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Nozomi Networks, exit da 1 miliardo con Mitsubishi: che cosa rappresenta per la cybersecurity e per l’Italia



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La più grande acquisizione nel settore della cybersecurity vede protagonista una startup deep tech, nata 12 anni fa dalla ricerca universitaria e cresciuta come dual company in Silicon Valley

Pubblicato il 10 set 2025



Nozomi
I founder di Nozomi Networks Andrea Carcano e Moreno Carullo raccontano la relazione con ENEL

L’acquisizione di Nozomi Networks da parte di Mitsubishi Electric, valutata un miliardo di dollari, è la più grande mai realizzata nel campo della cybersicurezza industriale (qui puoi leggere la comunicazione ufficiale della società ). Ma oltre alla dimensione finanziaria, questa exit porta con sé un significato profondo: il riconoscimento del valore di una tecnologia nata in Italia, cresciuta nella Silicon Valley e oggi imprescindibile per la protezione delle infrastrutture critiche mondiali.

Nozomi Networks e Mitsubishi, la centralità della cybersicurezza industriale

L’annuncio ufficiale del 10 settembre segna una svolta per l’intero settore: Mitsubishi Electric ha acquisito Nozomi Networks, fondata a Varese da Andrea Carcano e Moreno Carullo, per una cifra complessiva di un miliardo di dollari (883 milioni in cash e il resto in equity).
Non è solo la più grande operazione mai realizzata nella cybersicurezza industriale: è anche un segnale chiaro della centralità che questo comparto sta assumendo nel nuovo scenario digitale, dove la convergenza tra IT e OT (Information Technology e Operational Technology) rende gli impianti industriali sempre più esposti agli attacchi informatici.

Secondo diverse analisi di mercato, la spesa globale per la protezione delle infrastrutture critiche crescerà a doppia cifra nei prossimi anni, trainata dall’aumento dei rischi geopolitici, dalla digitalizzazione delle fabbriche e dalla diffusione dell’IoT. In questo contesto, Nozomi entra sotto l’ombrello di un colosso industriale giapponese che può garantirne ulteriore scala e diffusione globale.

Nozomi Networks, il deep tech che arriva dall’università

Nozomi non è solo una scaleup di successo: è un esempio di deep tech partito dalla ricerca universitaria. L’idea alla base della società nasce dal dottorato di Carcano all’Università dell’Insubria, quando si rese conto che non esistevano strumenti adeguati per difendere centrali elettriche, metropolitane e aeroporti da potenziali attacchi. Quel prototipo accademico è diventato, nel tempo, una piattaforma leader per la visibilità e la sicurezza delle reti OT e IoT.

La forza di Nozomi è stata la capacità di unire competenze ingegneristiche italiane e visione internazionale. La società si è strutturata come dual company: R&D sviluppato in Italia, quartier generale a San Francisco, e clienti distribuiti in tutto il mondo.

Oggi le sue soluzioni vengono adottate da grandi utility energetiche, aziende manifatturiere e operatori sanitari per proteggere asset che non possono permettersi interruzioni operative.


La storia e la crescita di Nozomi Networks

Nozomi Networks nasce ufficialmente nel 2013 a San Francisco, fondata da Andrea Carcano e Moreno Carullo, due giovani ricercatori italiani partiti da Varese con l’ambizione di portare sul mercato una tecnologia pionieristica di protezione delle infrastrutture industriali. L’idea nasce dal dottorato di Carcano in Insubria: un software in grado di monitorare i sistemi di controllo industriale e rilevare anomalie prima che un attacco potesse compromettere la continuità operativa.

Dal prototipo accademico nasce la piattaforma Guardian, primo prodotto di Nozomi, che consente di mappare reti OT e IoT, individuare vulnerabilità e bloccare comportamenti sospetti in tempo reale. A questa soluzione si è affiancata negli anni la console Vantage, pensata per scalare il monitoraggio e la gestione della sicurezza a livello enterprise e multi-sito.

Sul fronte finanziario, Nozomi ha seguito un percorso tipico delle scaleup della Silicon Valley. Dopo un seed roundiniziale per trasferire la tecnologia dall’Italia agli Stati Uniti, la società ha chiuso round progressivamente più consistenti, coinvolgendo investitori globali come Planven, GGV Capital, Lux Capital, Energize Ventures e Triangle Peak Partners. L’ultimo round di Serie D, nel 2021, ha portato in cassa oltre 100 milioni di dollari, consolidando la valutazione da unicorno e aprendo a una crescita ancora più rapida su mercati strategici come Stati Uniti, Europa e Asia.

La crescita non è stata solo finanziaria: in pochi anni Nozomi è passata da una decina di persone a un team di oltre 300 dipendenti. Ha aperto uffici in diversi Paesi, rafforzando la presenza in settori critici come energia, oil & gas, manifatturiero, trasporti e sanità, dove oggi è considerata uno standard de facto per la sicurezza OT.

La voce del founder: tra orgoglio e continuità

Per Andrea Carcano, l’acquisizione da parte di Mitsubishi è un punto di arrivo e insieme di partenza. «Da 0 a 1, che avventura! Siamo stati gli artefici del nostro destino», ha raccontato da Tokyo al momento della firma. Ha anche precisato che la transazione non comporterà una discontinuità: «Non cambia nulla, Nozomi continua. Resta il nome, il marchio, tutto il management è stato confermato e io mi sono impegnato per restare e andare avanti».

Ma dietro la soddisfazione, emerge anche un velo di malinconia: «È come portare un figlio fino a quel punto, dove poi andrà con le sue gambe», dice Carcano che ha sempre sottolineato la responsabilità di chi fa impresa nel settore della sicurezza: trasformare un’idea nata in laboratorio in uno strumento che difende infrastrutture vitali a livello globale.

Che cosa rappresenta la exit per l’ecosistema italiano

L’operazione Mitsubishi-Nozomi ha un forte valore simbolico per l’ecosistema innovazione italiano. Conferma che anche da un contesto periferico (una casa a Varese) rispetto ai grandi hub globali possono nascere imprese capaci di diventare unicorni e di imporsi su mercati ad alta complessità tecnologica.

Nozomi dimostra che la strategia delle dual company – radici R&D in Italia, mercato internazionale come obiettivo – è percorribile e vincente. È una lezione importante per le startup italiane che puntano a crescere: attrarre capitali, accedere a mercati esteri, e al tempo stesso mantenere nel Paese una parte essenziale della filiera del valore. Nozomi è diventata un “ponte” tra Italia e Silicon Valley, aprendo una strada che altre realtà deep tech possono seguire.

L’impatto sul mercato della cybersecurity

Guardando oltre il deal, la domanda è: quale sarà l’impatto di questa acquisizione sul mercato? Mitsubishi rafforza la sua posizione come player globale nella cybersecurity industriale, con l’obiettivo di integrare la tecnologia di Nozomi nelle proprie soluzioni per l’automazione e la gestione di infrastrutture complesse.

Per l’Italia, l’operazione può essere letta come un caso di studio: un modello da replicare, che mostra come la combinazione di ricerca accademica, coraggio imprenditoriale e capacità di scalare sui mercati globali possa produrre imprese capaci di generare valore miliardario.

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