TECNOLOGIA SOLIDALE

Prepariamoci alla disruption del quantum computing: in Lombardia l’hub più grande del mondo



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Due colossi mondiali del quantum computing realizzeranno il più grande hub quantistico del mondo in Lombardia. Ecco le promesse e le opportunità di una tecnologia che avrà un impatto dirompente

Pubblicato il 31 ott 2025

Antonio Palmieri

Fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido



quantum computing

Non sapevo che le Nazioni Unite avessero dichiarato il 2025 anno internazionale della Scienza e della Tecnologia Quantistica.

“Poco male, caro Palmieri, credo che lei sia in buona e numerosa compagnia. Anche per questo la aspettiamo giovedì 27 novembre al Cefriel, a Milano, alla prima edizione del “Quantum computing summit” che organizziamo noi di TIG, The Innovation Group”.

La ringrazio per l’invito, Emilio Mango. Lei è il direttore generale di TIG ma non ho mai saputo che fosse anche un fisico quantistico…

“Non lo sono, sono solo ingegnere elettronico, però sono un appassionato di innovazione e non solo per mestiere. Per questo motivo trovo utile e necessario parlare di Quantum Computing.”

Perché?

“Gli elaboratori quantistici sono una delle promesse più stupefacenti e dirompenti del già dinamico panorama dell’innovazione tecnologica. Stati e imprese stanno investendo miliardi di dollari per avere a disposizione macchine che introdurranno una discontinuità ancora più grande di quella introdotta da internet o, più recentemente, dall’AI generativa: potremo risolvere problemi impossibili da affrontare con l’informatica tradizionale e potremo ridurre di migliaia di volte i tempi di elaborazione di processi che attualmente affidiamo ai computer che utilizzano i “classici” bit.”

Quali sono le principali differenze rispetto alla computazione classica?

“Difficile sintetizzare in poche battute. Diciamo che i calcolatori tradizionali utilizzano i bit, unità di informazione contenute in circuiti che possono assumere “solo” due stati (0 e 1). I computer quantistici si basano invece sulla manipolazione degli stati quantistici della materia, che possono essere molto più di due (le unità di informazione si chiamano qubit). I quanti hanno proprietà uniche come l’entanglement (la correlazione tra due particelle) e, appunto, la sovrapposizione di stati…”

…diventa troppo complicato…però ho letto che il Quantum Computing è di particolare interesse per le applicazioni di chimica e scienza dei materiali (qui puoi leggere un approfondimento sul quantum computing). Me lo conferma?

“Certo. C’è ad esempio un progetto di ricerca di Dompé Farmaceutici che utilizza il calcolo quantistico per accelerare la scoperta di farmaci. Combinando l’high-performance computing (HPC) con il quantum computing si riescono a superare i limiti delle simulazioni classiche nella progettazione molecolare; questo consente di sviluppare terapie innovative per malattie rare sfruttando la maggiore potenza di calcolo del computer quantistico per calcoli estremamente complessi.”

Insomma, in definitiva possiamo ribadire che il Quantum Computing consente di elaborare simultaneamente enormi quantità di informazioni e di analizzare molteplici soluzioni in parallelo. È una tecnologia già pronta?

“Rispetto ai computer tradizionali, al momento i computer quantistici sono più complessi e più soggetti a errori. La scienza applicata sta lavorando per risolvere questa complessità e per ridurre il tasso di errore. A livello mondiale continuano a susseguirsi annunci delle big tech, sia per le tecnologie di base sia per le applicazioni. Ci sono gli elementi e le premesse che ci portano a dire che stiamo per assistere a un altro momento di “disruption”. Noi di TIG siamo appassionati a queste sfide tecnologiche, la nostra missione è comunicarle al meglio.”

In Italia come siamo messi?

“Il governo ha attivato un gruppo di lavoro per la strategia quantistica italiana, e ha stanziato, grazie al PNRR, 140 milioni di euro per finanziare la ricerca. Pochi giorni fa il sottosegretario all’innovazione Alessio Butti ha annunciato che IonQe e D-Wave, due aziende colossi mondiali del quantum, un’azienda americana e una canadese, hanno dato vita al Quantum Alliance e realizzeranno il primo e più grande hub quantistico del mondo in Lombardia. Approfondiremo al nostro Summit.”

Un’ottima notizia, direi, perché da come lei ne parla capisco che chi arriverà prima a sviluppare queste tecnologie in modo che possano funzionare stabilmente e su larga scala otterrà un vantaggio competitivo enorme.

“È così. Credo e spero che l’hub lombardo possa essere di supporto alle associazioni e alleanze che ci sono già in Italia. Molti nascono dagli ambiti di Università e Ricerca e hanno quindi un profilo molto tecnico, alcuni da singole iniziative di aziende impegnate nel settore. Al Summit faremo il punto sulle alleanze e sulle collaborazioni già in atto, stimolando la costruzione di un’unica “voce”.

Un progetto ambizioso, difficile in un Paese come il nostro, dove abbiamo la tendenza a portare avanti ciascuno le proprie iniziative.

“Certo, però è necessario per provare a portare veramente l’Italia ai vertici della ricerca e della realizzazione di piattaforme di calcolo in Europa e nel mondo, come peraltro ha indicato Butti. Per questo abbiamo invitato i rappresentanti del governo e i vertici apicali delle società che compongono la domanda e abbiamo pensato di raccogliere sotto lo stesso tetto non solo le Università e i centri di ricerca che stanno sviluppando le diverse tecnologie e sperimentando i prototipi di calcolatori quantistici, ma anche i rappresentanti dell’offerta tecnologica: società di hardware, software e servizi.”

Vale a dire?

“Sono società che stanno già attivamente sperimentando le diverse tecnologie di computazione quantistica, come ENI e la già citata Dompè, e società che guardano con interesse ai campi di applicazione di questa tecnologia.

In bocca al lupo, allora. In conclusione, mi par di capire che a questa prima edizione del “Quantum computing summit” non parlerete solo di teoria. Giusto?

“Giusto. Una delle caratteristiche distintive del Quantum Computing Summit sarà proprio quella di portare sul palco chi con il Quantum ci lavora tutti i giorni, sia sul fronte dei vendor sia sul fronte delle aziende utilizzatrici: ad esempio nel settore bancario, della sicurezza informatica, della logistica e chi sta esplorando e investendo. Insomma, coloro che hanno le “mani sporche di grasso”…”

…In questo caso sarebbe meglio dire le mani “sporche di quanti”…

“Touchè. La mattina, in sessione plenaria, faremo il punto sulla ricerca e analizzeremo le potenzialità attuali e future del Quantum Computing insieme a fornitori e utenti di queste tecnologie. Nel pomeriggio, in tre sessioni parallele, approfondiremo altrettanti aspetti importanti: la Quantum AI e l’integrazione del Quantum con l’High Performance Computing, la Quantum Cybersecurity e il panorama della Open Innovation, con Venture Capital e Startup.”

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