Formazione

Fondazione Golinelli, a Bologna un corso di impresa gratis per under 25

Il programma “Icaro” offre a 30 studenti selezionati dall’ateneo bolognese tre sessioni full-immersion nell’arco di sette mesi presso l’Opificio Golinelli. Coinvolte varie aziende, che così possono incontrare la nuova generazione di talenti

Pubblicato il 22 Mar 2016

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Antonio Danieli, direttore generale della Fondazione Golinelli

Insegnare a rischiare e sbagliare ogni giorno, imparando dagli errori, per affrontare la vita con cognizione imprenditoriale, qualsiasi sia il lavoro futuro o la professione scelta. Partendo da questo assunto il Giardino delle imprese, scuola informale di cultura imprenditoriale della fondazione Golinelli, ha ampliato la sua offerta lanciando un nuovo percorso rivolto agli studenti universitari. “Una vera e propria palestra di imprenditorialità”, come la definisce Antonio Danieli, direttore generale della Fondazione Golinelli. Il riferimento è a “Icaro”, un iter di formazione gratuito rivolto a trenta ragazzi under 25 selezionati, per questa prima edizione, tra le scuole dell’università di Bologna. L’intento è aiutarli a realizzare idee innovative e progetti concreti basati su problemi reali posti da imprese nazionali e internazionali.

Il progetto Icaro è stato promosso dalla Fondazione attraverso il Giardino delle imprese. Non esiste alcun bando, non si può partecipare rispondendo a una call: le candidature vengono selezionate e vagliate all’interno dell’ateno bolognese. Il progetto è alla sua prima edizione, che è già in corso, perciò attualmente non vengono vagliate nuove candidature.

Avviato dalla Fondazione in partnership con l’università, il progetto punta sul supporto dell’Aidaf (Associazione italiana delle aziende familiari), del gruppo dei giovani industriali di

Assobiomedica e di tre aziende interessate in una logica di open innovation: Sebia Italia e Theras group (dispositivi medici) e Banca Patrimoni Sella & C. del Gruppo Banca Sella. Logica che Danieli, tra i docenti di “Icaro”, condivide appieno. “Lo sviluppo deve passare sia per le nuove tecnologie sia per un nuovo approccio delle imprese, sempre più in grado di aprirsi ad opportunità ed ipotesi di crescita”. Da qui la scelta della Fondazione di coinvolgere le aziende sopracitate: “Sono imprese che sviluppano idee differenti, ma hanno in comune sensibilità, trasversalità, voglia di sperimentare e mettersi a disposizione degli studenti nell’ambito di uno scambio reciproco”. Incalza Elena Zambon, presidente dell’Aidaf: “Le imprese familiari guardano alle nuove generazioni di talenti e a come queste possono contribuire a creare valore. A loro volta, le imprese dovranno sempre più aprirsi, far integrare competenze, esperienze e culture spesso distanti tra loro”.

Ma non solo. L’obiettivo del progetto Icaro – articolato in tre sessioni full-immersion nell’arco di sette mesi, intervallate da periodi di lavoro a distanza e in autonomia, con momenti di aula, affiancamento, workshop e incontri presso l’Opificio Golinelli di Bologna – è quello “di fornire strumenti tipici di un lifestyle imprenditoriale a studenti universitari provenienti da differenti discipline di formazione, come scuole di lettere e beni culturali, architettura e ingegneria, economia, management e statistica, solo per citarne alcuni”, spiega Danieli, che quindi evidenzia come “mentre ieri un percorso di crescita riguardava, nell’ordine, formazione, ricerca e produzione, oggi le ultime due viaggiano di pari passo, parallelamente ai percorsi formativi”. Anche perché, riprende il direttore generale della fondazione Golinelli, “oggi è un momento di transizione. Siamo all’alba della quarta rivoluzione industriale e le opportunità professionali ci sono, basta solo avere il coraggio e la competenza per coglierle”.

Anche per questo, “Icaro” utilizza la metodologie di studio del design thinking, ovvero applicazione di tecnica di design alla risoluzione di problemi in tutti gli ambiti della vita, dalla creazione di prodotti o servizi fino all’esplorazione e definizione di un business. Dunque, ciò che Danieli auspica negli studenti – ma più in generale nei giovani – “sono una serie di caratteristiche imprescindibili: curiosità, creatività, passione, senso di responsabilità, spirito critico, multiculturalità”. Elementi da custodire in un’ideale cassetta degli attrezzi e da utilizzare al bisogno. “Le idee, infatti, non sono sinonimo di startup. O meglio, sono importanti, ma ogni giovane deve diventare protagonista e imprenditore di se stesso, puntando su informazioni, capacità tecnico-creative e connessioni di rete che gli consentano di reinventarsi”.

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