Microsoft vuole supportare le organizzazioni nell’intero ciclo di vita dell’AI, fornendo strumenti per sviluppare, distribuire e governare agenti e soluzioni intelligenti, dal modello alla messa in produzione, fino al controllo di sicurezza e compliance. L’obiettivo dichiarato è aiutare le aziende a diventare “frontier firms”, organizzazioni umane ma agent-operated, capaci di liberare creatività e innovazione grazie all’uso diffuso e responsabile dell’intelligenza artificiale in ogni processo.
Sono stati questi gli argomenti al centro di Microsoft Ignite 2025, ospitato al Chase Center di San Francisco dal 18 al 21 novembre e trasmesso globalmente. Un evento che ha richiamato decine di migliaia di persone: oltre 20.000 partecipanti in presenza e più di 200.000 spettatori online, secondo le stime diffuse. A inaugurare i lavori è stato Judson Althoff, CEO di Microsoft Commercial Business, che ha impostato subito la visione strategica: superare la tradizionale “trasformazione digitale” per entrare in una fase di reinvenzione guidata dall’AI, dove l’azienda di frontiera diventa il nuovo modello di riferimento.
In questo quadro, Ignite 2025 si può leggere come un grande annuncio di architettura: non solo nuove funzionalità, ma un ecosistema – dal cloud ai dati, dalla sicurezza alle applicazioni – pensato per permettere anche a imprese “normali” di adottare agenti intelligenti, Copilot evoluti e infrastruttura AI-ready senza dover reinventare tutto da zero.
Indice degli argomenti
Copilot diventa un layer nativo: Work IQ e l’AI che conosce il lavoro
Il primo tassello della strategia è la nuova generazione di Microsoft 365 Copilot, presentata come l’AI “nativa del lavoro”: non un semplice assistente in chat, ma un layer cognitivo integrato nelle applicazioni, nel sistema operativo, nel browser e nelle piattaforme di business.
Al centro c’è Work IQ, definito come il “tessuto cognitivo” che permette a Copilot e agli agenti di capire chi siamo, cosa facciamo e come lavora la nostra organizzazione. Si alimenta di tre elementi principali:
- i dati di lavoro (email, file, riunioni, chat) che descrivono il modo in cui l’azienda produce valore;
- la “memoria” delle preferenze individuali e dei flussi ricorrenti;
- la capacità di inferenza, cioè di collegare informazioni diverse e proporre il “prossimo passo migliore” in un processo.
Su questa base arrivano novità concrete per chi lavora ogni giorno in Word, Excel, PowerPoint, Outlook, Teams: Agent Mode dentro le app consente di collaborare con Copilot come con un collega, delegando parte del lavoro di analisi, riscrittura, creazione di documenti e presentazioni. Nuovi Word, Excel e PowerPoint Agent consentono di generare documenti complessi partendo da dati sparsi in mail, file, report e riunioni, direttamente dalla chat di Copilot.
Per le imprese questo significa un cambio di passo: l’AI non è più un “add-on” da chiamare all’occorrenza, ma una componente sempre accesa, che conosce contesto, priorità e relazioni interne, e che può essere sfruttata anche per costruire agenti su misura, grazie a Copilot Studio e agli strumenti low-code della Power Platform.
L’era degli AI Agent: dall’assistente alla delega di interi processi
Il secondo asse portante di Ignite 2025 è la consacrazione degli AI Agent: non più solo assistenti conversazionali, ma entità software autonome che hanno obiettivi, possono orchestrare più strumenti e lavorare anche in background.
Gli annunci ruotano attorno a tre elementi chiave:
- Agent 365, il control plane per gli agenti, pensato per gestirli come si gestiscono oggi gli utenti: policy, permessi, audit, monitoraggio.
- L’integrazione degli agenti nelle app di business, in particolare Dynamics 365 e la suite CRM/ERP, con funzionalità agentiche che trasformano queste piattaforme da “system of record” a “system of action”, capaci cioè di agire sui processi, non solo di registrarli.
- I nuovi agenti verticali, come il Sales Development Agent, che si collega a CRM come Salesforce e Dynamics 365, lavora su pipeline e lead e automatizza l’ingaggio iniziale con i clienti, permettendo ai commerciali di concentrarsi sulle fasi più strategiche.
Il messaggio per chi si occupa di innovazione aziendale è chiaro: in un futuro non lontano non avremo solo Copilot “che risponde alle domande”, ma agenti che conducono interi pezzi di processo, dall’onboarding dei dipendenti alla preparazione di offerte complesse, dalla risoluzione dei ticket tecnici al monitoraggio continuo della sicurezza. IDC stima che entro il 2028 ci saranno oltre 1,3 miliardi di agenti in esecuzione nel mondo, a testimonianza di quanto questa visione sia destinata a scalare.
Per le imprese italiane, abituate spesso a ragionare in termini di progetti pilota su piccoli use case, la sfida sarà pensare l’AI non solo come “risposta intelligente”, ma come capacità operativa automatizzata, da integrare nei flussi reali di lavoro.
Cloud, dati e modelli: l’infrastruttura per reggere l’AI di frontiera
Tutta questa ambizione sarebbe poco credibile senza una base tecnologica adeguata. Ignite 2025 ha dedicato quindi una parte importante della narrativa alla piattaforma: Azure, i servizi dati e la nuova generazione di modelli.
Da un lato c’è il potenziamento dell’hardware: nuove serie di GPU NVIDIA e AMD, supercluster dedicati al training di modelli proprietari e servizi di orchestrazione (Azure Kubernetes Service, strumenti per l’agentic cloud operations) progettati per workload AI distribuiti e intensivi. Dall’altro lato c’è l’evoluzione dei livelli di intelligenza:
- Work IQ, già citato, porta ragionamento operativo e memoria nei flussi di lavoro quotidiani.
- Fabric IQ estende questa logica ai dati aziendali, collegando i modelli semantici di Power BI e il data lake OneLake, per creare una vista unica e aggiornata su performance, clienti, operations.
- Foundry IQ rappresenta il livello più avanzato, dove modelli diversi – OpenAI, Anthropic e altri – possono essere orchestrati per scenari complessi, con funzioni di pianificazione, iterazione multi-step e ragionamento su dati strutturati e non strutturati.
In parallelo, Microsoft apre sempre di più a multi-model e model choice: nella stessa piattaforma è possibile usare GPT-5.x per il ragionamento complesso, modelli video come Sora 2 per i contenuti multimediali e modelli Anthropic per specifici use case, scegliendo ogni volta “il modello giusto per il lavoro giusto”.
Per le aziende, in particolare per CIO e responsabili IT, questo si traduce in due opportunità:
- poter sviluppare soluzioni AI proprietarie senza dover costruire da zero un’infrastruttura super-specialistica;
- mantenere controllo su costi e prestazioni, grazie a strumenti sempre più granulari di monitoraggio, forecasting e ottimizzazione dei workload.
Governance, sicurezza e responsabilità: senza fiducia non c’è azienda di frontiera
Più gli agenti diventano autonomi, più la questione della governance diventa centrale. Non a caso, una parte del keynote è stata dedicata alla responsible AI, alla sicurezza e al controllo di ciò che gli agenti possono fare, vedere, modificare.
Tra gli elementi messi in evidenza:
- l’estensione del framework Responsible AI a tutti i nuovi Copilot e agenti, con controlli su bias, sicurezza e qualità delle risposte;
- l’integrazione delle funzionalità di Security Copilot con Defender, Sentinel ed Entra, per analizzare grandi volumi di log, individuare pattern sospetti e suggerire azioni correttive in tempo quasi reale;
- strumenti di AI red teaming e monitoraggio che permettono di testare la resilienza dei sistemi AI prima di metterli in produzione;
- una gestione centralizzata dei permessi, in cui gli agenti rispettano i ruoli e le autorizzazioni esistenti: vedono solo i dati che vedrebbe l’utente o il team per cui lavorano.
Per chi guida l’innovazione nelle imprese – soprattutto nelle realtà più regolamentate, come finanza, sanità, utilities – la promessa è chiara: si può sperimentare e scalare l’AI restando dentro un perimetro di controllo solido, allineato con i requisiti normativi europei (AI Act in testa) e con le policy interne.
In altre parole: l’azienda di frontiera non è quella che “rischia” di più, ma quella che riesce a industrializzare l’AI con regole chiare, riducendo i margini di improvvisazione.
Cosa significa Ignite 2025 per le imprese italiane: dal progetto pilota alla strategia AI
Ignite 2025 segna un passaggio di fase: Microsoft non parla più solo di tecnologie, ma propone un modello di impresa, la frontier firm, come nuovo orizzonte per l’innovazione.
Per le aziende italiane – grandi gruppi ma anche medie imprese ambiziose – questo si traduce in alcune linee di azione concrete:
- Pensare in termini di agenti, non solo di use case: non chiedersi solo “che cosa può fare Copilot per me?”, ma “quali agenti mi servono per ripensare il mio processo di vendita, di assistenza, di gestione interna?”.
- Mettere a valore i dati esistenti: Work IQ, Fabric IQ e le integrazioni con Dynamics, Power Platform e CRM funzionano davvero solo se i dati sono accessibili, puliti e governati.
- Passare dai piloti alla scalabilità: gli strumenti presentati – da Agent 365 a Copilot Studio, ai vari agenti verticali – sono pensati proprio per trasformare esperimenti locali in capacità diffuse, governate e misurabili.
- Investire in competenze: una frontier firm è, prima di tutto, un’organizzazione che sa mettere le persone nella condizione di lavorare insieme agli agenti, sfruttandone la potenza senza esserne “schiacciata”.
L’impressione finale è che Ignite 2025 sia meno un evento di “nuovi annunci” e più un manifesto di architettura: Microsoft mette sul tavolo una storia coerente, che va dal chip al modello, dall’applicazione all’agente, dalla governance ai casi d’uso, con l’obiettivo dichiarato di portare ogni organizzazione su questa nuova frontiera.
Sta ora alle imprese italiane decidere se restare nella logica della trasformazione incrementale o accettare la sfida della reinvenzione AI-driven: non solo adottare strumenti intelligenti, ma ripensare ruoli, processi e modelli di business per diventare, davvero, aziende di frontiera.






