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Puglia terra di innovazione: le tecnologie e le startup

Puglia terra di innovazione: le tecnologie e le startup


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L’ecosistema dell’innovazione della Regione Puglia è in crescita, ricorda Stefano Marastoni di ARTI, che racconta i settori chiave e i motivi di attrazione del territorio per chi vuole fare impresa innovativa

Pubblicato il 5 dic 2025




La Puglia è sempre meno solo la regione del turismo e dell’agroalimentare. Negli ultimi anni sta costruendo un profilo sempre più definito di terra di innovazione, dove politiche pubbliche, ecosistema della ricerca e mondo imprenditoriale iniziano a muoversi in modo coordinato.

A dirlo non sono solo le narrazioni, ma i dati. Lo sottolinea nel video che accompagna questo articolo Stefano Marastoni, economista dell’innovazione dell’Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione (ARTI): «La Puglia può essere considerata a pieno titolo una terra di innovazione. E ci sono fatti e dati concreti a dimostrarlo».

Da qui parte un viaggio dentro i numeri e le dinamiche che stanno cambiando il volto produttivo della regione, con un’attenzione particolare al ruolo delle startup innovative e alle condizioni necessarie perché possano crescere davvero.

Puglia e innovazione: un ecosistema in crescita

Il primo elemento su cui Marastoni richiama l’attenzione è il posizionamento della Puglia nel Regional Innovation Scoreboard 2025, lo strumento con cui la Commissione Europea misura la performance innovativa delle regioni europee.

«Il Regional Innovation Scoreboard 2025 ci mostra una Puglia classificata come “moderate innovator”, ma in crescita, con un outlook positivo» ricorda Marastoni nel video.

Un dato che fotografa un percorso di recupero rispetto al passato e una tendenza chiara: negli indicatori che misurano ricerca, collaborazione pubblico-privato, capacità innovativa delle PMI, la Puglia sta migliorando.

A questo quadro si aggiunge – sottolinea Marastoni – l’andamento delle imprese innovative nate e cresciute sul territorio:

«A questo si aggiungono i dati sulle startup pugliesi, in continua crescita sia per numero sia per fatturato e capacità di stare sul mercato».

Non si tratta, quindi, solo di una “fiammata” legata a singoli progetti, ma di un trend strutturale che riguarda l’ecosistema nel suo complesso: più iniziative imprenditoriali, più fatturato, più presenza sui mercati.

Quattro settori chiave: energia, life science, digitale, economia del mare

Se si entra nel merito delle filiere, emergono alcune specializzazioni in cui le startup pugliesi si stanno dimostrando particolarmente dinamiche.

«Se guardiamo alle startup – racconta Marastoni – vediamo quattro ambiti particolarmente dinamici: il cleantech ed energy, il life science e health tech, le tecnologie digitali e dell’informazione – quindi ICT e naturalmente intelligenza artificiale – e poi l’economia del mare, in particolare la blue economy».

Quattro mondi diversi, ma accomunati da alcuni tratti:

  • Cleantech ed energy: qui la Puglia incrocia la sua tradizionale vocazione energetica con la transizione green. Le startup lavorano su rinnovabili, efficienza energetica, storage, soluzioni per la decarbonizzazione di imprese e territori.
  • Life science e health tech: ricerca biomedica, dispositivi medicali, digital health, telemedicina. La presenza di poli universitari e ospedalieri di qualità offre un terreno fertile per iniziative che coniugano ricerca scientifica e nuove tecnologie.
  • Digitale, ICT e intelligenza artificiale: software, piattaforme, servizi digitali, soluzioni di AI applicate a manifattura, servizi, finanza, turismo. Qui si concentrano molte delle nuove startup nate negli ultimi anni.
  • Economia del mare e blue economy: un’area ancora in evoluzione, ma con grandi potenzialità, che va dalla logistica portuale smart alla pesca sostenibile, fino ai servizi digitali e green legati alla nautica e al turismo costiero.

Secondo Marastoni, è proprio il macrosettore cleantech ed energy a rendere oggi più visibile, a livello nazionale, il potenziale innovativo della Puglia: progetti legati alle rinnovabili, alle smart grid, alla gestione intelligente delle risorse energetiche pongono la regione al centro di una delle transizioni più strategiche per l’Europa.

L’ecosistema pugliese: ricerca, imprese, ARTI

In questo scenario, il ruolo di ARTI è quello di lavorare proprio su questi legami, mettendo a sistema le diverse componenti dell’ecosistema regionale: le università, i centri di ricerca, le startup, le PMI, le grandi imprese, le amministrazioni locali.

Marastoni lo sintetizza con un’immagine di ecosistema in crescita, in cui chi ha un’idea non è lasciato solo ma può trovare un contesto in grado di accompagnarlo nei diversi passaggi: dall’idea al prototipo, dal prototipo al prodotto, dal prodotto al mercato.

Dietro le parole “ecosistema scientifico e imprenditoriale” ci sono:

  • reti di ricerca che coinvolgono atenei e centri pubblici e privati;
  • strumenti di supporto per il trasferimento tecnologico;
  • bandi e misure dedicate a startup e PMI innovative;
  • attività di analisi dei dati territoriali che servono a indirizzare meglio le politiche.

È un lavoro fatto di policy e operatività, che non vede ARTI come semplice gestore di risorse, ma come soggetto che aiuta a leggere i trend, a mappare le competenze, a connettere i puntini tra mondi che spesso non parlano la stessa lingua.

Giovani e impresa: non scegliere tra radici locali e futuro globale

Uno dei passaggi più forti dell’intervento di Marastoni riguarda il messaggio ai giovani che vogliono fare impresa.

«Oggi direi sicuramente a un giovane che vuole fare impresa in Puglia, soprattutto impresa innovativa, che può farlo senza dover scegliere tra ricerca e lavoro, tra radici locali e futuro globale» afferma.

Il punto è ribaltare una narrazione che ha accompagnato per anni il Mezzogiorno: quella secondo cui chi vuole lavorare in settori ad alta intensità di conoscenza è costretto a lasciare il territorio.

Marastoni insiste su un’idea diversa: «Se hai un’idea, qui trovi un ecosistema scientifico e imprenditoriale pronto a crescere insieme a te».

(Contributo editoriale realizzato in collaborazione con Regione Puglia)

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