Sei italiani su 10 non sanno cos’è l’upcycling edilizio, eppure quasi 9 su 10 ritengono importante dare nuova vita ad edifici in disuso, riconoscendone un impatto positivo in termini di riduzione dell’impatto ambientale (50%), di miglioramento dell’estetica e vivibilità urbana (44%) e della creazione di nuove opportunità economiche e sociali (44%).
Sono i dati dell’Osservatorio “L’upcycling dell’hôtellerie: lo stato dell’arte e sfide per il futuro” di Aries Group, gruppo alberghiero indipendente italiano, commissionato all’istituto di ricerca YouGov.
Lo scopo: accendere i riflettori sul “fenomeno” dell’upcycling edilizio, con un focus sul settore alberghiero e sulla percezione degli italiani relativamente al connubio sostenibilità e hotel.
Indice degli argomenti
Cos’è l’upcycling edilizio
L’upcycling edilizio è un processo che prevede il recupero e il riutilizzo di materiali e strutture esistenti durante la ristrutturazione o il restauro di edifici. A differenza del riciclo, che implica la trasformazione di un materiale in una forma completamente nuova, l’upcycling mantiene l’integrità del materiale o della struttura originaria, migliorandone l’uso o l’estetica senza ridurne la qualità. Questo approccio è sostenibile, poiché riduce la necessità di risorse nuove, limita i rifiuti e contribuisce alla preservazione del patrimonio architettonico.
Un termine ancora poco conosciuto
La conoscenza dell’upcycling edilizio, dice la ricerca di YouGov, rimane ancora limitata: 6 italiani su 10 dichiarano di non averne mai sentito parlare. Inoltre, l’11% afferma di conoscere il concetto di upcycling, se applicato ad altri ambiti come moda, arredamento o bricolage, ma non al settore edilizio. Eppure, una volta compreso, 1 italiano su 3 dichiara che sceglierebbe più volentieri un hotel nato dal recupero di un edificio esistente.
Differenze tra upcycling edilizio e ristrutturazione
La differenza principale tra upcycling edilizio e ristrutturazione riguarda l’approccio e l’uso dei materiali esistenti:
- Upcycling edilizio: Il processo si concentra sul riutilizzo creativo di materiali e strutture esistenti per migliorarne la funzionalità o l’estetica, ma senza distruggerli o modificarli in modo radicale. L’idea è di dare una “nuova vita” agli elementi già presenti, trasformandoli in qualcosa di migliore o più moderno, senza doverli sostituire o smaltire. L’upcycling può comportare l’uso di materiali di recupero o il miglioramento di quelli esistenti, creando un impatto ambientale ridotto.
- Ristrutturazione: La ristrutturazione è un processo di ripristino o rifacimento di una struttura esistente, che può comportare sia il recupero che la sostituzione di elementi danneggiati o obsoleti. In una ristrutturazione, può essere necessario sostituire parti importanti di un edificio. Sebbene possieda un certo grado di recupero, la ristrutturazione tende ad essere un’operazione più ampia e strutturale, che può anche portare a modifiche significative nell’edificio.
Quali edifici da destinare all’upcycling
Tra gli immobili da rigenerare con maggiore urgenza, guidano la classifica ex fabbriche o complessi industriali e scuole e ospedali (al primo posto, entrambe a 71%), caserme o edifici militari dismessi (68%) e strutture ricettive abbandonate (66%).
A frenare il potenziale di questi interventi, secondo il campione intervistato, sono soprattutto la burocrazia complessa e i tempi di approvazione eccessivamente lunghi (67%) e i costi elevati di ristrutturazione (59%); le criticità si estendono anche al quadro istituzionale: il 51% degli intervistati critica la mancanza di una pianificazione urbanistica strategica a lungo termine e il 46% evidenzia la carenza di incentivi economici.
Focus sull’upcycling nell’hôtellerie
In Italia il tema dell’upcycling nel settore alberghiero non è ancora oggetto di particolare sensibilità: il 43% degli intervistati lo ritiene un argomento poco considerato e dibattuto, anche se una quota rilevante (36%) riconosce segnali di attenzione crescente, per ora circoscritta ad aree a forte vocazione turistica (18%) o comunque inferiore rispetto all’estero (18%).
E anche l’esperienza diretta rimane ancora limitata: solo 1 italiano su 4 dichiara di aver soggiornato in un hotel nato dalla riqualificazione di uno stabile esistente, con una leggera prevalenza maschile (18%).
Colpisce a riguardo il dato sulla scarsa consapevolezza: il 31% degli intervistati non sa se abbia mai alloggiato in una struttura rigenerata, percentuale che raggiunge il 41% tra la Generazione Z. Ciononostante, l’interesse verso questa tipologia di strutture si rivela notevole: il 31% degli italiani sceglierebbe più volentieri un hotel nato dal “recupero” di un edificio esistente, mentre un ulteriore 50% si dichiara propenso a soggiornarvi, a condizione che siano garantiti comfort, servizi e qualità.
L’upcycling come motore di innovazione (ma il supporto dello Stato è essenziale)
Secondo 3 italiani su 4 lo Stato dovrebbe incentivare l’upcycling finalizzato alla creazione di strutture ricettive alberghiere. Tra i numerosi benefici individuati spiccano le nuove soluzioni architettoniche capaci di valorizzare storia e identità dell’edificio (45%) , mettendo in luce come il recupero non significhi semplice restauro, ma reinterpretazione creativa del patrimonio esistente. Seguono poi una maggiore attenzione all’accessibilità ed all’inclusività degli ambienti (37%), l’introduzione di tecnologie smart per la gestione efficiente di energia e risorse (33%) e la possibilità di offrire spazi ibridi più flessibili in linea alle nuove esigenze di lavoro, tempo libero e benessere (29%).
Un esempio: il caso Quark Hotel di Aries Group
Nato nel 2020, Aries Group è un gruppo alberghiero indipendente italiano presente nelle principali città d’arte e di business, la cui missione è dare una nuova vita al patrimonio immobiliare del Belpaese. L’upcycling è nel DNA dell’azienda che ha rigenerato quattro strutture alberghiere tra Milano, Bologna e Roma. Un processo che non si limita al restauro degli edifici, ma evolve costantemente per implementare innovazione e generare valore duraturo per il territorio e le comunità che lo vivono.

L’estate 2025 segnerà l’inizio presso il Quark Hotel, una delle strutture di Aries Group situata a Milano, di un progetto di ristrutturazione tecnologica, in collaborazione con EvaStomper Studio, che trasforma gli spazi in ambienti flessibili, neutri e tecnologici, unificando ingresso, sale eventi, meeting e aree di servizio con un design minimalista e materiali performanti. L’edificio, appartenuto a Ligresti e chiuso da alcuni anni, è stato riaperto e completamente rinnovato. Un modello di ospitalità rigenerativa che unisce riqualificazione urbana, innovazione tecnologica e impatto sociale. (a cura di Luciana Maci)