L’INTERVENTO

Intelligenza artificiale per le assicurazioni: un supporto, ma resterà indispensabile il rapporto umano



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L’intelligenza artificiale sta entrando sempre più prepotentemente nelle logiche assicurative. Ma chi lavora nel settore deve restare saldamente connesso con ciò che l’AI non potrà mai replicare: l’intuito, l’empatia, la capacità di cogliere i segnali deboli, l’intelligenza emotiva

Pubblicato il 13 giu 2025

Riccardo Porta

Chief Business Officer – YOLO Group



AI e assicurazioni: l’importanza dell’intelligenza emotiva
AI e assicurazioni: l'importanza dell'intelligenza emotiva

L’intelligenza artificiale sta entrando sempre più prepotentemente nelle logiche assicurative, ridefinendo il panorama del settore in modo profondo e irreversibile. Ma mentre la tecnologia avanza, emerge una verità fondamentale: sia per i clienti che per gli agenti, l’AI deve rappresentare un supporto, un aiuto prezioso che amplifica le capacità umane senza sostituirle. La libertà di scegliere come utilizzare questi strumenti rimane il cardine di un approccio equilibrato e sostenibile, dove il contatto umano continua a essere il pilastro insostituibile. Sono certo che le reti mi daranno ragione.

La rivoluzione dell’AI generativa e degli AI agents

Si parla molto di intelligenza artificiale, ma spesso senza comprendere appieno la portata della trasformazione in corso. L’intelligenza artificiale generativa ha già trasformato profondamente il nostro modo di lavorare, dimostrando capacità straordinarie nell’analizzare dati in tempo reale, automatizzare processi complessi, generare insight strategici e previsioni attendibili con una precisione e velocità impensabili fino a pochi anni fa.

Gli sviluppi più recenti, come gli AI agents, vanno ancora oltre: questi sistemi agiscono in autonomia, apprendono continuamente, interagiscono con l’ambiente digitale e fisico, prendendo decisioni e adattandosi dinamicamente alle situazioni. Una vera rivoluzione che cambia non solo le dinamiche competitive di ogni settore, ma anche la natura stessa dei rapporti tra clienti, agenti e Compagnie, creando nuove opportunità di servizio e personalizzazione.

AI e assicurazioni: la vera sfida nell’era digitale

Oggi guidare un’organizzazione significa confrontarsi quotidianamente con la velocità vertiginosa del cambiamento tecnologico, saper integrare l’intelligenza artificiale nelle strategie aziendali senza perdere di vista ciò che rende davvero solide e sostenibili le imprese: le persone. L’agente assicurativo non deve necessariamente diventare un esperto di codice o di programmazione, ma deve assolutamente saper comprendere le logiche alla base dell’AI, i suoi limiti intrinseci, i suoi rischi etici e le sue straordinarie potenzialità.

La vera sfida è governare questa trasformazione epocale, non subirla passivamente. Significa sviluppare una consapevolezza critica che permetta di sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla tecnologia, mantenendo sempre il controllo delle decisioni strategiche e dei processi fondamentali. Occorre fare tanta formazione ad hoc.

L’insostituibile valore dell’intelligenza emotiva

Ma soprattutto, chi lavora nel settore assicurativo deve restare saldamente connesso con ciò che l’AI non potrà mai replicare: l’intuito, l’empatia, la capacità di cogliere i segnali deboli, di sentire l’atmosfera di una stanza, di capire istintivamente quali siano le preoccupazioni di una persona se ha bisogno di essere ascoltata e compresa. Lo scriveva bene Francesco Ciampi, Professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese sul Sole24Ore di qualche giorno fa.

L’algoritmo può suggerire un profilo di rischio perfetto basato su migliaia di variabili, può supportare efficacemente una decisione con dati oggettivi, ma non può costruire quella fiducia profonda che nasce solo dal rapporto umano autentico.

Un esempio dal mio osservatorio privilegiato in YOLO: abbiamo lanciato da poco un preventivatore online per la polizza Nat Cat. L’impresa o l’imprenditore può calcolarsi da solo il costo della copertura. Ma abbiamo anche lasciato in evidenza un numero di supporto perché i tool sono efficaci ma, come scritto pocanzi, nulla può rassicurare (e mi verrebbe da aggiungere: e vendere meglio) di un rapporto “umano”. Come a dire: un “check-up” fatto da una macchina è una cosa, fatto da un esperto e di persona è un’altra.

Il vero vantaggio competitivo

Le Compagnie che continueranno a creare valore sostenibile nel tempo saranno quelle capaci di coniugare l’efficienza dell’AI con la profondità dell’intelligenza emotiva. Quelle organizzazioni che non rinunceranno mai al pensiero critico, alla responsabilità etica, al carisma naturale, alla capacità di creare senso e mobilitare le persone attorno a una visione condivisa e motivante. Attenzione però che se è vero che l’AI vada addestrata continuamente, anche chi la usa così come chi si rapporta con i clienti ha bisogno di supporto. La tecnologia è uno strumento potentissimo, ma rimane sempre e solo uno strumento: sono le persone che la dirigono a determinarne l’impatto positivo o negativo.

Libertà di scelta

Le Compagnie assicurative che faranno davvero la differenza nei prossimi anni saranno quelle che sapranno usare l’AI come leva strategica, non come fine ultimo. Organizzazioni guidate da imprenditori che sapranno decidere con saggezza quando fidarsi dei dati e quando fidarsi delle proprie intuizioni, che comprenderanno profondamente che, in un’epoca dominata dalla tecnologia, ciò che resta davvero insostituibile è l’umanità.

Clienti e agenti devono rimanere liberi di scegliere come e quando utilizzare gli strumenti di intelligenza artificiale, mantenendo sempre il controllo delle decisioni più importanti. Questa libertà non è solo un diritto, ma una necessità strategica per preservare la qualità del servizio e la fiducia che è alla base di ogni rapporto assicurativo.

È in questa consapevolezza che il settore assicurativo può trovare la strada per un futuro in cui tecnologia e umanità si completano a vicenda, creando valore autentico per clienti, agenti e Compagnie.

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