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Upcycling edilizio: cos’è e perché è indispensabile per la sostenibilità



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Quasi 9 italiani su 10 ritengono importante dare nuova vita ad edifici in disuso: si chiama upcycling edilizio ed è importante per implementare innovazione e generare valore duraturo per il territorio. Una ricerca di YouGov con focus sull’hôtellerie. Il caso Aries Group

Pubblicato il 12 giu 2025



Upcycling edilizio
Upcycling edilizio

Sei italiani su 10 non sanno cos’è l’upcycling edilizio, eppure quasi 9 su 10 ritengono importante dare nuova vita ad edifici in disuso, riconoscendone un impatto positivo in termini di riduzione dell’impatto ambientale (50%), di miglioramento dell’estetica e vivibilità urbana (44%) e della creazione di nuove opportunità economiche e sociali (44%).

Sono i dati dell’Osservatorio “L’upcycling dell’hôtellerie: lo stato dell’arte e sfide per il futuro” di Aries Group, gruppo alberghiero indipendente italiano, commissionato all’istituto di ricerca YouGov.

Lo scopo: accendere i riflettori sul “fenomeno” dell’upcycling edilizio, con un focus sul settore alberghiero e sulla percezione degli italiani relativamente al connubio sostenibilità e hotel.

Cos’è l’upcycling edilizio

L’upcycling edilizio è un processo che prevede il recupero e il riutilizzo di materiali e strutture esistenti durante la ristrutturazione o il restauro di edifici. A differenza del riciclo, che implica la trasformazione di un materiale in una forma completamente nuova, l’upcycling mantiene l’integrità del materiale o della struttura originaria, migliorandone l’uso o l’estetica senza ridurne la qualità. Questo approccio è sostenibile, poiché riduce la necessità di risorse nuove, limita i rifiuti e contribuisce alla preservazione del patrimonio architettonico.

Un termine ancora poco conosciuto

La conoscenza dell’upcycling edilizio, dice la ricerca di YouGov, rimane ancora limitata: 6 italiani su 10 dichiarano di non averne mai sentito parlare. Inoltre, l’11% afferma di conoscere il concetto di upcycling, se applicato ad altri ambiti come moda, arredamento o bricolage, ma non al settore edilizio. Eppure, una volta compreso, 1 italiano su 3 dichiara che sceglierebbe più volentieri un hotel nato dal recupero di un edificio esistente.

Differenze tra upcycling edilizio e ristrutturazione

La differenza principale tra upcycling edilizio e ristrutturazione riguarda l’approccio e l’uso dei materiali esistenti:

  1. Upcycling edilizio: Il processo si concentra sul riutilizzo creativo di materiali e strutture esistenti per migliorarne la funzionalità o l’estetica, ma senza distruggerli o modificarli in modo radicale. L’idea è di dare una “nuova vita” agli elementi già presenti, trasformandoli in qualcosa di migliore o più moderno, senza doverli sostituire o smaltire. L’upcycling può comportare l’uso di materiali di recupero o il miglioramento di quelli esistenti, creando un impatto ambientale ridotto.
  2. Ristrutturazione: La ristrutturazione è un processo di ripristino o rifacimento di una struttura esistente, che può comportare sia il recupero che la sostituzione di elementi danneggiati o obsoleti. In una ristrutturazione, può essere necessario sostituire parti importanti di un edificio. Sebbene possieda un certo grado di recupero, la ristrutturazione tende ad essere un’operazione più ampia e strutturale, che può anche portare a modifiche significative nell’edificio.

Quali edifici da destinare all’upcycling

Tra gli immobili da rigenerare con maggiore urgenza, guidano la classifica ex fabbriche o complessi industriali e scuole e ospedali (al primo posto, entrambe a 71%), caserme o edifici militari dismessi (68%) e strutture ricettive abbandonate (66%).

A frenare il potenziale di questi interventi, secondo il campione intervistato, sono soprattutto la burocrazia complessa e i tempi di approvazione eccessivamente lunghi (67%) e i costi elevati di ristrutturazione (59%); le criticità si estendono anche al quadro istituzionale: il 51% degli intervistati critica la mancanza di una pianificazione urbanistica strategica a lungo termine e il 46% evidenzia la carenza di incentivi economici.

Focus sull’upcycling nell’hôtellerie

In Italia il tema dell’upcycling nel settore alberghiero non è ancora oggetto di particolare sensibilità: il 43% degli intervistati lo ritiene un argomento poco considerato e dibattuto, anche se una quota rilevante (36%) riconosce segnali di attenzione crescente, per ora circoscritta ad aree a forte vocazione turistica (18%) o comunque inferiore rispetto all’estero (18%).

E anche l’esperienza diretta rimane ancora limitata: solo 1 italiano su 4 dichiara di aver soggiornato in un hotel nato dalla riqualificazione di uno stabile esistente, con una leggera prevalenza maschile (18%).

Colpisce a riguardo il dato sulla scarsa consapevolezza: il 31% degli intervistati non sa se abbia mai alloggiato in una struttura rigenerata, percentuale che raggiunge il 41% tra la Generazione Z. Ciononostante, l’interesse verso questa tipologia di strutture si rivela notevole: il 31% degli italiani sceglierebbe più volentieri un hotel nato dal “recupero” di un edificio esistente, mentre un ulteriore 50% si dichiara propenso a soggiornarvi, a condizione che siano garantiti comfort, servizi e qualità.

L’upcycling come motore di innovazione (ma il supporto dello Stato è essenziale)   

Secondo 3 italiani su 4 lo Stato dovrebbe incentivare l’upcycling finalizzato alla creazione di strutture ricettive alberghiere. Tra i numerosi benefici individuati spiccano le nuove soluzioni architettoniche capaci di valorizzare storia e identità dell’edificio (45%) , mettendo in luce come il recupero non significhi semplice restauro, ma reinterpretazione creativa del patrimonio esistente. Seguono poi una maggiore attenzione all’accessibilità ed all’inclusività degli ambienti (37%), l’introduzione di tecnologie smart per la gestione efficiente di energia e risorse (33%) e la possibilità di offrire spazi ibridi più flessibili in linea alle nuove esigenze di lavoro, tempo libero e benessere (29%).

Un esempio: il caso Quark Hotel di Aries Group

Nato nel 2020, Aries Group è un gruppo alberghiero indipendente italiano presente nelle principali città d’arte e di business, la cui missione è dare una nuova vita al patrimonio immobiliare del Belpaese. L’upcycling è nel DNA dell’azienda che ha rigenerato quattro strutture alberghiere tra Milano, Bologna e Roma. Un processo che non si limita al restauro degli edifici, ma evolve costantemente per implementare innovazione e generare valore duraturo per il territorio e le comunità che lo vivono.

L’estate 2025 segnerà l’inizio presso il Quark Hotel, una delle strutture di Aries Group situata a Milano, di un progetto di ristrutturazione tecnologica, in collaborazione con EvaStomper Studio, che trasforma gli spazi in ambienti flessibili, neutri e tecnologici, unificando ingresso, sale eventi, meeting e aree di servizio con un design minimalista e materiali performanti. L’edificio, appartenuto a Ligresti e chiuso da alcuni anni, è stato riaperto e completamente rinnovato. Un modello di ospitalità rigenerativa che unisce riqualificazione urbana, innovazione tecnologica e impatto sociale. (a cura di Luciana Maci)

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