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Il Sistema Italia non esiste, ma le aziende che cambiano sì

Azimut ospita nella sua convention l’ecosistema startup. Uvet investe 500mila euro in Digital Magics per aprire una finestra sulle innovazioni digitali. Si moltiplicano i segnali di rinnovamento. Succedono cose impensabili fino a pochi anni fa, perché si sente la necessità di uscire dalla cappa della crisi con soluzioni nuove e soprattutto internazionali. Non è facile, per tanti motivi. Ma è possibile. Grazie anche alla tecnologia

Pubblicato il 31 Gen 2014

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Un momento della serata di apertura di LiberaImpresa di Azimut a Milano

Le cose cambiano. Nonostante le resistenze e lo scetticismo dei pigri, gli errori e gli eccessi degli intraprendenti, la miopia e, a volte, la malafede della classe politica. Sono rimasto sorpreso, qualche giorno fa, trovando quasi 2mila persone nell’auditorium della Fiera di Milano- Rho per assistere a una conferenza dal titolo Generazione Startup. Eravamo all’interno della due giorni Libera Impresa organizzata da Azimut per celebrare il decennale del collomento in Borsa, quindi in un importante convention di un importante operatore finanzario. C’ erano promotori finanziari, clienti top, imprenditori. Impensabile fino a ieri che in un contesto del genere si parlasse di startup e digitale, Internet e venture capital. Con me erano sopresi, e credo anche un pizzico emozionati, i protagonisti dell’ecosistema che dal palco hanno illustrato a un pubblico attento la filiera delle startup: Paolo Barberis e Alessandro Sordi di Nana Bianca, Augusto Coppola di InnovactionLab ed Enlabs, Andrea Di Camillo del fondo P101 e Dario Giudici di SiamoSoci che è stato l’artefice della felice incursione in un programma fitto di incontri su private equity e previdenza aziendale. Come hanno fatto notare giustamente tutti gli speaker, il fatto che siamo qui vuol dire che molte cose sono cambiate. Adesso non bisogna fermarsi.

Le cose cambiano, non solo a parole. Qualcosa vorrà dire se un gruppo strutturato come Uvet, che esiste dal 1950 e ha un giro d’affari di un paio di miliardi di euro, decide di mettere un chip pesante (500mila euro) viste le usanze italiane dentro DigitalMagics, il venture incubatore fondato da Enrico Gasperini. Uvet è un leader italiano nei servizi per il turismo, ha già una significativa presenza digitale ma Luca Patané che lo guida ha deciso di aprire una finestra sull’ecosistema delle startup e dell’innovazione. Non lo fanno molte aziende italiane, anzi pochissime. Ed è un problema, perché non innovano al loro interno ma soprattutto non immettono risorse finanziarie nel sistema dell’innovazione. La scelta di Uvet è un atto concreto che va accolto con soddisfazione e indicato a modello alle altre aziende.

Le cose cambiano perché c’è voglia e necessità di cambiare. Me l’hanno confermato i due incontri sull’internazionalizzazione organizzati da EconomyUp a Torino e Padova questa settimana. Sono stati una preziosa occasione di ascolto della pancia delle aziende dove si sente ancora il brontolio delle abitudini e delle resistente culturali ma spinge anche la pressione a uscire dal proprio recinto. C’è voglia e necessità di crescere e sta aumentando la consapevolezza che è impossibile farlo senza il ricorso alle tecnologie digitali e senza affrontare con decisione i mercati internazionali. Ma non è facile. Perché cambiare gestione interna significa essere più trasparenti e meritocratici, vendere con gli strumenti dell’ecommerce avere più ordine in casa (e nei magazzini) e in testa. Solo 10 aziende su 100 usano sistemi Erp di gestione avanzata, ha ricordato Stfano Mainetti, che insegna Tecnologie digitali al Politecnico di Milano. C’è tanta strada fare ma anche un grande spazio di crescita possibile (e non solo per chi quei sistemi vende). Dopo non resta che fare e andare nel mondo, è l’invito chiaro di Fabio Sdogati, docente di Economia Internazionale al Politecnico di Milano. Il mondo non è più eurocentrico, finiamola di trastullarci con il Sistema Italia. Non esiste, taglia corto Sdogati. Esistono solo aziende capaci di attrezzarsi per competere nel mondo e fare profitti.

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