Il 2025 sta per chiudersi ed è tempo di consuntivi. Come stanno andando gli investimenti in ambito finanza agevolata? A che punto siamo con PNRR e con il programma FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regione) 2021-2027?
Il PNRR si poneva sia obiettivi in termini di riforme che di sostegno agli investimenti. Secondo quanto riportato da OpenPNRR, il primo obiettivo è stato praticamente raggiunto con il 92% di riforme completare rispetto a quelle previste. Per quanto riguarda invece gli investimenti si registra ad oggi una spesa effettiva di 86 miliardi (di cui 35 miliardi nel 2025) rispetto ai 194 miliardi stanziati.
Con riferimento invece al programma FESR 2021-2027, con una dotazione finanziaria di quasi 40 miliardi, siamo ancora in una fase iniziale con appena il 6% di spese già riconosciute.
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A che punto siamo con il PNRR
Il PNRR italiano è il più grande in Europa, con un importo totale stanziato di 194,4 miliardi di euro (tra sovvenzioni e prestiti), cifra aggiornata in seguito alla revisione che ha incluso il capitolo REPowerEU.
L’attuazione del PNRR è misurata al raggiungimento di specifici milestone e target concordati con la Commissione Europea.
Secondo quanto riportato dalle fonti governative (Portale Italia Domani) l’Italia ha raggiunto al momento il 43% circa dei traguardi e obiettivi totali previsti dal Piano.
Con il recente via libera per l’ottava rata (dicembre 2025) L’Italia ha ricevuto dall’Unione Europea circa il 64% delle risorse complessive previste (122,1 miliardi di euro).
Secondo OpenPNRR sono stati attivati complessivamente 306 mila progetti (44 mila nel 2025) per un investimento complessivo di 232 miliardi di euro, di cui 177 miliardi finanziati dal PNRR (41 miliardi nel 2025) con il 44% già pagato.
Nella tabella seguente, sempre sulla base dei dati forniti da OpenPNRR, riportiamo lo stato di avanzamento delle diverse linee di intervento.
| Linee di intervento | Spesa Effettiva (Mld €) | Spesa Effettiva 2025 (Mld €) | Totale Pianificato (Mld €) | % Speso |
| Infrastrutture | 32,3 | 10,5 | 53,3 | 60,6% |
| Impresa e lavoro | 17,6 | 2,1 | 33,8 | 52,1% |
| Transizione ecologica | 5,7 | 4,3 | 37 | 15,4% |
| Scuola, università e ricerca | 14,4 | 7,9 | 28,5 | 50,5% |
| Digitalizzazione | 4,5 | 1,9 | 13 | 34,6% |
| Salute | 6,8 | 5,0 | 15,6 | 43,6% |
| Giustizia | 1,4 | 1,0 | 2,3 | 60,9% |
| Cultura e Turismo | 1,1 | 0,3 | 4,9 | 22,4% |
| Inclusione sociale | 2,1 | 1,6 | 5,8 | 36,2% |
L’Italia ha dimostrato finora una buona capacità nel raggiungere i traguardi e gli obiettivi che hanno consentito l’erogazione delle rate europee. Tuttavia, le sfide principali rimangono la capacità di spesa effettiva visto che ormai ci avviamo verso il completamente del programma.
Per maggiori dettagli sul PNRR rimandiamo a QUESTO SITO da cui sono stati ricavati tutti i dati del presente articolo e dove è possibile approfondire i diversi temi di interesse.
A che punto siamo sul Programma FESR 2021-2027
Il programma FESR 2021-2027 riserva all’Italia risorse gestite attraverso diversi Programmi Nazionali (PN) e Programmi Regionali (PR). È previsto un ammontare complessivo di quasi 40 miliardi di euro, di cui circa 11 miliardi riservati ai PN e circa 29 miliardi destinati ai PR.
I fondi FESR si riferiscono a 5 obiettivi politici (PO), l’Italia ha scelto di concentrarsi su tre di essi:
PO1 – un’Europa più intelligente (ricerca, innovazione, digitalizzazione)
PO2 – un’Europa più verde (transizione ecologica)
PO4 – un’Europa più sociale (istruzione, occupazione, inclusione)
I programmi di ogni ciclo (6 anni) non partono normalmente al primo anno a causa della fase di negoziazione e approvazione tra l’Italia e la Commissione Europea. Nello specifico, la maggior parte dei Programmi Nazionali (PN) e Programmi Regionali (PR) è stata approvata dalla Commissione Europea tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023.
Secondo le “Relazioni annuali della Commissione Europea sull’attuazione dei fondi strutturali”, le prime certificazioni di spesa per i programmi 2021-2027 sono iniziate nel corso del 2024. I bandi e gli atti di impegno sono comunque in forte crescita.
L’attuazione del FESR risulta, pertanto, nella fase cruciale di accelerazione degli impegni. Nello specifico, il PO1 registra un buon avvio procedurale, con la necessità di convertire i bandi in rendicontazioni rapide da parte delle PMI. Il PO2 mostraun alto impegno finanziario, ma la spesa effettiva per le grandi opere infrastrutturali è ancora in ritardo.
In sintesi, la dotazione finanziaria del ciclo 2021-2027 del PNRR è importante, ma la sfida attuale è trasformare rapidamente gli impegni in spesa effettiva per evitare, nei prossimi anni, tagli da parte della Commissione Europea.
Le maggiori criticità da superare
La contemporanea attuazione del PNRR e del FESR ha creato, per le Amministrazioni Pubbliche, sfide di coordinamento amministrativo e di capacità di spesa.
Le Regioni e gli Enti Locali, soprattutto nel Mezzogiorno (aree prioritarie di PNRR e FESR) sono pertanto chiamate a rafforzare le loro strutture per la gestione e l’attuazione dei bandi.
Mentre Il PNRR è ormai nella sua fase conclusiva, il FESR 2021-2027 è ancora in un ramping-up (forte accelerazione degli impegni) successivo all’approvazione formale.
Il FESR, con la sua scadenza al 2029 (termine per la spesa), diventerà progressivamente il principale veicolo di investimento europeo dopo la chiusura del PNRR. Occorrerà pertanto garantire che i progetti FESR non siano intralciati dalla chiusura di quelli PNRR e che i fondi siano utilizzati in modo complementare e non sovrapposto.
La vera sfida rimane pertanto trasformare gli impegni in spesa effettiva certificata per evitare il prossimo anno perdite di risorse sul PNRR e nei prossimi due anni sul FESR. Occorrerà inoltre assicurare che le spese non siano solo rapide, ma anche efficaci nel produrre risultati duraturi con particolare riferimento ai progetti previsti per il Mezzogiorno.
Il 2026 si preannuncia come un anno decisivo
Il 2026 è l’anno della scadenza finale per l’attuazione e la spesa di tutti i progetti finanziati dal PNRR.
L’obiettivo primario è convertire l’elevato numero di fondi assegnati, in opere fisicamente completate e spese rendicontate. Le complessità amministrative e i lunghi tempi di valutazione dei progetti rimangono il principale ostacolo.
Occorre inoltre raggiungere tutti i Milestone e Target residui previsti dal Piano entro la fine del 2026, per poter ricevere l’ultima rata di pagamento dall’UE e chiudere formalmente il piano.
Con riferimento invece al FESR, il 2026 rappresenta un anno di massima pressione per la spesa, per non incorrere nella regola del disimpegno automatico (N+3). In tal senso il 2026 è l’ultimo anno utile per spendere le risorse impegnate nel 2023 ed evitare di perdere, anche parzialmente, le allocazioni dei primi anni di programmazione.
I Programmi Nazionali e Regionali dovranno inoltre essere in piena fase operativa, con la maggior parte delle risorse non solo impegnate, ma in fase avanzata di realizzazione e rendicontazione. In particolare, le Regioni devono dimostrare di avere sufficiente capacità di gestione e controllo per sostenere il ritmo accelerato richiesto.
Il 2026 sarà pertanto un banco di prova per l’efficienza della macchina amministrativa italiana. Abbiamo da una parte un PNRR impegnatonella chiusura e completamento delle opere e dall’altra un programma FESR che deveaccelerare per evitare possibili disimpegni di risorse finanziarie.
Entrambi i programmi richiederanno un monitoraggio politico e amministrativo estremamente rigoroso. Una grossa responsabilità perché è in gioco la nostra crescita e la nostra competitività in Europa e nel mondo.





