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Tom Davis, l’inglese che fa startup in Italia

«Non vi rendete conto che la vostra preparazione è fra le migliori in Europa?», così il fondatore di Solair spiega perché ha scelto di fare impresa nel nostro Paese, puntando a farne un centro di eccellenza informatica. «Il mio problema? Non riesco a trovare giovani, scappano all’estero»

Pubblicato il 20 Nov 2013

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Tom Davis, CEO di Solair

Tom Davis è l’eccezione che conferma la regola. Se molti dei nostri giovani connazionali decidono di fuggire all’estero in cerca di lavoro, di fortuna e di qualcuno capace di valorizzare il loro talento, lui, 39enne di origine inglese, scommette sull’Italia. “Ma non vi rendete conto che la vostra preparazione a livello informatico e ingegneristico è fra le migliori in Europa, se non nel mondo?” ironizza, prima di spiegare che la sua sfida è fare del Belpaese un centro di eccellenza informatica.

Il suo amore per il tricolore inizia per caso: galeotto fu un corso seguito anni fa al Politecnico di Torino. È proprio lì che comincia a conoscere lo spirito imprenditoriale italiano che lo conquista. Inizia a lavorare per una multinazionale italiana, ma viene presto trasferito a Hong Kong, a Singapore e poi in India. “Non ero affatto soddisfatto né dell’offerta di quei mercati né delle competenze del team che mi affiancava”. Così decide di tornare in Italia per fondare una startup: nel 2011 a Casaleggio di Reno, in provincia di Bologna, fonda Solair, società sviluppatrice di una piattaforma software enterprise rivoluzionaria e di applicazioni web fornite in modalità cloud. La fortuna è dalla sua parte perché, appena nata, la startup vince il Bando della Regione Emilia Romagna per la “Ricerca, Innovazione e Crescita”, aggiudicandosi un finanziamento di un milione di euro. “La mia difficoltà, in quel periodo, non erano i soldi: il grosso problema è stato trovare ingegneri disposti a lavorare per me perché tutti volevano andare via dall’Italia” continua Tom Davis. Non solo. “Quando sei una startup alla fase iniziale, nessuno crede in te, in primis le banche. Così ho pensato di partire solo con poche persone: quattro ingegneri che hanno creduto fin dall’inizio del progetto e nello spirito di gruppo”. Vincendo la sfida: in due anni la startup vanta un fatturato di tre milioni, è passata da quattro a 32 persone, di cui il 50% donne e al di sotto dei 30 anni, ha aperto filiali in India e in Giappone.

La chiave di questa crescita accelerata è duplice: da un lato l’azienda sta puntando sulla ‘nuvola’ per proporre una piattaforma estremamente intuitiva in modalità ‘SaaS Platform’, sulla quale gli sviluppatori possono facilmente creare le proprie applicazioni SaaS senza dover riscrivere codici o preoccuparsi dell’infrastruttura e del middleware sottostante, il tutto attraverso un’interfaccia user-friendly, basata su un approccio ‘drag and drop’; dall’altro, il giusto mix tra manager con esperienza ventennale nel settore del processo di sviluppo prodotto e della gestione delle informazioni e di giovani laureati che assicurano l’apporto di idee nuove per lo sviluppo di applicazioni cloud altamente innovative, facili da usare e da customizzare in totale autonomia. L’idea di fare dell’Italia un centro di eccellenza informatico punta su due realtà: da una parte Solair Platform che si prefigge di rivoluzionare il mondo software enterprise poiché permette di sviluppare direttamente su cloud, evitando alle aziende i costi di hardware e software. Gli sviluppatori possono partire da Solair Platform per costruire le proprie applicazioni customizzate basate su cloud, senza riscrivere codici. Si tratta di un modello Pay per Use, accessibile da qualsiasi dispositivo (mobile, tablet, notebook) in qualsiasi luogo. Dall’altra parte c’è Solair PLM, sviluppato su Solair Platform, che aiuta le aziende di ogni dimensione a gestire dati, risorse e processi attraverso un sistema gestionale di informazioni basato su cloud di facile utilizzo. La soluzione è disponibile in modalità SaaS (Software as a Service), cioè erogata sotto forma di servizio da infrastrutture remote ed esterne all’azienda: il cliente paga solo per l’effettivo utilizzo del servizio. L’applicazione prevede un insieme di strumenti orientati all’integrazione di tutte le fasi di gestione del ciclo di vita del prodotto, dalla nascita dell’idea allo sviluppo del prototipo, dalla definizione delle risorse necessarie alla realizzazione in serie. Solair PLM si rivolge a piccole e medie imprese del settore manifatturiero, ma anche a realtà come gli studi tecnici o gli stampisti che necessitano di soluzioni altamente personalizzabili.

“L’Italia è ricca di menti eccellenti ma credo che gli italiani abbiano bisogno di riacquistare fiducia nelle loro capacità e nel loro Paese” continua Davis. “E credo anche che abbiano bisogno di allontanarsi dalla mentalità del lavoro fisso e iniziare ad aprirsi all’idea di un mercato del lavoro flessibile. In questo l’Italia deve lavorare ancora molto”.

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