INNOVAZIONE

“Le banche non possono fare innovazione da sole: ecco perché puntiamo sulle startup”

Federico Ghizzoni, ad di UniCredit, lancia la nuova piattaforma di supporto alle nuove imprese Start Lab e annuncia prestiti da 25 a 250 mila euro per ogni neoimpresa e la nascita di un nuovo acceleratore per i progetti fin-tech

Pubblicato il 25 Feb 2014

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Federico Ghizzoni, ad di UniCredit

“Il mondo va così veloce che non possiamo pensare di fare innovazione basandoci solo sulle nostre strutture interne. Dobbiamo per forza di cose appoggiarci anche all’esterno, collaborando con startup che possono diventare nostre fornitrici oppure crescere insieme a noi se decidiamo di entrare nel loro capitale”. L’amministratore delegato di UniCredit, Federico Ghizzoni, spiega così a EconomyUp.it il nuovo approccio che la banca di piazza Cordusio vuole avere con l’innovazione e con l’ecosistema delle startup in Italia. L’occasione è la presentazione di UniCredit Start Lab, una piattaforma di servizi messa a punto per supportare le nuove imprese ad alto contenuto di innovazione nei settori Life science, Ict/web/digital, Clean tech e Innovative Made in Italy. Start Lab si occuperà di selezionare le start più innovative attraverso commissioni composte da imprenditori, investitori professionali, manager e tecnici e offrirà percorsi di formazione, servizi di incubazione e incontri con potenziali finanziatori.

“Abbiamo creato una struttura che ci permette non solo di supportare le idee più brillanti ma anche di finanziarle”, spiega il numero uno di UniCredit. “Per ogni startup selezionata prevediamo una forma di co-finanziamento che consiste in un prestito da 25 a 250 mila euro convertibile, entro 24 mesi, in equity: ci riserviamo il diritto di entrare nel capitale delle startup che riteniamo più interessanti”. Per le startup attive nel settore finanziario-bancario, UniCredit metterà a disposizione un grant di 10 mila euro e un acceleratore d’impresa specifico, FinTech Accelerator. Si tratta di uno spazio fisico di 400 metri quadrati in Corso Sempione a Milano dove le nuove imprese potranno essere ospitate e ricevere servizi di mentoring in cambio del diritto a utilizzare le soluzioni sviluppate. “Tra i nostri competitor non ci sono più solo le banche ma anche operatori non bancari che diventano protagonisti in alcuni settori sfruttando le potenzialità del digitale”, aggiunge Ghizzoni. “Penso a realtà come Paypal e Simple riguardo ai sistemi di pagamento e all’online banking, Kiva nei prestiti, Charles Schwab negli investimenti. Per questo puntiamo sull’innovazione che può arrivare dalle startup. E vogliamo vedere a queste esperienze non come una minaccia ma come soggetti con cui cooperare”.

In Italia, secondo l’ad del primo gruppo bancario italiano, non ci sono ancora startup nel settore fin-tech che si sono segnalate in termini di dimensioni e presenza sul mercato. “Ma le realtà che stanno nascendo e crescendo sono tante e UniCredit ha già diversi discorsi aperti con alcune: ci sono già aziende neonate o già più solide che lavorano con noi”. Ma se è facile comprendere perché UniCredit punti sulle startup del settore bancario per innovare, ci si può chiedere per quale motivo l’istituto di credito voglia intrattenere rapporti diretti con tutto l’ecosistema. “Una banca come la nostra non può limitarsi a dare credito senza aiutare le aziende”, risponde il country chairman di UniCredit, Gabriele Piccini. “Faremo in modo di suggerire ai nostri clienti di fare innovazione anche collaborando con le startup più promettenti della piattaforma e li inviteremo a investire su di loro: diamo vita a Start Lab per il Paese ma lo facciamo anche per noi, per essere più pronti a venire incontro alle esigenze della nostra clientela”.

I partner di UniCredit Start Lab, calcolando gli incubatori, i consulenti, gli investitori, gli imprenditori e i professionisti, sono più di cento. Tra questi, le associazioni come Italia Startup e gli acceleratori Digital Magics, LVenture Group, H-Farm, TTVenture e Como Next. “Iniziative come queste sevono a legare le startup alle imprese eccellenti del nostro Paese”, afferma Riccardo Donadon, presidente di Italia Startup e fondatore di H-Farm. “Molte Pmi vengono sorpassate a destra, non dai loro diretti competitor ma da soggetti che hanno capito meglio come si sta evolvendo il concetto di innovazione. Queste stesse aziende a volte neanche sanno come far fronte a questa situazione. Sta a noi aiutarle”.

Per passare subito dalle parole ai fatti, alla presentazione ha fatto un seguito un pitch in cui si sono “affrontate” davanti alla platea cinque startup: GlassUp (occhiali intelligenti che mirano a far concorrenza ai Google Glass), Sconto Flash (applicazione Facebook per convertire i like in clienti), Neuron Guard (sistema per la protezione di pazienti con danno cerebrale acuto), Drexcode (servizio di noleggio online di abiti di alta moda) e Beast Technologies (sensore wireless per migliorare l’allenamento in palestre e centri sportivi scelto anche dalla Figc per la Nazionale italiana in vista dei prossimi Mondiali di calcio). La vittoria, che consiste nell’accesso alla piattaforma, è andata a Neuron Guard.

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