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Come integrare FinOps e AI per migliorare il cloud aziendale: la visione di AlmavivA



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L’integrazione tra automation, FinOps e intelligenza artificiale sta trasformando il cloud in un ecosistema collaborativo dove IT e business condividono linguaggi, responsabilità e obiettivi. L’opinione di Marco Pagani, Cloud & Data Center Operations Manager di AlmavivA

Pubblicato il 13 ott 2025



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L’evoluzione del cloud non riguarda più soltanto la scalabilità tecnica, ma la capacità delle organizzazioni di gestire in modo consapevole risorse, costi e decisioni. La convergenza tra automazione, intelligenza artificiale e FinOps segna una nuova fase nella relazione tra IT e business: una collaborazione che supera i confini funzionali per diventare strategia condivisa. A spiegarlo, nel corso del convegno Il Cloud tra AI e sovranità: strategie e politiche industriali per un nuovo ecosistema digitale organizzato il 2 ottobre 2025 dall’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, è Marco Pagani, Cloud & Data Center Operations Manager di AlmavivA, che analizza il ruolo della governance finanziaria e delle tecnologie predittive nel costruire una sostenibilità operativa e decisionale nel cloud.

Dal cloud alla collaborazione: un nuovo equilibrio tra IT e business

La trasformazione digitale, spiega Pagani, ha imposto una ridefinizione del rapporto tra i dipartimenti IT e le direzioni di business. Non si tratta più di due mondi separati, ma di “una partnership strategica orientata al raggiungimento di obiettivi comuni”. La collaborazione tra IT e business è oggi “la chiave di volta per la competitività aziendale”, perché le scelte tecnologiche determinano non solo la capacità di innovare, ma anche di controllare i costi e reagire con tempestività ai cambiamenti del mercato.

Il cloud rappresenta in questo scenario la piattaforma ideale: dinamico, flessibile e in grado di modulare le risorse secondo necessità. Tuttavia, questa stessa flessibilità può generare complessità. “La possibilità di frammentare tutto”, spiega Pagani, comporta la necessità di “mantenere allineate le risorse IT ed evitare sprechi di efficienza”. Da qui nasce l’esigenza di strumenti capaci di garantire equilibrio e visibilità condivisa sulle scelte tecnologiche ed economiche legate al cloud.

Automation: il motore invisibile delle operation

Tra questi strumenti, l’automation occupa una posizione centrale. Non è soltanto un mezzo per velocizzare processi tecnici, ma una leva per ridisegnare la governance delle operation. “L’automation diventa il motore delle operation, la capacità di fare provisioning e di introdurre nuove funzionalità”, sottolinea Pagani. Automatizzare significa rendere il sistema più trasparente, ma anche più agile: permette di ridurre le attività a elevata intensità operativa e di dedicare tempo e competenze a funzioni strategiche.

La trasparenza è, secondo Pagani, uno degli aspetti più rilevanti. “L’automation porta trasparenza tra mondo IT e business”, riducendo le asimmetrie informative che spesso generano tensioni. Quando i dati e i processi sono accessibili e condivisi, il rapporto non è più quello di un fornitore che risponde a un committente, ma quello di partner che co-progettano obiettivi e priorità.

Questa evoluzione ha anche una dimensione culturale. Richiede, da parte delle organizzazioni, un cambiamento di prospettiva: passare da un controllo a posteriori a una gestione proattiva delle risorse, in cui i flussi di lavoro automatizzati contribuiscono a garantire stabilità e affidabilità.

FinOps: la governance dei costi come leva strategica

A sostenere questo nuovo modello di collaborazione è la disciplina del FinOps, o Financial Operations Management, un approccio che unisce competenze tecniche, operative e finanziarie per gestire in modo trasversale i costi del cloud. Pagani lo descrive come “una disciplina che promuove la responsabilizzazione dei team, la collaborazione e la condivisione dei mezzi di spesa”.

Il FinOps trasforma la gestione economica da attività puramente amministrativa a processo integrato nella strategia aziendale. In un ambiente cloud, dove le risorse vengono attivate e disattivate in tempo reale, la possibilità di avere visibilità immediata sull’impatto delle scelte operative è essenziale. Non si tratta solo di contenere la spesa, ma di abilitare un modello decisionale basato su dati, dove ogni reparto contribuisce in modo consapevole alla sostenibilità complessiva.

Questa visione condivisa porta benefici anche nella pianificazione. Le aziende che adottano pratiche FinOps, secondo le analisi dell’Osservatorio Cloud Transformation, riescono a migliorare la prevedibilità dei costi e a costruire un linguaggio comune tra responsabili IT, CFO e direzioni di business. È un passaggio che consente di misurare con maggiore precisione il ritorno sugli investimenti e di collegare i parametri tecnici a obiettivi economici.

AI e strumenti predittivi: dal dato alla previsione

L’altra grande leva di innovazione individuata da Pagani è l’uso dell’intelligenza artificiale e del machine learning per migliorare la pianificazione economica e operativa. “Oggi abbiamo a disposizione numerosi dati storici uniti alla potenza dell’intelligenza artificiale”, osserva. “Questo ci consente di prevedere picchi di utilizzo, anticipare incrementi di costo e gestire in modo più oculato i budget e le spese”.

La possibilità di elaborare scenari predittivi consente alle organizzazioni di passare da una gestione reattiva a una gestione anticipatoria, riducendo i rischi legati a inefficienze o sovraccarichi di risorse. Gli strumenti predittivi diventano così un elemento di equilibrio tra sostenibilità economica e continuità operativa: permettono di allocare budget in modo più preciso e di prevenire situazioni critiche.

Questo approccio ha implicazioni dirette anche sulla strategia di FinOps. L’uso di modelli predittivi integra la visione finanziaria con quella tecnica, consentendo una pianificazione dinamica basata su indicatori reali di consumo e performance. In altre parole, l’intelligenza artificiale non sostituisce il controllo umano, ma ne amplifica la capacità di prendere decisioni informate.

Un ecosistema di responsabilità condivisa

Dall’intervento di Pagani emerge una visione del cloud come ecosistema dinamico in cui automazione, FinOps e AI si combinano per generare valore. Non si tratta di adottare singole tecnologie, ma di costruire un modello organizzativo che unisca efficienza, trasparenza e sostenibilità.

Il cloud, in questa prospettiva, diventa una piattaforma di collaborazione interfunzionale: l’automation garantisce l’agilità, il FinOps la disciplina economica, e l’intelligenza artificiale la capacità di previsione. È nella convergenza di questi elementi che si ridefinisce la relazione tra IT e business, non più basata sulla fornitura di servizi, ma sulla condivisione di responsabilità e obiettivi.

Pagani riassume così questa evoluzione: “L’unione dell’automation, del Financial Management e degli strumenti predittivi concorre oggi a una formidabile opportunità di collaborazione tra IT e business, che parlando lo stesso linguaggio portano efficienza e sostenibilità economica”.

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