L’INTERVENTO

L’innovazione in fabbrica: le 3 priorità per la manifattura italiana ed europea



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La fabbrica intelligente permette alle aziende manifatturiere di rispondere alle dinamiche variabili del mercato e alle nuove esigenze dei clienti. Ma serve una visione integrata tra logistica predittiva, manutenzione intelligente e collaborazione fra sistemi ed ecosistemi

Pubblicato il 8 lug 2025

Stefano Pozzi

Sales and Service Manager Panasonic Connect Europe



Fabbrica intelligente
Fabbrica intelligente

La competitività delle aziende manifatturiere oggi si misura grazie a un insieme di fattori chiave che riguardano l’efficacia operativa, la qualità, i costi, il tempo e l’innovazione, una combinazione di indicatori che coprono un ventaglio di aspetti diversi, dall’operativo al qualitativo e finanziario.

Questi fattori devono essere costantemente monitorati e in più è necessario allineare la strategia digitale alle performance reali. La vera necessità che ha ogni azienda manifatturiera oggi è quella di dotarsi di sistemi interconnessi, capaci di comunicare e adattarsi automaticamente in tempo reale, grazie a informazioni predittive, integrazione continua e innovazione costante.

La fabbrica intelligente per adattarsi alla trasformazione

Questi elementi definiscono la fabbrica intelligente, una strategia di trasformazione oggi molto importante per le aziende manifatturiere che permette di governare meglio le company, rispondere alle dinamiche variabili del mercato e alle nuove esigenze dei clienti. Rende infatti l’impresa più efficiente, flessibile e resiliente, adattandosi meglio al contesto globale e creando valore stabile nel tempo. Digitalizzando i processi produttivi, aumenta l’efficienza e di conseguenza anche la redditività. 

Cosa serve alla fabbrica intelligente

Per i produttori europei, le priorità si riassumono in tre grandi aree.

  1. La prima riguarda la consegna puntuale dei materiali, giacché i ritardi nella supply chain minacciano l’intera produzione e a tal fine serve una logistica integrata e predittiva, capace di anticipare e prevenire intoppi ed efficienza delle apparecchiature. 
  2. La seconda area concerne l’efficienza delle apparecchiature per ridurre i tempi di fermo e ottimizzare le prestazioni delle macchine, in quanto i modelli tradizionali di manutenzione, reattivi o a intervalli fissi, non bastano più. 
  3. Infine, è necessario ridurre lo stock, mantenendo livelli di magazzino sostenibili. Ciò richiede precisione nella pianificazione e visibilità completa su tutta la filiera.

Per gestire questi aspetti serve un’evoluzione verso la manutenzione predittiva, resa possibile dall’Intelligenza Artificiale. Monitorare le performance in tempo reale, prevedere i guasti e trasmettere alert agli operatori, consente interventi più rapidi, riduce i costi di fermo e migliora le decisioni operative. 

Ma non basta la leva tecnologica: bisogna costruire un ecosistema interconnesso, in cui macchine, sensori e sistemi IT dialogano continuamente tra loro e con l’esterno e la chiave è solo nel digitale che abilita un futuro sostenibile, flessibile e competitivo. 

Il mindset da adottare prevede una visione integrata tra logistica predittiva, manutenzione intelligente e collaborazione fra sistemi ed ecosistemi. Tutti i cambiamenti da apportare devono essere implementati progressivamente, in virtù della rilevanza strategica del percorso verso la fabbrica intelligente.

Innovazione in fabbrica: Italia indietro sugli investimenti

Purtroppo, l’Italia, nonostante abbia a disposizione tantissimi ricercatori di alto livello, non investe quanto dovrebbe in innovazione: secondo alcuni dati recenti, infatti, si trova solo al 25° posto per spesa in ricerca e sviluppo delle imprese, con lo 0,8% del PIL, e 26° per spesa complessiva in R&D, con appena l’1,3% del PIL. Numeri che limitano la capacità italiana di supportare l’innovazione e che dovrebbero far riflettere. 

Tuttavia, allargando il perimetro e guardando più in generale all’Europa, il piano europeo per la ripresa economica e la transizione digitale rappresenta un’opportunità decisiva. L’Unione Europea ha creato fondi per progetti di digitalizzazione e connettività, mirando a rafforzare la competitività delle regioni. Fondi europei mirati, combinati con investimenti privati, offrono all’Italia, ancora in ritardo tecnologico, una grande occasione per colmare il gap, favorire l’innovazione e rafforzare la sua presenza internazionale.

Digitalizzare le imprese europee serve per favorire innovazione e crescita attraverso nuovi modelli di business cruciali per guidare il cambiamento. Gli obiettivi europei mirano a rendere l’Europa pronta per l’era digitale, rafforzando la sua competitività nel resto del mondo. 

Questa operazione non può che avvenire tramite risorse pubbliche, private e programmi di finanziamento, con particolare attenzione alle PMI e alla loro proiezione internazionale.

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