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LIFT Energy, la startup italiana delle nuove batterie ricaricabili al litio che durano il doppio e pesano meno



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LIFT Energy, spin-off del Politecnico di Milano, ha sviluppato un’innovativa tecnologia per rendere ricaricabili le batterie al litio-metallico, più leggere e performanti delle tradizionali alternative agli ioni di litio. Ecco come è nata l’idea e come si sta sviluppando

Pubblicato il 13 mar 2024

Maura Valentini

Junior Editor



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Nasce in Italia l’innovazione delle batterie elettriche che potrebbe cambiare le carte in tavola sul mercato. LIFT Energy, spin-off del Politecnico di Milano, ha sviluppato un’innovativa tecnologia per rendere ricaricabili le batterie al litio-metallico, più leggere e performanti delle tradizionali alternative agli ioni di litio.

Ci raccontano il progetto i founder della startup.

Come nasce l’idea di Lift Energy?

LIFT Energy ha le sue origini in un progetto di ricerca all’interno del dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica del Politecnico di Milano, poi validato all’interno del PoliHub. L’idea nasce da un incontro tra il chimico Maurizio Sansotera e l’elettrochimico Eugenio Gibertini, ora rispettivamente Presidente e CTO, che individuano un obiettivo a cavallo tra i loro ambiti di ricerca: la stabilizzazione del litio. Sale a bordo del team anche Piergiorgio Marziani, ingegnere dei materiali e oggi CEO, che intuisce le possibilità di applicazione pratica nel campo delle batterie per l’auto elettrica e prende la guida della sperimentazione.

“La fase di sperimentazione parte a marzo 2020, appena prima del lockdown” racconta Piergiorgio, “Proprio il giorno prima, predisponiamo le celle di batteria per i test in laboratorio, dove siamo costretti ad abbandonarle. Ma pur lasciate a sé stesse per cause di forza maggiore, funzionano e continuano a funzionare, dimostrando che la tecnologia è valida.”

Il progetto si candida così nel 2020 al programma di accelerazione Switch2Product del PoliHub. È qui che i founder incontrano Emanuele Franceschini, Mentor all’interno del percorso. LIFT Energy conclude brillantemente il programma, aggiudicandosi anche un grant da parte di Eni Joule.

“A quel punto, si era creata tra me i fondatori una buona chimica. Abbiamo così deciso di proseguire insieme nell’evoluzione del progetto di ricerca, trasformandolo in un progetto imprenditoriale,” spiega Emanuele, che ha assunto il ruolo di CFO. “Il PoliHub è stato un essenziale “reparto maternità,” che ha preso un progetto neonato e ha saputo farlo crescere fino a sapersi sorreggere da solo”.

Oltre al successo di S2P, LIFT Energy si aggiudica l’accesso alla finale dell’IPA Award 2021, riconoscimento nazionale per la proprietà intellettuale, per il brevetto che sta al cuore della sua tecnologia.

Come funziona la tecnologia?

La tecnologia di LIFT Energy si concentra sulle batterie al litio-metallico, comunemente non ricaricabili.

“Il litio ha la tendenza a formare come delle “montagnette”, tecnicamente chiamate “dendriti”, durante i cicli di carica e scarica che, crescendo, possono arrivare fino a perforare il separatore tra anodo (polo positivo) e catodo (polo negativo), portando la cella al cortocircuito” spiega Piergiorgio. “La nostra innovazione risiede nell’aver trovato un modo per stabilizzare il litio, proteggendolo così dalla sua natura intrinsecamente critica, rendendo queste batterie ricaricabili.”

Questo significa batterie migliori di quelle ricaricabili oggi in commercio: le batterie al litio-metallico sono infatti basate su un anodo in litio che ha una capacità di accumulo di un ordine superiore rispetto alla grafite, anodo delle tradizionali batterie agli ioni di litio. Si può, quindi, a parità di peso, avere una doppia capacità o, dimezzando il peso, avere la stessa capacità delle attuali batterie.

Quali i prossimi passi per LIFT Energy?

LIFT Energy è stata una delle startup vincitrici di Encubator 2024, programma di accelerazione internazionale lanciato per la prima volta nel 2023 e rivolto a spin-off universitari e startup early stage che innovano nell’ambito della sostenibilità e della transizione energetica.

Essere selezionati tra le prime 9 startup su un totale di 200-250 partecipanti a livello europeo è stata una conferma del valore della nostra proposta,” dice Emanuale. “Encubator ci offre l’opportunità di accedere a un percorso di accelerazione per startup avanzate, un aspetto fondamentale per noi che veniamo da un background prettamente scientifico. Questo ci aiuterà ad aggiungere competenze cruciali nel business e nella gestione imprenditoriale.”

Ora, l’obiettivo a breve termine è realizzare un Proof of Concept (PoC) per validare la tecnologia a livello industriale.

“Il mercato delle batterie è estremamente competitivo, perciò è essenziale muoversi rapidamente” sottolinea Emanuele. “A breve termine, miriamo a espandere il nostro team e ad accedere a nuovi round di finanziamento per scalare la produzione. La nostra visione è quella di rivoluzionare il mondo delle batterie, contribuendo alla transizione energetica con un impatto positivo sull’ambiente e sull’economia.”

“Le sfide non mancano,” aggiunge, “soprattutto in un settore dominato da grandi colossi, prevalentemente asiatici. Tuttavia, crediamo fermamente nel potenziale della nostra tecnologia. Vogliamo seguire l’esempio di successi scientifici precedenti, dimostrando che anche le idee nate in Italia possono avere un impatto globale.”

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