l’apertura di un nuovo grande locale nel centro storico di Roma. La crescita è guidata da un modello scalabile, che combina presidio delle location iconiche, standardizzazione dell’esperienza e uso crescente dei dati.


L’AI entra nel mondo del vino: il sommelier digitale di Signorvino

La trasformazione digitale di Signorvino passa anche dall’AI. A luglio 2025 il brand ha lanciato il Sommelier Digitale, uno strumento basato su AI generativa integrato nell’eCommerce, progettato per portare online la stessa qualità di consulenza che caratterizza l’esperienza in enoteca.

Addestrato su oltre 2.000 etichette e sull’intera offerta gastronomica del gruppo, il sistema risponde in tempo reale a domande su abbinamenti, territori, stili di vino e fasce di prezzo, trasformando il sito da semplice catalogo a piattaforma di customer experience personalizzata.

I primi risultati indicano un impatto diretto sul business: l’interazione con il sommelier AI genera un tasso di Add to Cart pari all’80%, con oltre 15.000 visualizzazioni e più di 2.500 utenti attivi nei primi mesi dal lancio.

Un ecosistema che integra fisico e digitale

Il sommelier digitale non sostituisce la figura del sommelier in sala, ma la affianca, creando un ecosistema ibrido in cui AI, retail fisico ed eventi convivono. Degustazioni guidate, cene con i produttori, lezioni di vino ed eventi lifestyle continuano a essere centrali nella strategia di engagement, mentre la tecnologia lavora in background per personalizzare, informare e accompagnare il cliente lungo tutto il customer journey. In un mercato in cui il vino deve competere con nuove abitudini di consumo e nuovi linguaggi,

Tecnologia, dati e nuovi comportamenti di consumo

L’approccio data-driven è centrale anche nella lettura dei cambiamenti generazionali. I dati CGA by NIQ mostrano come la Gen Z sia sempre più protagonista del consumo fuori casa e come la scelta di locali e bevande sia influenzata da estetica, storytelling e “instagrammabilità”. In questo scenario, Signorvino intercetta la domanda con format flessibili, adatti a diverse fasce orarie, dalla pausa pranzo all’aperitivo. L’AI diventa così un abilitatore strategico per guidare la scoperta, ridurre le barriere di competenza e sostenere un consumo più consapevole.


La riapertura di Milano Duomo come manifesto del nuovo modello

La riapertura dello storico punto vendita di Piazza Duomo a Milano, primo locale Signorvino inaugurato nel 2012, rappresenta un tassello chiave di questa evoluzione. Non si tratta di un semplice restyling: il locale cresce di 40 metri quadri, introduce un nuovo plateatico affacciato su Corso Vittorio Emanuele e raggiunge una capienza complessiva di 180 coperti. Il flagship diventa così il manifesto fisico della “Grande Cantina Italiana”, un luogo dove convivono oltre 2.000 etichette, ristorazione informale, degustazione e socialità urbana, in un ambiente pensato per essere inclusivo, contemporaneo e coerente con il nuovo payoff del brand: “Il gusto di sentirsi bene”.

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