L’innovazione aperta è un acceleratore di sostenibilità, perché dalle startup arrivano tecnologie e soluzioni che permettono alle aziende di affrontare anche le sfide ambientali più complesse.
«Con 360LIFE II vogliamo contribuire alla creazione di una nuova generazione di tecnologie climate tech europee, partendo da esigenze industriali reali» aveva detto a EconomyUp Patrick Oungre, Chief Innovation Officer, R&D e AI di A2A, presentando il nuovo fondo di corporate venture capital lanciato con 360 Capital (qui puoi vedere il modello di CVC dell’azienda).
I primi investimenti di innovazione per la sostenibilità del fondo su due startup deeptech, che operano in settori strategici per l’economia circolare, illustrano bene cosa vuol dire partire da un bisogno per trovare risposte innovative e rivedere processi operativi e di business. E dimostrano la funzione e il valore che può avere per un’azienda il corporate venture capital come leva per promuovere soluzioni tecnologiche radicali e coerenti con i propri piani industriali, per promuovere innovazione e sostenibilità.
Gli investimenti sono stati fatti su Resilco, che trasforma le ceneri prodotte dai termovalorizzatori in materiali per l’edilizia e per l’industria del bitume assorbendo CO₂, e Oxyle, che distrugge completamente i PFAS, composti chimici persistenti nelle acque reflue industriali e nel suolo, grazie a una tecnologia catalitica avanzata. Vediamo i dettagli dei due casi. Vediamo questi due casi di innovazione per la sostenibilità.
Indice degli argomenti
Innovazione e sostenibilità nella gestione dei rifiuti
Trasformare le ceneri dei termovalorizzatori in risorse per l’edilizia e la produzione dell’asfalto
La termovalorizzazione, fase finale di un ciclo di gestione dei rifiuti virtuoso, genera ceneri leggere (fly ashes) e altri scarti il cui trattamento è complesso, oneroso e comporta un impatto ambientale.
A2A è uno dei principali operatori italiani nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti, con 11 impianti di termovalorizzazione attivi. È in questo contesto che si inserisce la collaborazione con Resilco, startup bergamasca fondata nel 2019.
La startup: Resilco
Guidata da David Callejo Munoz, Resilco ha sviluppato una tecnologia proprietaria basata sulla carbonatazione accelerata per trattare rifiuti industriali alcalini, come le ceneri leggere da TU, le polveri da abbattimento fumi e i residui siderurgici. L’obiettivo è duplice: valorizzare i rifiuti come risorse trasformandoli in materiali da costruzione (malte, calcestruzzi, bitumi) e immagazzinare CO₂ in modo permanente, contribuendo alla riduzione delle emissioni.
La tecnologia: carbonatazione e stoccaggio della CO₂
Il processo sviluppato da Resilco si distingue per l’utilizzo di CO₂ come reagente in condizioni ambientali, rendendo il trattamento altamente efficiente e scalabile. In meno di un’ora, uno scarto di termovalorizzazione viene trasformato in un materiale stabile e riutilizzabile, con immobilizzazione dei contaminanti. Si tratta di un approccio che, oltre a ridurre i costi di smaltimento, consente di ottenere prodotti certificabili come End of Waste, attualmente in fase di richiesta, favorendo la circolarità nel settore delle costruzioni.
Il test con A2A e le prospettive di industrializzazione
A2A ha avviato una sperimentazione con Resilco a fine 2024, testando la tecnologia sulle ceneri di un proprio impianto. Il test ha dimostrato la validità tecnica della soluzione. Obiettivo comune è ora l’ottimizzazione dell’output e la scalabilità del processo su impianti reali, in modo da valorizzare le ceneririducendo gli impatti legati alle attività di smaltimento.
Un progetto che incarna in pieno lo spirito dell’open innovation, integrando competenze industriali e startup per rispondere a sfide operative e normative.
«Non investiamo solo in tecnologia, ma in soluzioni capaci di integrarsi davvero nei nostri impianti, creando valore ambientale e industriale», spiega Oungre.
Innovazione e sostenibilità per l’acqua
Eliminare i PFAS nelle acque industriali
I PFAS (per- e polifluoroalchiliche) sono composti chimici altamente persistenti, noti per i loro effetti negativi su salute e ambiente. Presenti in migliaia di siti europei, con costi ambientali annui stimati tra i 10 e i 20 miliardi di euro, sono al centro di una crescente attenzione normativa.
La startup: Oxyle
Fondata a Zurigo nel 2020 da Fajer Mushtaq, Oxyle ha sviluppato una tecnologia radicale che distrugge completamente i PFAS nelle acque reflue industriali e nelle acque di falda e nei suoli. Il cuore dell’innovazione è un catalizzatore piezoelettrico nanoporoso, che, attivato dal movimento dell’acqua, genera radicali capaci di rompere i legami chimici dei PFAS trasformandoli in CO₂ e fluoruri innocui.
La tecnologia: reattività chimica e monitoraggio smart
Oltre alla reazione chimica avanzata, il sistema di Oxyle include sensori che monitorano in tempo reale la concentrazione di PFAS, regolando il trattamento dinamicamente. La soluzione è più efficiente e meno energivora (meno di 4.5 kWh/m³) rispetto alle tecnologie di adsorbimento o filtrazione attualmente disponibili. Inoltre, non genera rifiuti secondari, un vantaggio decisivo in termini di sostenibilità.
Il progetto con A2A: bonifiche e trattamento acque industriali
A2A sta valutando due ambiti applicativi per la tecnologia Oxyle: il trattamento delle acque reflue industriali, per aiutare le aziende nella compliance normativa, e il settore delle bonifiche ambientali, dove la capacità di degradare anche alte concentrazioni di PFAS apre nuove possibilità di intervento. Sono già in corso analisi tecniche e discussioni progettuali per valutare l’implementazione su scala reale.
«Oxyle rappresenta una tecnologia in grado di rispondere a un’esigenza concreta. La nostra ambizione è supportare startup che abbiano una reale prospettiva industriale, non solo tecnologica», dice Oungre a EconomyUp e ricorda: «Con 360LIFE II vogliamo contribuire alla creazione di una nuova generazione di tecnologie climate tech europee, partendo da esigenze industriali reali».