Il dibattito

Crowdfunding, non c’è motivo per ridurre la concorrenza

Cristiano Esclapon aveva segnalato la necessità di avere una sola piattaforma nazionale. Replica un docente del Polimi che cura l’Osservatorio sul crowdfunding: «I monopoli hanno senso dove la concorrenza sarebbe inefficiente e costosa. E non è questo il caso»

Pubblicato il 08 Mag 2014

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Giancarlo Giudici, docente del Polimi, Osservatorio sul Crowdfunding

Non sono d’accordo su nulla di quanto scritto da Cristiano Esclapon sulla necessità di avere una sola piattaforma di equity crowdfundig.

Non ha alcun fondamento economico. I monopoli naturali hanno senso dove la concorrenza sarebbe inefficiente perchè costringe a moltiplicare gli investimenti, come ad esempio nella distribuzione del gas e dell’acqua: non avrebbe senso che ci fossero più reti e tubature di proprietà dei diversi incumbent, quindi è ottimale che ce ne sia una. Ma che investimento è necessario per aprire un portale di crowdfunding? Basta poco…

Anche il paragone con il mercato borsistico mi pare improprio… io posso comprare e vendere titoli a Milano, o in altri listini. Addirittura per le obbligazioni esistono più mercati in concorrenza nello stesso paese (MOT e TLX). Quindi lasciamo crescere il mercato del crowdfunding. E certamente l’affermazione e lo sviluppo di più operatori sarà un bene per tutti.

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