Con la diffusione di GenAI e Agenti Ai nel lavoro, che stanno prendendo maggiormente in gestione attività automatiche, routinarie e meccaniche, i lavori basati su un set stabile di task potrebbero ridursi, mentre potrebbero crescere quelle attività in cui le qualità umane continuano ad essere necessarie e preferibili.
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Intelligenza artificiale e lavoro, le attività che richiedono qualità umane
Quali sono? Ecco un elenco assai interessante pubblicato su Linkedin da Luca Foresti:
1. Manipolazione fisica avanzata
• Esempi: Chirurgia complessa, costruzione edile, manutenzione di macchinari delicati.
• Motivo: La robotica è ancora limitata in destrezza, adattabilità e capacità di operare in ambienti non strutturati.
2. Creatività e innovazione di alto livello
• Esempi: Creazione artistica originale, ricerca scientifica rivoluzionaria, scrittura di opere letterarie che richiedono intuizione umana.
• Motivo: L’AI può generare varianti di contenuti esistenti, ma fatica a produrre innovazioni profonde e concetti completamente nuovi.
3. Empatia e intelligenza emotiva avanzata
• Esempi: Psicoterapia, mediazione diplomatica, gestione di team complessi.
• Motivo: L’AI può simulare empatia, ma non provare emozioni reali o comprendere le sfumature psicologiche come un essere umano.
4. Capacità di giudizio in contesti incerti
• Esempi: Decisioni strategiche ad alto rischio, gestione di crisi, leadership aziendale.
• Motivo: Le AI basano le decisioni su dati passati e modelli statistici, ma mancano della capacità di intuizione e di gestione dell’incertezza in situazioni senza precedenti.
5. Coordinazione e leadership umana
• Esempi: Guidare un team in un ambiente aziendale, motivare persone, negoziare in contesti con variabili sociali complesse.
• Motivo: Le AI possono assistere nella gestione, ma non sostituire il carisma e l’adattabilità umana nel guidare gruppi.
6. Capacità sensoriali e motorie estremamente sofisticate
• Esempi: Cucina gourmet, restauro artistico, chirurgia micro-invasiva con decisioni in tempo reale.
• Motivo: I robot sono ancora molto lontani dall’avere la precisione, la sensibilità tattile e la capacità di adattarsi in tempo reale come un essere umano.
7. Etica e presa di decisioni morali complesse
• Esempi: Giurisprudenza in casi senza precedenti, bioetica, scelte politiche che influenzano milioni di persone.
• Motivo: L’AI può suggerire opzioni basate sui dati, ma non può comprendere le implicazioni morali e sociali come un essere umano.
Quindi, se le aziende continueranno ad essere pensate come strutture in cui dall’alto o dal centro vengono definiti obiettivi che a cascata diventano una lista di task ripetuti e molto simili nel tempo, svolti da ruoli e funzioni stabili, il rischio che una macchina possa svolgerli in modo più efficiente è considerevole.
Quando il lavoro umano è meno minacciato dall’AI
Se invece pensiamo il lavoro nell’impresa digitale come la creazione di valore tramite nuovi progetti che sistematizzano situazioni spesso nuove e imprevedibili, allora il ruolo delle persone diventa molto più importante e meno “minacciato” dalla tecnologia, che può essere invece utilizzata al meglio per raggiungere gli obiettivi in un gioco a somma positiva.
Al lavoratore spetta infatti il compito di allenare le macchine, che poi contamineranno le sue competenze e attività, in un rapporto di crescita continua e condivisa che, se ben progettata, può elevare quasi all’infinito le competenze e il capitale intellettuale del lavoratore e dell’organizzazione.
Anche per le aziende il compito sarà quindi di organizzarsi per catturare queste situazioni, invece di gestire solo processi stabili e ripetuti, rendendo invece più prevedibile questa maggiore autonomia e creatività interna.
La capacità di raggiungere costantemente nuovi obiettivi diventa il collante per trattenere i talenti e attrarne di nuovi in un gioco esponenziale che sostituisce il gioco a somma 0 in cui il raggiungimento della promozione o dell’assunzione di un lavoratore significa la mancanza di opportunità per un altro.
Una nuova regolazione dei rapporti di lavoro
Dalle caratteristiche di queste nuove imprese digitali e dall’impatto delle nuove tecnologie nasce quindi l’esigenza di regolare diversamente i rapporti di lavoro, passando da uno scambio tra salario e controllo di tempi, attività e spazi di lavoro, ad uno che si basa sullo scambio tra libertà e valutazione dell’effettivo rendimento, indipendentemente dalla presenza in tempi e spazi.
Una regolazione più adatta può infatti contribuire a consolidare queste architetture organizzative, costruendo ecosistemi che possano competere con le grandi tech company internazionali, favorendo la crescita di posti di lavoro stabili, ben retribuiti, con i giusti incentivi e servizi, in grado di favorire innovazione e prodotti di qualità.
Una prima traccia è rappresentata su questo punto dal rinnovo del CCNL comunicazione di CNA e altri, siglato dai sindacati dei lavoratori più rappresentativi del settore delle Telecomunicazioni. Questo contratto ha infatti una sezione speciale in cui il rapporto di lavoro non ha vincoli di tempo e spazio, ma una struttura per progetti e obiettivi.
Credo infatti che, oltre a valorizzare meglio impegno e risultati, una subordinazione molto rigida su tempi, metodi e attività del lavoro, stabiliti dall’azienda in modo unilaterale, possa essere non solo poco soddisfacente ma anche pericolosa, in quanto non si può escludere che le stesse attività potrebbero essere nel prossimo futuro svolte più rapidamente e a costi minori da Agenti Ai.
Le relazioni e le tutele per i lavoratori autonomi
Allo stesso tempo è opportuno rendere più solide le relazioni e le tutele per quei lavoratori autonomi che partecipano agli ecosistemi delle imprese digitali e che fuori da questi sarebbero troppo deboli e poco produttivi perché isolati e lontani da queste reti organizzative e tecnologiche.
Idealmente si potrebbe quindi immaginare una forma di salario di base per tutti, in grado di consentire uno stile di vita dignitoso, ma non collegato a nessuna mansione o tempo di lavoro preciso, e una parte variabile basata su risultati e obiettivi e di favorire la diffusione di contratti misti con una disciplina del lavoro in parte subordinata e in parte autonoma.
La mia impressione è che anche nell’era della super intelligenza artificiale il lavoro non smetterà di esistere fino a che ci sarà umanità, ovvero la ricerca di qualcosa di nuovo/necessario e la capacità di farvi fronte in modo inaspettato, diverso e migliore. Nuove organizzazioni e nuovi lavoratori potranno essere i protagonisti di questa ricerca.
Le aziende che fioriranno non saranno quelle che faranno a meno delle persone, ma quelle che insieme alle persone costruiranno processi di evoluzione tecnologica e organizzativa continua.
Gli ecosistemi che funzioneranno meglio saranno quelli che riusciranno a costruire dei percorsi flessibili e solidi con un set di regole limitate, ma chiare, in grado di affrontare in anticipo i diversi e mutevoli scenari che l’innovazione tecnologica ci porta a dover gestire sempre più velocemente.