Dal cinema alla realtà

UnderKoffler: “Il futuro dell’hi-tech? Sarà come in Minority Report”

Lo scienziato americano padre dell’interfaccia usata da Tom Cruise nel film diSpielberg sta trasferendo la sua scoperta nella vita reale. Così, in un futuro non lontano, mouse e tastiere non serviranno più: si potrà lavorare in modalità multischermo, trasferendo immagini con semplici gesti delle mani

Pubblicato il 28 Set 2013

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Il futuro della tecnologia sarà solo schermi, pixel e…movimenti delle mani. In pratica i computer avranno “una nuova anima” grazie alla possibilità di interazione con gli esseri umani nel modo più semplice possibile: utilizzando dita e polsi, senza l’ausilio di mouse, tastiere o telecomandi e superando anche il concetto di ‘touch’. La previsione, fatta durante il Tech Crunch Italy svoltosi a Roma, è di John Underkoffler, l’uomo che ha contribuito a rendere realtà un film di fantascienza, “Minority Report”, (2002) diretto da Steven Spielberg e interpretato da Tom Cruise. Tratta liberamente dall’omonimo racconto del geniale scrittore Philip Dick, la pellicola mostra scene in cui Cruise naviga fra contenuti digitali usando solo le mani rivestite da guanti speciali. I cinefili lo ricordano sicuramente mentre, con un solo movimento del polso o dell’indice, fa scorrere immagini su display trasparenti, le sposta, le ingrandisce o rimpicciolisce. Ed era un’epoca in cui il ‘touch’, che ormai siamo abituati a usare costantemente sui nostri smartphone o tablet, era del tutto sconosciuto.

Il creatore di quella speciale interfaccia, chiamata g-speak Spatial Operating Environment, era appunto John Underkoffler. “Io e il mio team – ha spiegato – abbiamo usato l’attrezzatura dei film maker per sviluppare una nuova tecnologia e abbiamo avuto la fortuna di poterla testare su un pubblico sterminato, ovvero tutti quelli che hanno visto Minority Report”. In seguito, infatti, lo scienziato ha fondato la sua società Oblong Industries proprio per applicare l’innovativa tecnologia al mondo reale. E le video-immagini mostrate alla platea del Tech Crunch Italy hanno suscitato autentico stupore e applausi a scena aperta per la loro portata rivoluzionaria: in pratica si vedono persone trasferire immagini da uno schermo a un altro di vari dispositivi (laptop, desktop, smartphone, tablet ma anche tv o forni a microonde), modificarle, integrarle e spostarle di nuovo usando, appunto, solo determinati gesti. Niente più mouse o tastiere. È solo una questione di displays e gestualità.

E tutto questo sta già diventando realtà: Oblong sta sviluppando applicazioni nel settore aerospaziale, bioinformatico, video editing e molto altro.

Perciò, dice Underkoffler, chi pensa che l’elemento più dirompente del decennio sia l’avvento dei dispositivi mobili, sbaglia. “Dimenticate i device, il futuro è dei pixel”. Tutto si gioca, cioè, sulla capacità di manipolare i pixel che danno vita alle immagini nei displays.

“Negli ultimi 30 anni – osserva il technical designer – per i computer è stato fatto molto in termini di tecnologia, ma poco per gli esseri umani. L’interfaccia utente, che alla fine è l’unica parte del computer che possiamo realmente vedere e toccare, non è abbastanza vicina alla creatività dell’uomo. L’anima che vorremmo dare ai computer è quella dei creatori” spiega. Puntare su un’interfaccia gestuale non è casuale, sottolinea, poiché dopo vista e voce le mani sono la parte del corpo che “usiamo per capire il mondo, manipolandolo, spostando oggetti”. In un futuro non troppo lontano è questo che dovremmo poter fare tutti, conclude Underkoffller, con ogni tipo di schermo che ci circonda. La via intrapresa “’è quella di un sistema computerizzato che ci permetta di usare le mani nel modo in cui l’evoluzione ce l’ha permesso”.

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