Three-Comma Club

Biotech, ci sono 7 miliardi di dollari per nuove imprese

Alla più importante conferenza mondiale del settore, a San Francisco, c’era euforia quest’anno fra venture capitalist e startupper. Ci sono operazioni early stage che arrivano anche a 40 milioni di dollari. E queste cifre attirano i senior manager delle multinazionali del farmaco

Pubblicato il 26 Gen 2017

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Per il 35° anno, a San Francisco, l’industria del biotech si è riunita intorno alla JP Morgan Healthcare Conference. C’è chi è arrivato dall’Europa con ore di ritardo per nevicate e chi dalla costa est ha ritardato per venti contrari e soste carburante. Tutti però, tardi o molto tardi, hanno poi beneficiato del clima surriscaldato della conferenza, delle hall degli Hotel, dei bar e dei ristoranti nei dintorni di Union Square. Rispetto allo scorso anno, dove l’andamento delle borse aveva piegato anche i più ottimisti, quest’anno l’euforia era coinvolgente.

I fondi di venture capital hanno riempito gli arsenali, ci sono a disposizione 7 miliardi di dollari per nuove imprese. Come nel 2016 ma sopra la media già record degli ultimi 5 anni, 5,4 miliardi.

I Series A round medi hanno toccato nuove vette: se solo due o tre anni fa 10 milioni di dollari era un ottimo primo round, ora si vedono operazioni early stage che partono con 20, 30 o anche più di 40 milioni di dollari.

Questi numeri da Three-Comma Club attirano sempre di più i senior manager dalle multinazionali del farmaco che ora abbandonano i porti (e posti) sicuri per prendersi i rischi (e i ritorni) delle startup.

L’Immuno-Oncology, o più semplicemente I/O, è stata ancora una volta protagonista. Ci si attende nel corso di quest’anno la prima CAR-T technology approvata per la commercializzazione. La rivoluzione continua. Ad maiora!

Ps: spesso si paragonano le sfide imprenditoriali con i gesti sportivi, il coraggio di rischiare dell’imprenditore con quello dell’atleta. Lo scorso 24 gennaio è stato il 13° anniversario della “spaccata” di Kristian Ghedina nella discesa libera della leggendaria Streif di Kitzbuhel. Ghedina sull’ultimo salto, sopra il traguardo e le tribune, a 140 km/h, fece una spaccata. Scomporsi in un salto, a quella velocità, vuol dire perdere dinamicità, prendere rischi e perdere decimi. Ma anche entrare nella leggenda. Sono momenti da non perdere.

Ps 2: ho letto di recente l’intervista “Confirm or Deny” al cofondatore di PayPal Peter Thiel. Si conclude con queste parole: “Death and taxes are not actually certain”. Confirm.

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