Realizzare un magazzino nel metaverso non è più fantascienza, ma una scelta concreta per rendere la filiera moda più efficiente e sostenibile. Grazie alla realtà virtuale è possibile creare showroom immersivi, gestire giacenze in tempo reale e ridurre campionari fisici, resi e viaggi inutili di merci. Vediamo in modo pratico cosa serve per partire, quanto tempo può richiedere e quali sono le principali voci di costo di un magazzino o showroom nel metaverso.
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Il metaverso per contrastare il fast fashion
In Europa ogni anno 5 milioni di tonnellate di vestiti e scarpe diventano rifiuti: sono circa 12 chili a persona, e l’80% finisce in discarica o negli inceneritori, mentre meno dell’1% viene riciclato.
Questo modello “usa e getta”, intrecciato alla logica del fast fashion e a catene logistiche che macinano migliaia di chilometri per ogni capo, ha un impatto ambientale enorme in termini di emissioni di CO₂, resi multipli e campionari fisici che spesso diventano scarto.
In questo contesto si inserisce la sfida di spostare parte del magazzino e della showroom nel metaverso, usando la realtà virtuale per progettare, esporre e gestire le collezioni in modo più snello e sostenibile. È la strada intrapresa da Emme Evolution con il progetto MetaWarehouse, finanziato da MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile attraverso fondi PNRR, che collega produttori, retailer e consumatori in un ambiente immersivo.
Come funziona un magazzino o una showroom nel metaverso
Alla base di un magazzino nel metaverso c’è un sistema in Realtà Virtuale (VR) capace di riprodurre uno spazio tridimensionale in cui muoversi, vedere prodotti, consultarne i dati e gestire gli ordini.
Nel caso MetaWarehouse, un team di ricerca guidato da Massimo Morelli e con il contributo di Saverio Piccininni ha progettato un ambiente virtuale che simula sia il magazzino sia lo showroom, utilizzabile in VR ma anche da desktop. All’interno di questo spazio gli utenti possono navigare il catalogo, vedere i capi in formato digitale, configurarne varianti e verificare la disponibilità in tempo reale.
Il cuore della soluzione è una dashboard 3D interattiva che, con gesti semplici e interfacce intuitive, permette sia agli amministratori sia ai clienti di:
- visualizzare prodotti e collezioni
- gestire gli ordini di vendita
- monitorare la catena di approvvigionamento del magazzino
- ottimizzare giacenze e riassortimenti
Il sistema lavora con logiche “pull”, cioè muove merci e persone solo quando serve davvero, così da ridurre i costi di stoccaggio, limitare i campionari fisici e tagliare le emissioni dei trasporti.
Magazzino nel metaverso: cosa serve per iniziare
Per passare da un magazzino tradizionale a uno nel metaverso non basta “accendere un visore”. Servono tecnologie, dati, competenze e una visione di filiera.
Infrastruttura digitale e piattaforma VR
Per prima cosa è necessario disporre di:
- una piattaforma software capace di creare e gestire ambienti 3D immersivi, come nel caso di MetaWarehouse
- sistemi per sincronizzare i dati di magazzino (inventario, ordini, giacenze) con il mondo virtuale
- un’interfaccia utilizzabile sia in realtà virtuale sia da desktop, così da non limitare l’accesso ai soli utenti con visore
La piattaforma deve essere progettata per una supply chain “snella” (lean), capace di ridurre sprechi e movimentazioni inutili, e per supportare la visualizzazione in tempo reale di collezioni, varianti e disponibilità.
Dispositivi: visori, PC e connessioni
Per fruire a pieno dell’esperienza servono:
- visori di realtà virtuale per le sessioni immersive (demo, buyer, eventi con clienti)
- computer con buone capacità grafiche per gli accessi da desktop
- una connessione stabile e veloce, soprattutto se più utenti si collegano contemporaneamente allo showroom
Non è però obbligatorio dotare tutti di visore fin da subito: la possibilità di usare il sistema anche da desktop permette un ingresso graduale e abbassa la barriera tecnologica.
Dati di prodotto e gemelli digitali
Un magazzino nel metaverso vive di dati accurati:
- schede prodotto complete (taglie, colori, materiali, varianti)
- immagini e, quando possibile, modelli 3D dei capi
- informazioni su disponibilità, tempi di riassortimento, collocazione a magazzino
Più i dati sono integrati e aggiornati, più lo showroom virtuale diventa uno strumento operativo, non solo un “effetto wow”.
Competenze e partner di filiera
Progetti come MetaWarehouse nascono da una collaborazione stretta tra impresa e mondo della ricerca. Emme Evolution ha lavorato all’interno del partenariato MICS, potendo contare su competenze multidisciplinari: eco-design, logistica, digitalizzazione, business model.
Per chi vuole intraprendere un percorso simile è fondamentale:
- definire una visione chiara sugli obiettivi (riduzione campionari, nuove modalità di vendita, ottimizzazione della supply chain)
- coinvolgere fin dall’inizio chi gestisce magazzino, commerciale e IT
- scegliere partner tecnologici e scientifici in grado di progettare soluzioni scalabili, non semplici dimostrazioni una tantum
Quanto tempo serve per creare un magazzino nel metaverso
I tempi di un progetto di magazzino nel metaverso variano molto in base a:
- complessità del catalogo prodotti
- numero di attori da coinvolgere (designer, retailer, logistica, IT)
- livello di integrazione richiesto con sistemi esistenti (ERP, WMS, e-commerce)
Nel caso di MetaWarehouse, il progetto è nato come risposta a un’esigenza interna di Emme Evolution, legata all’ottimizzazione logistica secondo i principi della lean production, ed è poi evoluto in una soluzione scalabile per l’intero settore moda. Questo implica una serie di fasi tipiche:
- Analisi di processi, dati di magazzino e obiettivi di sostenibilità
- Progettazione dell’ambiente virtuale e definizione delle funzionalità della dashboard 3D
- Sviluppo e integrazione con i sistemi aziendali esistenti
- Test e prototipazione immersiva (come la sessione dimostrativa organizzata a Martina Franca con visore VR)
- Rilascio progressivo a buyer, clienti e team interni
In pratica, si tratta di un percorso che richiede un orizzonte temporale di progetto, non un intervento spot: il metaverso, in questo caso, è un pezzo strutturale della trasformazione digitale e sostenibile della filiera, non un evento di comunicazione isolato.
Quanto costa un magazzino nel metaverso: le principali voci
Il comunicato di MetaWarehouse non indica cifre specifiche di investimento, ma evidenzia bene dove si generano i ritorni: riduzione di sprechi, campionari e costi logistici, oltre a un consumo più consapevole.
In generale, per stimare i costi di un magazzino o showroom nel metaverso è utile ragionare per voci:
- Sviluppo della piattaforma VR e dashboard 3D
- progettazione dell’ambiente virtuale
- sviluppo delle interfacce per amministratori e clienti
- integrazione con sistemi di magazzino e vendita
- Produzione dei contenuti digitali
- digitalizzazione delle collezioni (foto, modelli 3D, materiali)
- aggiornamento continuo di cataloghi, varianti e schede prodotto
- Infrastrutture e dispositivi
- eventuale acquisto di visori VR per demo e showroom
- adeguamento di postazioni desktop e rete aziendale
- Formazione interna e change management
- formazione del personale di magazzino, commerciale e marketing
- revisione di procedure e flussi per sfruttare davvero il sistema “pull”
La leva decisiva è che il metaverso non viene qui usato per “fare una bella esperienza di brand”, ma per ridisegnare supply chain e modello di business in chiave circolare: meno campionari fisici, meno resi, meno trasporti, più dati per progettare capi che durano e vengono scelti consapevolmente.
Il caso MetaWarehouse: un modello di riferimento per il Made in Italy
MetaWarehouse si distingue perché rappresenta un caso concreto di applicazione del metaverso alla filiera moda italiana, con una forte attenzione alla sostenibilità.
Come sottolinea Antonio Masciulli, amministratore unico di Emme Evolution, il vero punto di forza del progetto è la capacità di gestire e ottimizzare le giacenze, riducendo sprechi, campionari fisici ed emissioni legate alla logistica, e avvicinando la produzione alle esigenze reali dei clienti.
Per Giuseppe Lotti, Presidente della Scuola di Architettura dell’Università di Firenze e coordinatore scientifico dello Spoke 2 di MICS, MetaWarehouse è un esempio di come le strategie di eco-design e le soluzioni immersive possano guidare la trasformazione sostenibile della filiera moda, limitando l’uso di materiali e ottimizzando i flussi logistici.
MICS: il contesto di ricerca e innovazione che rende possibile il progetto
Il progetto MetaWarehouse è finanziato da MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile, un Partenariato Esteso sostenuto dal MUR con oltre 125 milioni di euro, di cui 114 milioni da fondi PNRR e più di 11 milioni di cofinanziamento privato. È il più grande investimento mai destinato in Italia a progetti di ricerca su economia circolare e sostenibile.
MICS lavora su otto aree tematiche di ricerca (Spoke) che coprono l’intera catena del valore:
- design digitale avanzato
- strategie di eco-design
- materiali verdi e sostenibili
- materiali intelligenti per processi circolari
- fabbriche a ciclo chiuso
- manifattura additiva
- modelli di business innovativi e orientati al consumatore
- fabbrica orientata al digitale e all’Intelligenza Artificiale
MetaWarehouse si inserisce in particolare negli Spoke legati a eco-design, modelli di business circolari e digitalizzazione della fabbrica, dimostrando come la collaborazione tra università e impresa possa generare modelli di business nuovi, basati su virtualizzazione e condivisione delle risorse.
Tra i partner di MICS ci sono 13 grandi realtà industriali italiane – da Aeffe a Brembo, da Natuzzi a Leonardo – e 12 partner pubblici tra università e centri di ricerca, dal CNR al Politecnico di Bari, al Politecnico di Milano, al Politecnico di Torino e a numerosi atenei italiani.
Perché conviene pensare a un magazzino nel metaverso oggi
Guardando al caso MetaWarehouse, emergono alcuni vantaggi chiave di un magazzino o showroom nel metaverso per la moda:
- riduzione di sprechi e campionari fisici
- taglio dei viaggi inutili di capi e campioni lungo la filiera
- maggiore sicurezza negli acquisti grazie a informazioni più complete e trasparenti
- supporto a una cultura del consumo informata e consapevole
- possibilità di ripensare i processi logistici in chiave “pull” e circolare
Per questo, costruire un magazzino nel metaverso non significa solo adottare una nuova tecnologia, ma ripensare l’intera filiera con obiettivi chiari di efficienza e sostenibilità. Il caso MetaWarehouse mostra che questo percorso è già in atto nel Made in Italy e che il metaverso, se usato con una visione industriale, può diventare un asset strategico e non un semplice esperimento digitale.







