NORME E INNOVAZIONE

Startup innovative, che cosa cambia con la nuova circolare del MIMIT: definizione, tempi, verifiche



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Novità nella definizione di startup innovativa, autocertificazioni e e verifiche, fine delle proroghe emergenziali: una circolare fa chiarezza su diversi punti oscuri delle regole dello ScaleUp Act del dicembre 2024

Pubblicato il 1 ago 2025



Camera Arbitrale Startup

Centinaia di startup iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese – e tutto l’ecosistema che ruota attorno loro – erano in attesa da settimane e i chiarimenti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) sono arrivati il 30 luglio, sotto scadenza dei bilanci 2024, come è abitudine in Italia, con una circolare interpretativa che completa il quadro operativo delle importanti modifiche introdotte dalla Legge 193/2024 sulla definizione e gestione delle startup innovative.

La circolare fornisce risposte puntuali a una serie di dubbi interpretativi nati dopo l’entrata in vigore delle nuove regole (18 dicembre 2024), con particolare riferimento agli articoli 28 e 29 della Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023 (qui puoi trovare le zone d’ombra dello Scaleup Act analizzate dall’avvocato Fabio Azzolina)

Come sottolinea Chiara Petrioli, presidente di InnovUp – l’associazione che rappresenta l’ecosistema italiano dell’innovazione – «la circolare rappresenta un utile strumento operativo e di orientamento per tutti coloro che, in vista delle prossime chiusure dei bilanci e delle contestuali autocertificazioni per ottenere o mantenere lo status di startup innovativa, necessitano di maggiore certezza interpretativa».

Ma quali sono i chiarimenti principali? E cosa cambia, concretamente, per le startup? Ecco una guida alla lettura (qui puoi scaricare la versione integrale della circolare del MIMIT).


Startup innovative, le quattro novità nella definizione

La riforma dell’articolo 25 del D.L. 179/2012 – cuore dello “Startup Act” italiano – ha modificato in modo sostanziale la definizione di startup innovativa, introducendo quattro novità operative:

  1. Obbligo di essere PMI
    Le startup devono rientrare nella definizione europea di piccola e media impresa (PMI) ai sensi della Raccomandazione 2003/361/CE. Non possono quindi essere controllate, associate o collegate a grandi imprese, secondo il principio di “impresa unica” stabilito dal Regolamento UE 2023/2831.
  2. Esclusione di agenzie e consulenze
    Le imprese che svolgono come attività prevalente agenzia o consulenza non possono più iscriversi come startup innovative. La circolare precisa che per “consulenza” si intende qualsiasi attività di assistenza professionale, mentre per “agenzia” si fa riferimento all’intermediazione commerciale (es. agenti o rappresentanti di commercio). Vengono elencati i codici ATECO esclusi, come il 70.2 e il 74.99 (e sottocodici).
  3. Estensione della permanenza fino a 5 anni
    Con il nuovo comma 2-bis, le startup possono restare nella sezione speciale del Registro delle Imprese oltre i tre anni, fino a un massimo di cinque, a condizione di possedere almeno uno dei requisiti di innovatività previsti (es. R&S ≥ 25%, brevetti registrati, contratti di sperimentazione, ecc.).
  4. Ulteriore proroga fino a 9 anni
    Il comma 2-ter prevede la possibilità di estendere la permanenza per altri due bienni (fino a 9 anni complessivi) se si verificano alcune condizioni di “scalata”, come un aumento di capitale superiore a un milione di euro da parte di un OICR, o un raddoppio dei ricavi annuali.

Autocertificazioni e verifiche: cosa devono fare le imprese

L’iscrizione alla sezione speciale del Registro delle Imprese, così come la permanenza negli anni successivi, sarà subordinata a un modello di autocertificazione unificato, che sarà aggiornato dal MIMIT e diffuso dagli uffici camerali.

Nel documento andrà specificato:

  • il rispetto del requisito PMI, con riferimento anche a controllate, collegate e associate;
  • la dichiarazione di non svolgere attività prevalente di agenzia o consulenza;
  • il possesso dei requisiti innovativi richiesti per la permanenza oltre il terzo o il quinto anno.

Le Camere di Commercio verificheranno il rispetto dei requisiti sulla base di bilanci, note integrative e documentazione allegata.


Le tempistiche: attenzione ai termini perentori

Un elemento cruciale chiarito dalla circolare riguarda le scadenze per la conferma dello status di startup innovativa. I termini cambiano a seconda della data di iscrizione:

  • Nuove iscrizioni (dal 18 dicembre 2024)
    La conferma per il mantenimento oltre i 3 anni deve avvenire entro 30 giorni dall’approvazione del bilancio del terzo esercizio e comunque non oltre il 31 luglio.
  • Imprese già iscritte
    Hanno diritto a permanere oltre il terzo anno solo se si adeguano entro:
    • 6 mesi dalla scadenza del terzo anno (per startup iscritte da meno di 18 mesi al 18/12/24);
    • 12 mesi dalla scadenza del terzo anno (per quelle iscritte da oltre 18 mesi).

Se la dichiarazione non viene presentata nei termini (in ogni caso mai oltre i 60 mesi dalla costituzione societaria), la startup decade dallo status e verrà cancellata d’ufficio dalla sezione speciale.


Esclusione delle imprese “over 60 mesi”: fine delle proroghe emergenziali

Altro punto di rilievo: la fine della deroga pandemica che aveva consentito, in via eccezionale, di superare il limite dei 60 mesi dalla costituzione. Oggi non è più possibile: la circolare stabilisce che tutte le imprese costituite da oltre 60 mesi al 18 dicembre 2024 dovranno essere cancellate d’ufficio, salvo passaggio alla sezione PMI innovative.

Secondo i dati aggiornati al 10 marzo 2025, sono 817 le imprese in questa situazione, di cui 584 già fuori termine al momento dell’entrata in vigore della nuova normativa.


Un passo avanti per l’ecosistema, ma servono vigilanza e accompagnamento

“Siamo particolarmente soddisfatti di questo risultato che dimostra il positivo lavoro svolto negli ultimi mesi – per cui ringraziamo il contributo degli studi professionali associati – e la sempre maggior attenzione da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy al nostro settore”, dice ancora Chiara Petrioli, che sottolinea l’importanza della “chiarezza normativa”.

Chiara Petrioli
Chiara Petrioli, presidente di InnovUp

La chiarezza normativa è un passo avanti fondamentale per evitare abusi e rendere più selettivo l’accesso ai benefici, ma servirà anche accompagnare le startup in questa fase di transizione. La sfida sarà ora duplice: rafforzare il sistema di controlli senza frenare l’energia imprenditoriale e l’accesso a misure di sostegno fondamentali.


Che cosa devono fare ora le startup

  • Verificare il proprio status giuridico e la data di iscrizione alla sezione speciale;
  • Controllare il possesso dei requisiti di innovazione richiesti per la permanenza oltre 3 o 5 anni;
  • Preparare la documentazione e l’autocertificazione aggiornata entro i termini stabiliti;
  • In caso di decadenza, valutare il passaggio nella sezione delle PMI innovative.

Un’azione tempestiva sarà determinante per non perdere lo status e i relativi vantaggi. Con la nuova circolare, le regole sono più chiare. Ora tocca alle imprese adeguarsi.

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