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Startup, ecco la top ten 2013 delle exit italiane

Il caso più eclatante in Italia è quello di Eos, ceduta a Clovis per 480 milioni di dollari. Ma hanno fatto parlare anche l’acquisto di GoPago da parte di Amazon e quello di Monoidics da parte di Facebook. Ecco le migliori ‘uscite’ messe a segno dalle neoimprese italiane

Pubblicato il 30 Dic 2013

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L’obiettivo principale di ogni start up che si rispetti è arrivare a una exit. Tecnicamente, per la neoimpresa, si tratta di essere acquisita da parte di un’azienda già strutturata oppure di raccogliere capitali ingenti attraverso una sbarco in borsa (IPO). Ma anche la parola stessa, che significa “uscita”, dà l’idea di quanto la condizione di start up sia qualcosa di transitorio che prima o poi deve “uscire” dal limbo e arrivare a una destinazione. In Italia però si “esce” poco, molto poco: la maggior parte delle start up non riesce a sopravvivere ai primi finanziamenti e si perde per strada dopo due-tre anni senza arrivare alla svolta.

Così, provare a fare una top ten a fine 2013 delle migliori exit messe a segno da start up italiane, sia in patria che all’estero, diventa impresa ardua. E non per l’imbarazzo della scelta. Il problema è il contrario: si fa fatica ad arrivare a quota dieci. Noi di EconomyUp.it, consultando diverse fonti tra cui il blog specializzato FinSMEs curato da Ermanno Cece, ce l’abbiamo fatta per un pelo. Ma più che top10, dovremmo definirla only10 perché un’undicesima exit proprio non l’abbiamo trovata.

Mai come in questo caso, quindi, ci auguriamo di non aver cercato abbastanza bene e che i lettori ci segnalino altre “uscite” del panorama start up tricolore. Le aggiungeremmo immediatamente nella classifica e poco importa se poi non sarà più una top10. Nel frattempo, le prime (e forse uniche) dieci exit dell’anno sono queste. Fatta eccezione per la più importante, senza dubbio la brillante cessione di EOS a Clovis, consideriamo a pari merito tutte le altre. Anche perché, in molti casi, gli accordi tra le aziende acquirenti e le start up hanno previsto la riservatezza sulle cifre.

EOS ceduta a Clovis Oncology
valore dell’operazione: 480 milioni di dollari (pari a 350 milioni di euro circa)

Roboante, sensazionale, straordinaria. Ecco il calibro degli aggettivi utilizzati per definire la cessione di EOS (Ethical Oncology Science), società biofarmaceutica milanese, a Clovis Oncology, azienda biotech statunitense quotata al Nasdaq, per una cifra che si aggira sui 480 milioni di dollari. Il deal è stato comunicato a novembre e risulta essere la più importante acquisizione di una società in Italia negli ultimi dieci anni. Un affare sicuramente incoraggiante anche per tutte le altre realtà dell’innovazione made in Italy. La start up, fondata dal chimico Silvano Spinelli, sviluppa terapie oncologiche e ha messo a punto il lucitanib, una nuova molecola antitumorale particolarmente efficace. Tra gli azionisti della società ci sono i fondi di venture capital Principia I (gestito da Pierluigi Paracchi) e Sofinnova.

Livio ceduta a Ford
valore dell’operazione: 10 milioni di dollari (pari a 7,2 milioni di euro)

Livio è una start up fondata nel 2008 vicino Detroit dall’ingegnere italiano Massimo Baldini e dal suo socio Jake Sigal. La società progetta e realizza software che puntano a integrare le automobili con lo smartphone e, in genere, con i dispositivi mobile. A mettere gli occhi sulle tecnologie messe a punto da Livio è stata la Ford, che ha rilevato l’azienda di Baldini e Sigal con 10 milioni di dollari. L’obiettivo del colosso automobilistico americano è di realizzare, in tema di smart car, un proprio standard di connettività legata all’automobile.

Silicon Biosystems acquisita da Menarini
valore dell’operazione: n.p.

Un altro affare importante, sempre in ambito biofarmaceutico, è l’acquisizione di Silicon Biosystems, start up bolognese che ha realizzato un sistema (DEPArray) per l’individuazione precoce di cellule tumorali rare presenti nel sangue, da parte del colosso farmaceutico toscano Menarini da 3 miliardi di fatturato. La società ceduta, che finora aveva ricevuto diversi round di investimento da parte dei fondi AtlanteVentures (Intesa Sanpaolo), Innogest e Focus gestioni, ha vinto il premio Leonardo Start-up nel 2012 ricevendo il riconoscimento direttamente dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La start up, che ha già prodotto 31 famiglie di brevetti e ha un team di 33 dipendenti è nata dalla tesi di laurea di uno studente pugliese di ingegneria elettronica, Gianni Medoro, e dal progetto di impresa sviluppato insieme al suo collega Nicolò Maranesi e a un socio senior, Giuseppe Giorgini.

Koinup ceduta a ExitReality
valore dell’operazione: n.p.

Koinup è una community per condividere foto, video, avatar, animazioni e screenshot legati a videogames e mondi virtuali (World of Warcraft, Second Life…). A fondarla, nel 2006, sono stati i due startupper bresciani Pierluigi Casolari ed Edoardo Turelli. Il social network, già incubato nell’acceleratore Working Capital di Telecom Italia, non è passato inosservato a Exitreality, una società statunitense che mira a diventare il leader di mercato nel settore dei mondi virtuali a colpi di acquisizioni. L’azienda a stelle e strisce ha infatti acquisito Koinup e si è potenziata con il suo network. La cifra? Non è stata resa nota.

SeoLab acquisita da Alkemy
valore dell’operazione: n.p.

Seo, sem, social media management, digital marketing. È grazie a concetti come questi che si costruiscono le fortune delle aziende che operano su Internet. Ed è proprio per la bravura in questi temi che l’agenzia torinese di web marketing SeoLab (fatturato di circa 3 milioni di euro e 20 dipendenti) è stata acquisita da Alkemy, il digital enabler milanese che si occupa di accompagnare le imprese nel definire le strategie di business online. La società ha rilevato il 65% del capitale di SeoLab dal fondo DPixel di Gianluca Dettori e da Mailclick di Giulio Valiante.

Monoidics comprata da Facebook
valore dell’operazione: n.p.

Anche quest’anno una start up fondata da italiani è entrata a far parte della grande famiglia di Facebook. Si tratta di Monoidics, società di sviluppo software con base a Londra fondata da Dino Di Stefano e Cristiano Calcagno. Ad attrarre la società di Mark Zuckerberg è stato un tool inventato da Monoidics, Infer, che trova in automatico i bug in altri software.

Kapipal rilevata da Grow VC Group
valore dell’operazione: n.p.

Il capitale (capital) lo mette anche il mio amico (pal). Nasce dalla fusione di queste due parole inglesi Kapipal, una piattaforma di crowdfunding per progetti personali creata nel 2009 da Alberto Falossi, docente all’Università di Pisa. Il network, che conta oltre 50 mila utenti unici al mese in vari Paesi del mondo (Italia, Usa, Regno Unito, Spagna, Canada, Brasile) è stato acquisito a luglio di quest’anno da Grow VC Group, la piattaforma globale fondata dai finlandesi Jouko Ahvenainen e Valto Loikkanen che intende democratizzare il processo di finanziamento delle startup ad alto potenziale innovativo attraverso il peer-to-peer e il crowdfunding.

GoPago acquistata da Amazon
valore dell’operazione: n.p.

L’altra exit che ha visto come protagonista un big player dell’economia internazionale è l’affare GoPago-Amazon. Il gigante dell’e-commerce ha acquisito (ma la cifra è riservata) GoPago, un sistema di pagamento cloud-based che permette di ordinare e pagare delle merci prima di arrivare al negozio. La start up è stata fondata negli States dagli italiani Vincenzo Di Nicola e Leo Rocco e ha conquistato la società di Jeff Bezos perché dà agli utenti la possibilità di pagare in anticipo e ai commercianti di gestire gli ordini in tempo reale. La tecnologia GoPago verrà pertanto integrata nei progetti di Amazon basati sul retail offline. L’acquisizione prevede l’incorporazione di tutto il team di sviluppo all’interno di Amazon, secondo quel processo che viene definito acqui-hiring: mi compro l’idea e la società e assumo anche lo staff che lo ha realizzato. Tuttavia, Di Nicola, il fondatore, ha annunciato che non resterà negli Usa con la sua “creatura” ma tenterà una nuova avventura imprenditoriale in Italia.

Northwall Innovation ceduta a Safecomm
valore dell’operazione: 1,5 milioni di euro

Più che una vera e propria exit, questo è un accordo per la cessione di un brevetto che comprende anche una partecipazione azionaria. Si tratta dell’asset purchase agreement da circa 1,5 milioni di euro che ha portato la start up Northwall Innovation, con sede a Langhirano (Parma), a vendere business unit e know how dei propri caschi aeronautici hi tech alla Safecomm di Buffalo. L’intesa prevede anche due contratti di consulenza e di distribuzione di caschi per elicotteristi e una partecipazione azionaria incrociata. Northwall Innovation è stata fondata dai due alpinisti Nicola Campani e Gianluca Martini.

Staq.io acquistata da PlayHaven
valore dell’operazione: n.p.

Staq.io è una start up creata a San Francisco da tre ragazzi romani under 30, Massimo Andreasi, Luca Martinetti e Francesco Simoneschi, che si occupa di analizzare i dati degli utenti dei videogiochi per consentire agli sviluppatori di capire quali sono le aspettative di chi gioca e come vuole essere coinvolto. La tecnologia creata dai tre startupper è piaciuta in particolare a PlayHaven, società californiana protagonista a livello internazionale nello sviluppo di giochi sul web e per mobile, che ha acquisito l’idea e il piccolo team di analisti. I numeri non sono stati rivelati ma è ipotizzabile che la exit sia ben pagata, visto che PlayHaven ha più di 520 milioni di utenti unici al mese e fornisce clienti come Sega e Cartoon Network.

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