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Invitalia, interrogazione parlamentare dopo il pasticciaccio

Il flop di Smart&Start approda in parlamento con un’interrogazione di Francesco Russo, senatore del Pd, che ha deciso di chiedere spiegazioni al ministro per lo Sviluppo economico, sostenendo che lo scivolone informatico ha “disatteso le aspettative di decine di migliaia di giovani”

Pubblicato il 09 Set 2013

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Doveva essere una vetrina per mostrare l’innovazione italiana, e per sostenere chi con l’innovazione crea impresa. Invece quella di Smart&Start, il portale italiano delle startup, è stata una defaillance storica. Che ora, anticipa l’edizione italiana di Tom’s Hardware, approda anche in Parlamento per mezzo di un’interrogazione di Francesco Russo, senatore del Pd.

La figuraccia risale a mercoledì e giovedì della scorsa settimana, quando il numero di accessi al portale è stato così elevato che la piattaforma è andata in tilt, impedendo a molti utenti di iscriversi per concorrere all’assegnazione di una quota dei 190 milioni di euro a disposizione per finanziare progetti innovativi. E siccome la procedura era di quelle “a sportello” (chi primo arriva prende i soldi), il black-out ha ovviamente generato parecchie polemiche.

E così il senatore Russo ha deciso di chiedere spiegazioni al ministro per lo Sviluppo economico, sostenendo che lo scivolone informatico “non ha consentito, se non a pochi fortunati, la possibilità di presentare la propria candidatura disattendendo aspettative di decine di migliaia di giovani” e spiegando che “la buona politica è, oggi più che mai, anche quella che sa prestare attenzione, facilitare e offrire tutti gli strumenti necessari a far emergere il talento e lo spirito creativo ed imprenditoriale di questo Paese. Senza innovazione l’Italia non ha futuro, ma cambiare si può”.

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