L’ANALISI

Insurtech in Europa: meno capitali, deal più selettivi. Ecco perché (e che cosa cambia per l’Italia)



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Nel primo semestre 2025 l’Insurtech europea segna 25 operazioni per 317,5 milioni di dollari, in calo rispetto al 2024. L’investimento medio cresce, ma i grandi round restano un’eccezione. Se il trend continua, l’anno chiuderà con –26% capitali e –15% operazioni. Ecco perché

Pubblicato il 4 set 2025



Insurtech Europa
Insurtech Europa

Nel primo semestre del 2025 l’Insurtech europea ha registrato una nuova battuta d’arresto: 25 operazioni contro le 33 dello stesso periodo del 2024 (–24%), con una raccolta complessiva di 317,5 milioni di dollari, pari a un calo dell’8% su base annua e del 38% rispetto alla seconda metà del 2024. L’investimento medio è salito a 12,7 milioni di dollari (da 10,5 milioni nella prima metà del 2024), segnale di una maggiore concentrazione di capitali su pochi attori considerati più solidi.

Sul fronte delle grandi operazioni il mercato resta debole: i finanziamenti inferiori a 100 milioni di dollari hanno totalizzato 175 milioni, in calo del 44% rispetto al secondo semestre 2024. Tra le operazioni più rilevanti si segnala Napo, insurtech britannica specializzata in polizze per animali domestici, che ha raccolto 15,2 milioni di dollari in un round di serie B.

Se il ritmo del primo semestre dovesse proseguire, il 2025 si chiuderebbe in Europa con circa 635 milioni di dollari raccolti attraverso una cinquantina di operazioni, ossia il 26% in meno di capitali e il 15% in meno di transazioni rispetto al 2024.



Perché l’Insurtech sta rallentando

1) Costo del capitale e “flight to quality”. Dopo il ciclo 2021, la normalizzazione dei tassi ha reso più cara la crescita “a ogni costo”; i fondi selezionano team con unit economics comprovati, contratti enterprise e time-to-value misurabile. L’aumento della size media in H1 2025, pur in calo di volumi, riflette questa selezione.

2) Uscite deboli, M&A in ripresa. Le finestre IPO rimangono caute; gli exits sono trainati più da M&A che da listini, fenomeno che interessa l’intero tech europeo (AI in particolare), con impatto diretto sugli incentivi dei VC a finanziare round late-stage.

3) Cambia la domanda delle compagnie. Nel 2025 la spesa digitale degli incumbent si è spostata su core modernization, data & AI e compliance. EIOPA rileva un’accelerazione della digitalizzazione ma anche nuove frizioni regolamentari (AI, dati, IoT) che spingono gli investimenti verso soluzioni B2B “abilitanti” e cicli d’acquisto più lunghi: meno hype, più progetti industriali.

4) Ribilanciamento del rischio catastrofale e protezione climatica. La proposta ECB–EIOPA di uno schema UE di riassicurazione pubblico‑privato per catastrofi (dicembre 2024) fotografa una realtà: solo un quarto delle perdite catastrofali in Europa è assicurato. Il tema spinge verso prodotti parametrici e servizi di prevenzione/monitoraggio, ma gli investitori attendono chiarezza di policy e partnership industriali prima di finanziare aggressivamente nuove capacity.

5) Polarizzazione dei round e meno mega‑deal. In Europa pochi big ticket (es. wefox ha raccolto €151 milioni a luglio) non bastano a compensare la fiacca generale; gli investitori privilegiano mid‑ticket con traiettorie di profittabilità visibili.

6) AI come catalizzatore, ma non per tutti. A livello mondiale il Q1 2025 ha visto un rimbalzo a $1,31 mld (Q/Q +90%), con il 61% dei deal diretti a società AI‑centriche; in Europa però l’effetto si concentra su enabler (pricing, antifrode, claims automation, agenti AI) più che sui modelli full‑stack “Insurtech 1.0”.


Il dato di metà anno, in sintesi (Europa)

  • Deal H1 2025: 25 (–24% vs H1 2024; –4% vs H2 2024)
  • Funding H1 2025: $317,5 mln (–8% YoY; –38% vs H2 2024)
  • Ticket medio: $12,7 mln (H1 2024: $10,5 mln; H2 2024: $19,8 mln)
  • Deal < $100 mln: $142,5 mln (–59% vs H1 2024; –29% vs H2 2024)
  • Deal ≥ $100 mln: $175 mln (0 in H1 2024; –44% vs H2 2024)
  • Esempio H1: Napo (pet insurance, UK) $15,2 mln Series B.

L’impatto sul mercato italiano

Budget di innovazione in crescita, ma VC più selettivo

L’Italian Insurtech Association stima il superamento di €1 miliardo di investimenti in innovazione assicurativa nel 2025 (capex/opex digitali degli incumbent, formazione, partnership e M&A), dopo aver toccato la soglia del miliardo a fine 2024: è una metrica diversa dal puro venture funding, ma descrive bene la priorità strategica della trasformazione digitale.

Deal italiani: meno “fireworks”, più industrializzazione. Nel semestre si vedono round mirati su player a trazione B2B/MGA. Wopta Assicurazioni ha consolidato la capitalizzazione complessiva a €12 milioni con l’ingresso di nuovi soci (club deal guidato da Belluzzo), avviando il percorso verso una Serie B per crescere su PMI e partnership distributive: è un esempio del tipo di operazioni che l’ecosistema continua a finanziare anche in fase selettiva.

Un ecosistema più maturo. A fine 2024 l’Italia contava 596 startup fintech & insurtech (in lieve calo da 622 nel 2023), con funding e ricavi in aumento: il mercato si sta consolidando, puntando a sostenibilità economica e integrazione con i canali tradizionali. Questa maturazione rende le startup più “bancabili”, ma riduce la quantità di esperimenti ad alta combustione di capitale.

Regolazione abilitante (se usata bene). La Regulatory Sandbox coordinata da MEF, IVASS, Banca d’Italia e Consob resta uno strumento utile per testare soluzioni (AI generativa, synthetic data, usage‑based, embedded) in regime semplificato: l’ultima finestra evidenzia sperimentazioni su guida green, synthetic data e blockchain registry. Più progetti “sandbox‑ready” possono accorciare i cicli di vendita e ridurre il rischio percepito dagli investitori.

Dove si dirigeranno i capitali in Italia (12–18 mesi):

  • AI applicata: pricing, antifrode, claims automation e knowledge management per reti e liquidatori; preferenza a soluzioni integrate nei core‑system e con KPI di costo/tempo di gestione dossier.
  • Embedded & partnership: accordi con banche, utility, mobilità e retail per distribuire polizze contestuali (PMI e micro‑business in primis).
  • Parametrici/climate: agricoltura, energy & infrastrutture, con dati geospaziali e monitoraggio continuo per underwriting dinamico e loss prevention (vedi box sotto).
  • MGA verticali: focus su nicchie (professionisti, animali domestici, cyber SME), con discipline di raccolta e riassicurazione più stringenti.

Perché i “dati alternativi” contano (anche per gli assicuratori italiani)

L’attenzione a prevenzione e resilienza apre spazio a provider di dati e monitoraggio che non sono Insurtech in senso stretto ma abilitano underwriting e gestione sinistri. Un esempio: piattaforme aeree a emissioni zero basate su dirigibili autonomi con missioni multi‑giorno (fino a 168 ore) e payload multisensore (camera, LiDAR, magnetometro, gravimetro), utili per ispezioni infrastrutturali, telerilevamento ambientale e raccolta di telemetria in tempo reale. Per P&C e specialty lines, queste fonti possono sostenere tariffazione dinamica, trigger parametrici e stima dannipost‑evento, riducendo perimetri di incertezza.


Cosa aspettarsi a fine 2025 e nel 2026

  • Scenario base (Europa): Se nella seconda metà del 2025 non ci sarà un’inversione di tendenza, l’anno si chiuderà con circa 635 milioni di dollari raccolti in una cinquantina di deal, segnando un calo del 26% rispetto al 2024. La contrazione non riguarda solo le fasi iniziali: i mega-round restano rari e non bastano a compensare la diminuzione dei deal sotto i 100 milioni di dollari.
  • Vuoi che lo renda ancora più giornalistico, con un tono da analisi di mercato?
  • Scenario “pivot ai fondamentali”: la domanda di AI applicata e di soluzioni dati per rischio climatico può sostenere un rimbalzo selettivo su B2B SaaS e MGA tecnici, specie dove esistono proof of value con compagnie.
  • Italia: gli investimenti interni delle compagnie (IT/AI/operativo) dovrebbero aumentare, mentre il venture su startup domestiche resterà selettivo e guidato da partnership industriali, sandbox e M&A di integrazione.

Takeaway per operatori italiani

  1. Misurabilità prima di tutto. Portare in dote ROI tangibile su loss‑ratio, expense‑ratio o NPS; contratti “land & expand” con payback < 12 mesi battono le promesse generiche di AI.
  2. Data partnerships. Integrare geospatial/IoT e fonti alternative per pricing e claims: aumenta la difendibilità del prodotto e accorcia il ciclo di decisione.
  3. Capital strategy ibrida. Considerare club deal e corporate VC domestici come ponte verso Serie A/B (il caso Wopta mostra una via praticabile).
  4. Regtech by design. Anticipare le richieste normative (AI governance, data lineage, explainability) per ridurre il rischio di progetto segnalato dai board.
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