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La Consumer Goods Industry punta sull’AI per tornare a crescere: ecco come



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Il 2025 segna una fase critica per i beni di consumo: margini sotto pressione, fiducia in calo e promozioni tradizionali in crisi. Secondo il nuovo report Salesforce, l’AI è la leva su cui puntano i brand per innovare prodotti, personalizzare l’offerta e superare le difficoltà

Pubblicato il 17 set 2025



Consumer Goods Industry
Consumer Goods Industry

In un periodo tutto in salita per l’industria dei beni di consumo, i brand spostano il baricentro delle strategie sull’intelligenza artificiale: l’86% dei manager italiani ritiene che gli agenti AI diventeranno essenziali per competere nei prossimi due anni e l’89% si aspetta che contribuiscano direttamente alla crescita delle vendite. Numeri che mostrano come, in un contesto di margini compressi e promozioni tradizionali in crisi, l’AI sia ormai percepita non solo come strumento di efficienza, ma come leva decisiva per tornare a crescere.

Sono alcune delle evidenze contenute nel nuovo Consumer Goods Industry Insights Report di Salesforce, che fotografa un comparto in difficoltà. La fiducia dei consumatori diminuisce, le strategie tradizionali perdono efficacia e i fattori macroeconomici, dai dazi alle politiche commerciali, pesano sui margini. In Italia, il 51% dei leader prevede difficoltà nel raggiungere una crescita redditizia quest’anno.

Consumer goods industry: dai grandi marchi ai produttori

La consumer goods industry (in italiano: industria dei beni di consumo) è il settore che produce e distribuisce i beni acquistati direttamente dai consumatori finali per uso personale o domestico.

Si distingue in due grandi categorie:

  • Beni di consumo durevoli (durable goods): hanno un ciclo di vita lungo e non vengono acquistati frequentemente, come elettrodomestici, automobili, mobili.
  • Beni di consumo non durevoli (fast-moving consumer goods, FMCG): hanno un ciclo di vita breve e vengono consumati rapidamente, come alimentari, bevande, prodotti per la cura personale e per la casa.

Questo settore include quindi aziende che vanno dai grandi marchi alimentari (Nestlé, Ferrero, Unilever) a produttori di cosmetici, abbigliamento, elettronica di largo consumo e bevande.

Consumer goods industry: l’AI come priorità strategica

Nonostante il contesto, i dirigenti del settore non hanno dubbi: l’intelligenza artificiale è la chiave per competere. L’86% dei leader italiani crede che gli agenti AI diventeranno indispensabili entro due anni, e l’89% è convinto che contribuiranno direttamente all’aumento delle vendite. L’AI viene vista come un supporto concreto in più aree: dall’approvvigionamento alla previsione della domanda, dalla negoziazione con i fornitori al supporto delle reti di vendita.

Promozioni tradizionali in crisi, spazio alla personalizzazione

Le promozioni commerciali restano un investimento cruciale, ma solo metà generano ritorni positivi. I costi elevati e i rendimenti stagnanti segnalano che il modello tradizionale è al capolinea. Al contrario, le offerte personalizzate basate su AI superano i programmi fedeltà di quasi 34 punti percentuali in Italia, mostrando come la tecnologia possa trasformare la relazione con il cliente in un vantaggio competitivo.

Social media e nuove strategie digitali

La customer journey è ormai frammentata: il 74% dei consumatori ha cambiato marca e il 43% dei leader italiani ammette che la fedeltà è più difficile da mantenere che in passato. Per questo i brand stanno spostando gli investimenti su AI, social media e digital advertising. In Italia, il 67% punta sui social, il 68% sulla pubblicità digitale e il 65% su soluzioni di personalizzazione, dimostrando come il futuro del settore passi da strategie più mirate e guidate dai dati.

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