Sta nascendo un nuovo hub per le batterie dell’auto elettrica in Austria.
Nel quadro della strategia europea per ridurre la dipendenza dalle importazioni e costruire una filiera interna delle batterie, iniziative sovranazionali riuniscono attori industriali, finanziari e accademici, con investimenti annunciati per decine di miliardi di euro lungo tutta la catena del valore, dall’estrazione delle materie prime al riciclo. In questo contesto l’Austria si presenta come uno dei Paesi più attivi, con un insieme di aziende e centri di ricerca che operano su accumulo energetico, mobilità elettrica, materiali avanzati e processi di economia circolare.
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I Battery Innovation Days a Graz
Un segnale visibile di questo posizionamento è l’assegnazione a Graz della quinta edizione dei Battery Innovation Days, svoltisi il 2 e 3 dicembre 2025. L’evento riunisce imprese, ricercatori e rappresentanti delle istituzioni europee per discutere lo stato dell’arte delle tecnologie di accumulo, le prospettive industriali e gli impatti delle nuove norme UE su sostenibilità e riciclo delle batterie. La scelta di Graz, dopo tappe in città come Bruxelles e Barcellona, conferma il ruolo della Stiria come area di specializzazione nelle tecnologie per le batterie, dall’ingegneria dei sistemi al riciclo dei materiali.
Ecosistema industriale e numeri dell’Austria
Secondo i dati diffusi dall’Austrian Business Agency, in Austria operano oltre 100 aziende e startup lungo la filiera delle batterie – dalla ricerca sui materiali alla componentistica, dall’integrazione di sistemi al riciclo – affiancate da più di 100 progetti di ricerca e sviluppo su mobilità elettrica, accumulo energetico e tecnologie dei materiali.
Il Paese conta inoltre diversi centri COMET (Competence Centers for Excellent Technologies) dedicati a scienza dei materiali, efficienza energetica, sicurezza e riciclo, e ospita player industriali internazionali come Samsung SDI, AVL, Miba e Varta Micro Innovation. L’insieme di questi soggetti partecipa ai programmi europei dedicati alle batterie, contribuendo sia alla ricerca sia alle prime applicazioni industriali.
La mappa dei centri di ricerca austriaci
La geografia della ricerca austriaca è articolata su più regioni: in Alta Austria la Johannes Kepler University di Linz e la University of Applied Sciences Upper Austria lavorano su nanotecnologie, innovazione per batterie e sistemi energetici; in Bassa Austria l’Institute of Science and Technology Austria approfondisce l’elettrochimica e i materiali per l’accumulo; a Vienna l’Austrian Institute of Technology, la TU Wien, la BOKU e la University of Applied Sciences Technikum Wien sviluppano progetti su energie rinnovabili, mobilità elettrica e riciclo; in Stiria, infine, centri come AVL Battery Innovation Center, TU Graz, BattLab, K1-MET e Montanuniversität Leoben sono focalizzati su sicurezza, durata, materiali e processi di economia circolare. Questo sistema si appoggia ai programmi europei per la ricerca industriale e a iniziative nazionali orientate alla transizione energetica.
Altri hub europei e posizione dell’Italia
Nel resto d’Europa il quadro è eterogeneo.
In Svezia il polo di Skellefteå, costruito attorno alla gigafactory di Northvolt, era stato indicato come modello per lo sviluppo di una grande industria europea delle batterie, ma nel 2025 la società ha presentato istanza di fallimento e si è avviata alla chiusura degli impianti principali, con impatti rilevanti sull’occupazione e sugli investimenti locali.
In Francia l’area di Dunkerque si è affermata come “Battery Valley” con la gigafactory di Verkor, sostenuta da fondi europei e nazionali, che punta a una capacità produttiva di 16 GWh nel 2025 e oltre 50 GWh entro il 2030.
In Germania il progetto di uno stabilimento per celle in Schleswig-Holstein, inizialmente legato a Northvolt, è oggi in fase di revisione a seguito delle difficoltà della società e della ridefinizione degli incentivi pubblici.
In Italia i principali progetti di gigafactory hanno incontrato ostacoli: la fabbrica di batterie prevista a Termoli da Automotive Cells Company, joint venture tra Stellantis, Mercedes e TotalEnergies, è stata di fatto accantonata, con lo spostamento del sito verso la produzione di cambi per veicoli ibridi; il centro di Mirafiori a Torino opera come polo di test e sviluppo per pacchi batteria e software di gestione, ma non come grande impianto produttivo; altri progetti privati, come Italvolt, hanno subito forti rallentamenti e incertezze sulla realizzazione degli stabilimenti.
Nel complesso, mentre alcuni Paesi europei stanno avviando capacità produttive su larga scala, l’Italia appare oggi più focalizzata su ricerca, testing e componentistica, in un quadro in cui le prospettive sulla produzione di batterie nell’Unione restano condizionate da costi elevati, concorrenza internazionale e domanda ancora volatile.





