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Digitalizzazione della PA: tutti i progressi fatti, ma il salto di qualità deve ancora arrivare



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Grazie al PNRR la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana ha fatto passi avanti con servizi più rapidi, trasparenti e accessibili. Ma restano nodi da sciogliere: scarsa interoperabilità, lentezze burocratiche e ritardi locali. Cosa fare

Pubblicato il 6 ott 2025

Fabio Pasquazi

Associate Partner ICTLAB PA



Digitalizzazione PA
Digitalizzazione PA

La consapevolezza che grazie alla digitalizzazione la Pubblica Amministrazione possa migliorare significativamente la qualità dei servizi offerti è fortemente aumentata a tutti i livelli ed apre notevoli opportunità per le imprese con operano nel settore.

Negli ultimi anni, anche grazie al PNRR, la digitalizzazione della PA in Italia ha in effetti registrato significativi passi in avanti in diversi settori, portando concreti vantaggi per i cittadini in termini di semplificazione, rapidità, accessibilità, trasparenza e riduzione dei costi.

Nonostante i progressi compiuti ci sono tuttavia ancora molti processi burocratici che soffrono di lentezza cronica e che potrebbero beneficiare enormemente di una maggiore digitalizzazione. Anche il principio “Once Only” che è a buon punto a livello centrale risulta molto indietro a livello locale.

Vediamo in sintesi alcuni settori dove la digitalizzazione ha portato notevoli vantaggi ai cittadini e proviamo a citare alcuni casi concreti dove invece occorrerebbe, a nostro avviso, intervenire con maggior urgenza. Le risorse ci sono, i significativi investimenti previsti dal PNRR hanno un tasso di utilizzo al momento del 25%.

A quanto ammontano gli investimenti

Negli ultimi anni in Italia, gli investimenti nella digitalizzazione della PA, in particolare grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), stanno riguardando cifre molto significative. Alla sola Missione 1 del PNRR “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” sono stati riservati oltre 6 miliardi di euro. A questi si aggiungono ulteriori fondi dal Piano Nazionale per gli investimenti Complementari (PNC) al PNRR.

Le principali aree di intervento e i relativi stanziamenti previsti riguardano:

  • Infrastrutture digitali e migrazione al cloud (1,9 miliardi di euro)
  • Dati e interoperabilità (646 milioni di euro) conattenzione del principio “once only” (chiedere i dati una sola volta al cittadino/impresa)
  • Servizi digitali e cittadinanza digitale (oltre 2 miliardi di euro)
  • Cybersecurity (620 milioni di euro) per rafforzare la sicurezza di infrastrutture digitali e dati
  • Digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali (610 milioni di euro)
  • Competenze digitali di base (200 milioni di euro) rivolte al personale della PA.

Come la digitalizzazione sta migliorando la PA

I maggiori vantaggi per i cittadini derivano dalla possibilità di accedere ai servizi H24 da qualsiasi luogo, evitando code, spostamenti e moduli cartacei, con una maggiore trasparenza sulle proprie pratiche e una riduzione dei tempi per l’ottenimento di documenti e informazioni. Proviamo a citare alcuni interventi che stanno avendo, a nostro avviso, impatti molto significativi:

  • Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) ha riguardato la centralizzazione dei dati anagrafici di tutti i cittadini con possibilità di ricevere molti servizi e certificati on-line.
  • Servizi Fiscali (Agenzia delle Entrate) hanno resol’interazione con il fisco molto più semplice. Alla dichiarazione dei redditi precompilata,si è aggiunta ad esempiola fatturazione elettronica, il cassetto fiscale online, la richiesta di codice fiscale e tessera sanitaria
  • PagoPA una piattaforma unica ed efficace per i pagamenti digitali verso la PA. Nel 2023 ha registrato un totale di 386 milioni di transazioni, per 83,5 miliardi di euro.
  • SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) e CIE (Carta d’Identità Elettronica) sono strumenti abilitanti fondamentali per un accesso unificato, semplice e sicuro ai servizi digitali della PA.
  • Sanità Digitale con l’introduzione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE),la possibilità di prenotare visite ed esami online, la digitalizzazione della ricetta medica, l’introduzione di servizi di telemedicina
  • App IO (14.000 enti presenti, 90% dei comuni, 5 milioni di utenti/mese) punto di riferimento per la comunicazione tra PA e cittadini con notifiche centralizzate ed integrazione con PagoPA
  • Istruzione (Registro Elettronico e Piattaforme Didattiche)

…ma c’è ancora molto da fare

Le molte esperienze di successo sull’uso della digitalizzazione per ridurre i processi burocratici e migliorare in genere la qualità dei servizi offerti ai cittadini hanno fatto crescere la consapevolezza di quali miglioramenti si possano ottenere operando in questa direzione.

Vengono allora in mente tutte quelle situazioni in cui i processi burocratici risultano esageratamente lunghi e complessi.

A titolo di esempio, senza avere la pretesa di indirizzare necessariamente le situazioni più difficili, citiamo alcuni dei processi burocratici particolarmente lenti che potrebbero migliorare significativamente grazie alla digitalizzazione e integrazione tra sistemi informatici.

  • Principio “Once Only”

È stata superato la fase di progettazione ed è stata creata l’ossatura (ANPR e PDND). Abbiamo avviato la fase di costruzione dell’autostrada digitale. A livello di banche dati centrali si può parlare di un livello di attuazione del 40-50%, ma il vero lavoro ancora da effettuare è sull’integrazione di migliaia di punti dati locali.

  • Edilizia e Urbanistica (Permessi a costruire, certificati di agibilità e conformità, ecc.)

Una piattaforma unificata e interconnessa che gestisca digitalmente tutte le fasi, dalla presentazione alla protocollazione, all’istruttoria e al rilascio dei titoli abilitativi, snellirebbe enormemente i tempi dell’intero processo.

  • Giustizia (processi civili e penali, esecuzioni immobiliari, fallimenti, ecc.)

Nonostante l’introduzione del Processo Civile Telematico (PCT) e del Processo Penale Telematico (PPT), l’interoperabilità tra i diversi sistemi non è ancora ottimale con notevolmente rallentamento dei tempi. Miglioramenti importanti si potrebbero avere con una piena digitalizzazione, adozione sistematica di firme digitali, maggiore integrazione tra i sistemi.

  • Autorizzazioni ambientali (AIA, AUA, VIA)

Piattaforme non interoperabili e procedure standardizzate a livello nazionale rallentano il processo autorizzativo. Una maggiore digitalizzazione consentirebbe la gestione efficiente delle richieste, una migliore condivisione dei dati tra gli enti e una riduzione delle tempistiche.

  • Cittadinanza italiana

Una volta raggiunti i requisiti per richiedere la cittadinanza gli aventi diritto sono soggetti ad un processo lungo e complesso che può richiedere anche quattro anni per essere completato. Si tratta di un problema che deriva da una combinazione di fattori normativi e burocratici. Un processo digitale e integrato potrebbero certamente apportare notevoli miglioramenti.

Si potrebbe continuare parlando di Assunzioni e Concorsi Pubblici, di Gestione delle Pratiche Camerali (CCIAA), delle Pratiche Pensionistiche e Previdenziali e di tanti altri processi dove il ruolo del digitale potrebbe apportare notevoli miglioramenti a vantaggio di tutti i cittadini.

Criticità e possibili interventi

Il sempre maggior uso di processi digitali nella PA ha consentito pertanto di mettere in luce le criticità che impattano maggiormente sui processi burocratici. In sintesi esse riguardano:

Molti sistemi informatici della PA non comunicano tra loro, costringendo a fornire più volte gli stessi dati. Piattaforme interoperabili e adozione del principio “once only” sono fondamentali.

  • Complessità Normativa

La legislazione è spesso frammentata e poco chiara, complicando l’applicazione di soluzioni digitali standardizzate. E’ auspicabile una semplificazione e armonizzazione delle norme.

  • Competenze Digitali

La scarsità di competenze digitali del personale PA e, a volte, dei cittadini, rallenta l’utilizzo degli strumenti digitali. Una maggiore alfabetizzazione digitale diviene essenziale.

  • Resistenza al Cambiamento

C’è ancora una certa resistenza culturale all’adozione del digitale, sia da parte di chi deve implementare le soluzioni, sia da parte di chi deve utilizzarle.

  • Infrastrutture Tecnologiche Obsolete

In alcune aree della PA, infrastrutture hw e sw datate non supportano le tecnologie più recenti.

La piena digitalizzazione dei processi, l’adozione di tecnologie come l’AI per l’automazione dei compiti ripetitivi, i big data per l’analisi e la gestione delle informazioni, il cloud computing per l’archiviazione e l’accesso ai dati, porterebbe a una significativa riduzione dei tempi, maggiore efficienza, trasparenza e un notevole risparmio per cittadini, imprese e per la stessa PA.

Gli stanziamenti previsti dal PNRR (e non solo) sono importanti. Le aspettative da parte dei cittadini sono cresciute molto. Occorre utilizzare con la massima oculatezza e tempestività le disponibilità presenti per ridurre quanto più possibile il divario digitale ancora presente nella PA.

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