Come evolvono i modelli di leadership in un mondo sempre più incerto, ibrido e trasformato dall’AI? A questa domanda ha provato a rispondere Conn@ctions 2025, la terza edizione dell’evento ideato da Buono & Partners, boutique di consulenza strategico-relazionale, insieme alla Rome Business School, main partner dell’iniziativa.
Nella cornice del campus di Rome Business School, l’evento ha riunito manager, imprenditori, accademici e decision maker per una giornata di confronto sul ruolo delle relazioni professionali come leva di trasformazione.
L’occasione è stata anche quella per presentare il nuovo white paper “Better Leaders of Tomorrow”, che offre una lettura aggiornata e data-driven della leadership contemporanea, partendo da due survey parallele su top manager e studenti master. (qui puoi scaricare il white paper https://buonopartners.com/better-leaders-of-tomorrow/)
Indice degli argomenti
Tre sfide per la nuova leadership
Il paper individua tre aree strategiche per comprendere le sfide della leadership oggi: Purpose Driven Networking, Navigazione dell’incertezza e Gestione della workforce ibrida. È proprio quest’ultima a delineare i contorni più avanzati del nuovo scenario lavorativo.
La trasformazione digitale e l’adozione crescente dell’intelligenza artificiale stanno ridefinendo radicalmente i modelli operativi e le dinamiche relazionali all’interno delle organizzazioni.
Il lavoro ibrido, oggi preferito da oltre l’83% dei lavoratori a livello globale e già adottato in forma strutturata dal 44% dei lavoratori dell’Unione Europea, rappresenta ormai un nuovo standard.
L’impatto dell’AI sul lavoro e sulle organizzazioni
Parallelamente, secondo il rapporto UNCTAD di aprile 2025, il mercato globale dell’IA passerà da 189 miliardi di dollari nel 2023 a 4,8 trilioni nel 2033: non più solo uno strumento, ma un vero e proprio co-attore nei contesti lavorativi, capace di amplificare il potenziale umano anche nei ruoli più esposti all’automazione.
Fino all’80% delle professioni sarà almeno parzialmente toccato da queste trasformazioni, in particolare per effetto di modelli linguistici avanzati e agenti AI. Non si tratta più di impartire comandi testuali, ma di sviluppare nuove skill relazionali, simili alla negoziazione e alla collaborazione.
L’intelligenza artificiale, in questo senso, si configura come partner cognitivo, in grado di alleggerire i task ripetitivi e liberare risorse verso attività strategiche e creative. Studi recenti, come quello della Harvard Business School con il caso Procter&Gamble, dimostrano che l’AI aumenta qualità, coinvolgimento e soddisfazione professionale.
Perché la leadership deve cambiare pelle
In tale contesto, la leadership deve cambiare pelle: non basta adottare nuove tecnologie, serve ripensare i processi e ridefinire le relazioni. I modelli lineari cedono il passo a strutture adattive fondate su fiducia, trasparenza e dialogo continuo. Le competenze chiave diventano ibride – digitali, emotive, riflessive – e tracciano il terreno su cui costruire la co-evoluzione tra esseri umani e sistemi intelligenti. È questa la nuova sfida per i leader di domani.





