Finanziamenti

Seedrs, l’equity crowdfunding inglese che attrae le startup italiane

La piattaforma che ha permesso a Tandem di raccogliere 1 milione in 10 secondi ha lanciato la prima campagna fuori del Regno Unito partendo dalla modenese GlassUp (occhiali a realtà aumentata). Tra le altre società tricolori Stamplay, Bidtotrip e Vini Italiani

Pubblicato il 08 Giu 2016

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Jeff Lynn, Ceo di Seedrs

“Quest’anno abbiamo aperto anche in Italia e la nostra prima campagna europea è stata proprio in questo paese, con la startup GlassUp”. Questa è Seedrs, piattaforma di equity crowdfunding (raccolta fondi online che prevede per l’investitore quote azionarie della startup in cambio di investimenti) con sede a Londra, lanciata a metà 2012 da Jeff Lynn (Ceo) e Carlos Silva (Coo). La novità di Seedrs rispetto ad altre piattaforme analoghe, e in particolare a quelle italiane, è che raduna una community di piccoli e medi investitori internazionali consentendo il finanziamento di un progetto attraverso contributi che partono da 10 euro. Semplice e alla portata di tutti. Attraverso Seedrs sono state finanziate nuove realtà come BeArt, piattaforma di crowdfunding online dedicata all’arte contemporanea. Dallo scorso 12 maggio, nei primi cinque giorni di raccolta, nella startup sono stati investite oltre 60.000 sterline da parte di 29 diversi investitori, raggiungendo l’81% dell’obiettivo finale (75.000 sterline). Occorre subito rimarcare la differenza tra il gigante statunitense Kickstarter, portale di riferimento del crowdfunding, e la piattaforma inglese che, come già spiegato, rappresenta un “equity crowdfunding” e non un crowdfunding basato sul prodotto. Cosa cambia? Che nel primo caso si investe in quote di una compagnia (nel caso di Seedrs si può finanziare un progetto con contributi che partono da 10 euro) e non nel prodotto. Seedrs è anche la piattafoma che ha permesso a Tandem, banca digitale londinese che non ha filiali e opera soltanto tramite smartphone, di raccogliere un milione di euro in 10 secondi.

Cos’è Tandem, la banca digitale che piace agli investitori

Carlos Silva, Coo di Seedrs

Per attivare una campagna di questo tipo, la piattaforma britannica si assicura subito che la startup abbia la ferma volontà di condividere le proprie informazioni e renderle pubbliche, poiché – spiegano da Seedrs – “la necessità più importante che hai è di raccontare la tua storia e ispirare le persone che vogliono investire su di te”. Quindi chiedono di “incoraggiare le persone appartenenti al tuo network personale a investire, considerando che tu non stai vendendo il 100% dell’azienda, quanto il diritto a partecipare al futuro della compagnia”. Seedrs sostiene che il suo approccio ha il vantaggio di semplificare l’amministrazione e offrire agli investitori una protezione aggiuntiva, potendo agire per loro conto e negoziando con la società temi chiave come la diluizione del prezzo azionario, nel caso ci fosse il bisogno di raccogliere ulteriori finanziamenti. E ancora, la piattaforma punta sulla “nominee structure”, mantenendo le quote e agendo come rappresentante per gli azionisti che hanno investito nella startup tramite la campagna.

Premesso che Seedrs esegue un controllo rigoroso sulle società che intendono accedere ad una campagna di equity crowdfunding, va detto che oltre la sopracitata GlassUp, startup modenese ideatrice degli omonimi occhiali a realtà aumentata, altre imprese italiane si sono affidate alla piattaforma britannica. È avvenuto per Bidtotrip, startup di Cesena fondata da Sara Brunelli, Augusto Grandi e Chiara Fusaroli, specializzata in aste online dedicate a viaggi, hotel e vacanze di lusso in tutto il mondo (una sorta di ebay nel panorama del travel). Con un valore pre-money di 1.200.000 sterline, la campagna su Seedrs di Bidtotrip è andata ben oltre l’obiettivo inziale (75.000 sterline), raccogliendo quasi 238.000 sterline. E ancora Stamplay, società con sede a Londra e base operativa a Roma, che – con un valore pre-money di 1.700.676 sterline – ha raccolto circa 256.000 sterline (l’obiettivo iniziale era di 150.000 sterline); fondata da Giuliano Iacobelli e Nicola Mattina, è una piattaforma che consente a chiunque di costruire un’applicazione in cloud utilizzando moduli predefiniti, come fossero dei mattoncini Lego, con un back-end semplificato e user friendly. Bicchiere decisamente pieno, infine, anche per Vini italiani, società di Matteo Berlucchi e Bruno Cernecca con sede a Londra, che con un valore pre-money di 1.899.676 sterline, è andata del 23% oltre l’obiettivo iniziale, pari a 250.000 sterline, raccogliendo, appunto, quasi 310.000 sterline.

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