“Alle imprese non serve un altro chatbot: servono agenti che sappiano quando chiedere aiuto, imparino dagli esperti e migliorino in modo continuo“. Così Giorgio Barnabò, 32 anni, CEO e co-founder di Syllotips, spiega a EconomyUp l’idea alla base della startup romana che ha appena raccolto un round da 4,2 milioni di euro. L’obiettivo finale di questa realtà innovativa è infatti trasformare l’ingente sapere delle aziende (anche quello tacito, che è nella testa delle persone e non è rintracciabile nei documenti o nei fogli Excel) in un patrimonio digitale condiviso e vivo, in grado di far crescere giorno dopo giorno l’intelligenza artificiale. Ma vediamo meglio come è nata questa giovane società che è presto riuscita ad attrarre l’interesse di investitori di alto profilo, come Vento, il venture capital della famiglia Agnelli, e a inserire nel proprio board figure di rilievo come il CEO di Microsoft Italia, Vincenzo Esposito.
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Come è nata Syllotips
La startup è stata fondata a Roma nel 2023, grazie a un’intuizione maturata tra i corridoi universitari e le esperienze di ricerca all’estero. I fondatori hanno iniziato lavorando per circa un anno senza stipendio, come accade spesso in realtà di questo tipo. Mentre sviluppavano un primo prototipo, hanno ottenuto 83mila euro a fondo perduto da Lazio Innova. La vera svolta è arrivata con l’ingresso nell’acceleratore Techstars Transformative World Torino, che ha investito 120mila dollari e ha dato al team credibilità e visibilità internazionale.
Dopo l’esperienza con Techstars, la startup ha iniziato a bussare alle porte dei primi investitori istituzionali. Tra questi c’è stato Vento, il fondo di venture capital legato alla famiglia Agnelli. Il supporto di questo e altri investitori ha portato nelle casse della società circa mezzo milione di euro, fondamentali per consolidare il prodotto e assumere le prime figure chiave del team.
Nel 2024 Syllotips ha ottenuto lo SMAU Innovation Award e nel 2025 è stata finalista alla President’s Innovation Challenge degli Harvard Innovation Labs.
I fondatori
Il team è composto da tre giovani romani: il già citato Barnabò, PhD in AI ed esperienza in Amazon; Leonardo Martini, con un dottorato tra La Sapienza e Harvard; Simone Silvestri, 29 anni, proveniente da Ericsson.
“Con Leonardo ci siamo conosciuti durante il dottorato. Da subito abbiamo condiviso la convinzione che non aveva senso competere con i big player americani sul core dell’AI, ma bisognava creare strumenti capaci di generare valore dentro le aziende”, spiega Barnabò.
Il need: il problema dell’adozione dell’AI generativa nelle imprese
Il need che Syllotips punta a soddisfare è quello che il MIT, in un recente studio, ha definito “GenAI divide”: il 95% delle organizzazioni non vede ritorni misurabili dall’AI generativa e solo il 5% delle soluzioni supera la fase pilota. Adozione ampia, ma trasformazione e creazione di valore tangibile limitata.
Il problema non è la potenza dei modelli, ma il learning gap: sistemi che non apprendono dal contesto, non trattengono i feedback e si integrano poco nei flussi di lavoro esistenti. È su questo scarto tra prova e realtà operativa che SylloTips fonda la propria proposta.
Il cuore della soluzione di Syllotips
“Ci siamo resi conto – racconta il CEO – che la vera ricchezza delle aziende è la conoscenza non documentata, quella che resta nella testa delle persone. La sfida era catturarla e metterla a disposizione dell’AI”. Ma come?
Il software di Syllotips è integrato in Microsoft Teams e si basa su agenti AI “human-in-the-loop”: non sostituiscono i lavoratori, ma li affiancano, chiedendo supporto quando necessario. Ogni volta che l’AI incontra un dubbio o una contraddizione, la domanda viene indirizzata ai subject matter expert dell’azienda. Le risposte alimentano una governed memory, un archivio verificato che diventa sempre più ricco e accurato.
“Ogni volta che un operatore chiarisce un punto o integra una procedura, l’intelligenza artificiale apprende e migliora. È un addestramento costante, fatto dai dipendenti stessi, che trasforma il know-how individuale in patrimonio collettivo”, sottolinea l’intervistato.
In cosa Syllotips differisce dai competitor
“Ovviamente – sottolinea il CEO – abbiamo dei competitor, in particolare tutte le soluzioni legacy. Tipicamente le aziende hanno provato a costruirsi dei chatbot usando per esempio Microsoft Copilot, però manca la componente fondamentale che è quella di arricchimento iterativo della knowledge base partendo da contributi qualificati. Quello che noi puntiamo ad aggiungere è proprio questo apprendimento continuo, questo confronto costante tra umano e AI che altre soluzioni non sono in grado di offrire”. (Sotto: l’interfaccia principale di Syllotips)

Casi d’uso
Tra i casi d’uso di maggior successo tra i clienti di Syllotips ci sono il supporto agli operatori di call center (tempi medi di gestione ridotti e maggiore coerenza delle risposte), assistenza ai lavoratori sul campo (procedure contestualizzate, checklist e troubleshooting sul campo) e abilitazione delle reti vendita (preparazione di offerte e Q&A tecnico-commerciale su cataloghi complessi).
La natura multimodale consente di combinare documenti, immagini e dati strutturati; il supporto multilingua ne favorisce l’adozione in organizzazioni multinazionali.
Ecosistema e integrazione
Un altro tassello è l’ecosistema. SylloTips è partner ufficiale di Microsoft, disponibile sull’Azure Marketplace e già MACC-eligible, semplificando il procurement tramite l’uso di budget Azure già allocato. Sul fronte integrazioni, il software si collega ai principali sistemi aziendali — Salesforce, SAP, ServiceNow, Jira, Google Drive, oltre a Microsoft Copilot e ai data lake proprietari — evitando nuove “isole” applicative e rispettando le policy IT.
Pur essendo un prodotto SaaS, il modello operativo richiama quello dei campioni dell’integrazione: co-design con il cliente, lavoro in team congiunti sull’integrazione applicativa e sulla qualità dei dati, obiettivi condivisi di affidabilità e telemetria per misurare l’impatto reale. È un’impostazione “hands-on” che spiega perché i piloti non restano vetrine, ma diventano sistemi vivi in esercizio.
I clienti
Syllotips ha già conquistato diversi clienti di peso. Tra questi figurano EOLO, Leonardo Assicurazioni, Gruppo AB e Coima, oltre a una delle principali tower company europee e a una grande realtà della manifattura italiana (non citabili per motivi di riservatezza). Collaborazioni che confermano l’interesse di settori diversi, dalle telecomunicazioni alle assicurazioni, fino al fintech e alla produzione industriale, per una tecnologia capace di valorizzare il know-how aziendale attraverso l’uso intelligente dell’AI.
Il round da 4,2 milioni
A settembre 2025 la startup ha annunciato la chiusura di un seed round da 4,2 milioni di euro, tra i più consistenti in Italia nell’anno. L’operazione è stata guidata da Azimut, con la partecipazione di Techstars, The Techshop, Cloud Accelerator e il fondo internazionale Leo Capital, al suo primo investimento in Italia.
“Questo round ci dà la possibilità di accelerare, sia sullo sviluppo tecnologico sia sul go-to-market. È un passo che ci proietta su una traiettoria di crescita internazionale”, commenta Barnabò.
Cosa dicono gli investitori
“Investire in Syllotips è stata una delle decisioni più facili che abbia mai preso come investitore”, afferma Martin Olczyk, amministratore delegato di Techstars Transformative World Torino. “È stato subito chiaro che Giorgio e il suo team combinano una rara compatibilità tra fondatore e mercato, una forte capacità di esecuzione e una visione audace. Dal primo giorno fino al traguardo odierno, i loro progressi sono stati notevoli”.
Dello stesso avviso Gianluca D’Agostino, managing partner di The Techshop: “Abbiamo investito in Syllotips già al pre-seed, puntando sulla competenza e sull’affiatamento del team. In pochi mesi li abbiamo visti crescere come imprenditori e trasformare radicalmente il prodotto, valorizzando i feedback dei primi design partner. La nostra convinzione si è poi rafforzata con i riscontri molto positivi in merito all’adoption della suite”.
Infine, Guido Bocchio, Head of Venture Capital di Azimut Libera Impresa, evidenzia la portata strategica dell’investimento: “Siamo orgogliosi di sostenere Syllotips e il suo team eccezionale. Crediamo profondamente che la loro visione, basata su un approccio innovativo dell’intelligenza artificiale, stia creando il futuro della conoscenza professionale”.
Il board
A presidio della strategia, il board si è arricchito di figure di primo piano: Vincenzo Esposito (CEO Microsoft Italia), Nicoletta Mastropietro (già CIO di Leonardo, Vodafone, Banca Iccrea e A2A), Maurizio Bobbio (ex SVP Oracle) e Lorenzo Congiu (Azimut).
Per Vincenzo Esposito, CEO di Microsoft Italia, l’intelligenza artificiale è ormai una “general purpose technology” destinata a ridisegnare il lavoro. “L’avvento degli agenti, che eseguono compiti e orchestrano processi, ha il potenziale di moltiplicare l’impatto su persone, imprese ed economia. Il software multi-agent di Syllotips è fondato nel capitale umano, unendo la tecnologia al ruolo delle persone, che restano al centro”.
Anche Nicoletta Mastropietro, già CIO di Leonardo, Vodafone, Banca Iccrea e A2A, vede nella startup un unicum nel panorama dell’AI generativa. “Ogni agente è pienamente responsabile: ogni interazione è tracciata e ogni dato verificabile. La qualità delle informazioni cresce costantemente… Efficienza, rapidità e affidabilità diventano la norma, trasformando il modo in cui si crea valore passando in poco tempo da pilota a produzione”.
Maurizio Bobbio, ex SVP di Oracle, sottolinea invece la qualità del team e la capacità del prodotto di affrontare problemi concreti in diversi settori. “Il founders team è molto competente, ambizioso ed equilibrato… Syllotips si adatta al contesto e migliora con l’utilizzo, integrandosi con i processi e i sistemi del cliente. Credo che l’aggressività commerciale e la velocità con cui Syllotips si muoverà, sia in ambito nazionale che non, siano gli elementi chiave per realizzare le grandi ambizioni che tutti noi abbiamo”.
I prossimi passi
Le nuove risorse saranno investite principalmente in business development, con l’ingresso di nuove figure commerciali e di profili senior in AI. L’obiettivo è rafforzare la presenza nei settori telco, assicurazioni, banche e difesa.
“Il nostro scopo non è solo vendere un software, ma costruire con le aziende un percorso che le porti dai piloti alla produzione, con risultati concreti e misurabili”, conclude Barnabò.






