Le assicurazioni non sono ancora abbastanza tecnologiche per le persone sotto i 40 anni, che invece ritengono le competenze tech un elemento chiave. È uno degli elementi emersi dal World Life Insurance Report 2026, realizzato dal Capgemini Research Institute in collaborazione con LIMRA.
Secondo il report, il 59% degli under 40 desidera un’interazione digitale diretta, ma solo il 31% delle compagnie assicurative dispone di piattaforme adeguate. Il divario è ancora più ampio sul fronte delle tecnologie avanzate: il 77% si aspetta suggerimenti personalizzati basati sui dati, ma solo il 16% degli assicuratori intervistati è in grado di offrirli su larga scala, soprattutto a causa di sistemi obsoleti.
Il report evidenzia inoltre come, nonostante il 68% degli under 40 ritenga l’assicurazione vita essenziale per la solidità finanziaria futura, l’offerta attuale risulti poco in linea con le loro priorità, rallentandone l’adozione. Sottolinea inoltre l’urgenza, per il settore assicurativo, di ripensare la proposta di valore delle polizze vita, sviluppando soluzioni più flessibili e integrate, capaci di rispondere ai bisogni delle nuove generazioni.
Il report, che ha coinvolto oltre 6.100 persone tra i 18 e i 39 anni in 18 paesi, sottolinea un paradosso: mentre nei prossimi 15-20 anni si avvierà un massiccio trasferimento di ricchezza, con eredità medie stimate intorno ai 106.000 dollari a persona per Millennial e Gen Z, l’assicurazione sulla vita rimane una destinazione importante per questi fondi. Infatti, il 40% degli under 40 la colloca, insieme alle rendite vitalizie, al terzo posto tra le priorità di investimento ereditario, subito dopo azioni e risparmi in contanti.
Ma vediamolo nel dettaglio.
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Il nuovo valore ricercato: i “living benefit”
Le nuove generazioni chiedono vantaggi concreti e accessibili lungo tutto l’arco della vita, non solo protezione in caso di morte. Tra le richieste emergono programmi di benessere, copertura per trattamenti legati alla fertilità o supporti economici d’emergenza. Il report sottolinea come il 68% degli under 40 consideri l’assicurazione vita essenziale, ma solo a condizione che sia in grado di accompagnare percorsi di vita meno convenzionali e più flessibili.
La sfida digitale delle compagnie
Il nodo centrale è tecnologico: come detto, il 59% dei giovani desidera un’interazione digitale diretta, ma solo il 31% delle compagnie dispone di piattaforme adeguate. Il divario si amplia con le tecnologie avanzate: il 77% degli under 40 si aspetta suggerimenti personalizzati basati sui dati, ma appena il 16% degli assicuratori è in grado di offrirli su larga scala, soprattutto a causa di sistemi IT obsoleti.
La parola ai protagonisti
“Le nuove generazioni accumulano ricchezza e scelgono percorsi di vita meno convenzionali, quindi hanno aspettative diverse sulla protezione finanziaria. Il settore assicurativo vita non può basarsi solo sulla protezione in caso di morte per garantirsi un futuro. Occorre dimostrare valore offrendo vantaggi concreti e accessibili durante la vita stessa del cliente,” ha dichiarato Matteo Bonati, Insurance Director di Capgemini in Italia.“La cosa positiva è che le compagnie assicurative vita hanno l’opportunità di colmare questo divario con prodotti innovativi e comunicazioni capaci di entrare in sintonia con i policyholder del futuro.”
“Le compagnie devono cambiare approccio nel proporre le polizze vita alle nuove generazioni,” ha sottolineato Bryan Hodgens, Senior Vice President e Head of LIMRA Research. “Il nostro studio mostra che falsi miti sui prezzi e altre priorità finanziarie rendono l’assicurazione vita poco appetibile per i giovani adulti. Gli assicuratori devono non solo dimostrarne l’accessibilità e la convenienza, ma anche ripensare i prodotti per rispondere alle esigenze attuali, accompagnando al contempo i futuri obiettivi finanziari con l’avanzare dell’età.”
Tre pilastri per il futuro delle polizze vita
Per colmare questo gap, Capgemini e LIMRA individuano tre direttrici strategiche: innovare i prodotti con soluzioni flessibili e gamificate; valorizzare il ruolo del consulente dotandolo di strumenti di intelligenza artificiale; costruire partnership con istituti finanziari, aziende wellness e piattaforme HR. Solo così l’assicurazione vita potrà tornare a essere rilevante per i consumatori più giovani, dimostrando di saper coniugare protezione finanziaria e benefici concreti nel presente.





