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Klarna debutta a Wall Street: cosa significa per la pioniera del “buy now, pay later” e per il fintech europeo



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La ex startup svedese ha fatto il suo ingresso al New York Stock Exchange con una valutazione di circa 15 miliardi di dollari. Una cifra lontana dai fasti del 2021, ma comunque significativa in un contesto di mercati volatili e investitori più selettivi. Ecco cosa significa davvero questo debutto per Klarna e per il settore

Pubblicato il 10 set 2025

Luciana Maci

Giornalista



Klarna in Borsa (courtesy Klarna)
Klarna in Borsa (courtesy Klarna)

Il debutto di Klarna in Borsa è certamente importante per questa realtà svedese che, nel lontano 2005, ha visto prima degli altri le potenzialità del “Buy now pay later”, la versione digitale dei vecchi pagamenti a rate. Ma lo è anche anche, più in generale, per l’intero settore fintech che, dopo l’euforia del 2020-2021, ha attraversato una fase di forte ridimensionamento in Europa e nel mondo.

Vediamo dunque le tappe che hanno portato la ex startup a compiere il grande passo e cosa significa per l’azienda e per l’ecosistema di cui fa parte.

Klarna: la quotazione

Il 10 settembre 2025 Klarna si è lanciata nell’impresa che preparava da tempo: la quotazione al New York Stock Exchange, con ticker KLAR. Il prezzo dell’IPO, annunciato il giorno prima, è stato fissato a 40 dollari per azione, nella fascia alta delle stime.

Sono state collocate oltre 34 milioni di azioni, di cui circa 5 milioni direttamente dalla società e il resto da azionisti esistenti. La raccolta per questi ultimi ha sfiorato 1,37 miliardi di dollari, mentre la capitalizzazione si è fermata intorno ai 15 miliardi. Un traguardo importante, seppure ridimensionato rispetto alla valutazione di 45 miliardi raggiunta nel 2021, all’apice dell’entusiasmo per le fintech e per il modello “buy now, pay later” (BNPL), finanziamento a breve termine abilitato dalle tecnologie digitali che consente ai consumatori di effettuare acquisti e pagarli in una data futura, spesso senza interessi.

Ma come è nata Klarna?


Da Stoccolma al mondo

Fondata nel 2005 a Stoccolma da tre studenti universitari, Sebastian Siemiatkowski, Niklas Adalberth e Victor Jacobsson, nasce con l’obiettivo di rivoluzionare l’esperienza di pagamento sia per gli acquirenti sia per i commercianti. Offre ai consumatori online l’opzione di pagare subito, o di posticipare il pagamento nel tempo, offrendo un’esperienza di check-out semplice e sicura. Un’idea che i tre fondatori presentano al premio annuale per l’imprenditoria ma che viene bocciata. I tre però non si scoraggiano e fondano una startup che cresce rapidamente: due anni dopo, nel 2007, vende già i propri servizi in Finlandia, Norvegia e Danimarca. Seguono Germania e Paesi Bassi e, nel 2011, viene definita dal Telegraph una delle aziende tecnologiche più promettenti.

Klarna è sostenuta da investitori come Sequoia Capital, Bestseller, Permira, Visa e Atomico. Nel 2014 porta al proprio interno l’esperienza della tedesca Sofort AG dopo aver acquisito Sofort Banking dando vita a Gruppo Klarna. Nel 2015 entra nel mercato americano, ma il vero salto è nel 2019, alla vigilia del boom dell’e-commerce durante la pandemia. Una mossa che dà visibilità globale, ma aumenta anche i costi e rende più complessa la strada verso la redditività.

Negli anni successivi avviene la corsa al Buy Now Pay Later da parte di vari soggetti internazionali: la pioniera svedese si trova improvvisamente circondata da nuovi, agguerriti competitor. Ma reagisce bene: nel 2021, dopo il round da 1 miliardo di dollari chiuso in marzo, la società svedese annuncia un nuovo finanziamento in equity di 639 milioni che la conferma la fintech europea più valutata e la seconda al mondo: 45, 6 miliardi.

Nel 2022, però, registra perdite operative di 6,58 miliardi di corone svedesi (689 milioni di dollari). Da quel momento è stato un saliscendi nei ricavi e nelle valutazioni. Per poi arrivare alla situazione odierna (vedi sotto).

Oggi Klarna opera in 45 Paesi, serve oltre 150 milioni di utenti e collabora con più di 500 mila merchant in tutto il mondo.


Klarna 2025: una realtà in chiaroscuro

I dati finanziari più recenti restituiscono un quadro complesso. Nel secondo trimestre 2025, i ricavi hanno raggiunto 823 milioni di dollari, in crescita del 20% rispetto ai 682 milioni dello stesso periodo 2024, come confermato dal comunicato ufficiale della società.

Sul fronte della redditività, Klarna ha registrato il quinto trimestre consecutivo di utile operativo rettificato, pari a 29 milioni di dollari. Tuttavia, il Wall Street Journal segnala una perdita netta di circa 52 milioni di dollari, dovuta a costi più alti legati a crediti deteriorati, spese di finanziamento e un onere straordinario di 24 milioni per ristrutturazione.

La struttura dei ricavi mostra inoltre una forte dipendenza dal BNPL: circa il 75% proviene dalle commissioni applicate a merchant e consumatori, mentre il restante 25% dagli interessi attivi.


Perché l’IPO conta (non solo per Klarna)

La quotazione di Klarna non è solo un’operazione di mercato, ma un test per l’intero settore fintech. Dopo un 2021 euforico, segnato da valutazioni record e capitali abbondanti, il comparto ha dovuto affrontare inflazione, rialzo dei tassi e maggiore prudenza da parte degli investitori.

Molte fintech hanno messo in pausa i piani di IPO. Altre sono entrate in crisi: è il caso di N26, l’ex unicorno tedesco che ha dovuto rallentare la crescita “a ogni costo” e accettare regole più stringenti, segno che le autorità pretendono maggiore solidità patrimoniale e sostenibilità.

Questo non significa la fine del fintech, ma l’avvio di una nuova fase di consolidamento vigilato, in cui a contare non è più solo la crescita, ma la capacità di dimostrare un modello di business sostenibile.

La stessa Klarna aveva rinviato la quotazione in primavera per via delle turbolenze globali e dei timori legati ai nuovi dazi statunitensi. Tornare sul mercato a settembre e riuscire a collocare le azioni a 40 dollari significa restituire fiducia a un settore che oggi deve dimostrare solidità più che ambizioni.


Le prospettive

Con una capitalizzazione di 15 miliardi di dollari, Klarna si presenta a Wall Street come un gigante ridimensionato rispetto al passato, ma ancora centrale nel panorama globale del fintech. Il suo brand resta forte e la base clienti ampia. La vera sfida sarà trasformare la crescita in profitti stabili e diversificare i ricavi oltre il BNPL, in un contesto di concorrenza crescente da parte di banche tradizionali, big tech come Apple e PayPal e altre fintech emergenti.

La quotazione comporta anche nuove responsabilità: maggiore trasparenza verso i mercati, ma anche più pressione nel garantire risultati. Per gli investitori sarà un banco di prova su come valutare le fintech dopo la fine dell’era delle valutazioni record.

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