Formazione digitale

Piace a pochi giovani fare i promoter per Google a 500 euro al mese

A Genova hanno risposto solo in otto, a Firenze in 30. Il progetto “Crescere in Digitale”, realizzato con ministero del Lavoro e Camere di Commercio, dovrebbe formare disoccupati per inserirli in azienda come evangelisti, ma non decolla. Anche le aziende disposte ad accoglierli sono poche

Pubblicato il 17 Feb 2016

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Fare i promoter di Google per 500 euro al mese non convince i giovani. Per esempio a Genova si sono iscritti solo in otto e a Firenze hanno superato il corso in trenta. Stiamo parlando di “Crescere in digitale“, progetto realizzato dal Ministero del Lavoro insieme a Google e alle Camere di commercio che punta a formare 3mila giovani in tutta Italia per portare innovazione nelle piccole e medie imprese. Giovani formati da Google che a loro volta hanno la missione di formare le aziende all’uso degli strumenti digitali.

Che la formazion digitale sia necessaria è ben noto e l’ha di recente confermato la ricerca “Il futuro è oggi: sei pronto?” realizzata da University2Business, startup che fa incontrare i giovani con le imprese attraverso specifici contest: sono ancora pochi gli studenti che hanno le competenze digitali e l’attitudine imprenditoriale necessarie per affrontare il mercato del lavoro.

Anche Google vuole parlare ai giovani con il progetto “Crescere in digitale”, anzi nello specifico ai Neet (Not ingaged in education, employment or training), ovvero disoccupati che non stanno studiando né stanno seguendo corsi di formazione. Il programma di quest’anno, presentato a settembre dal ministro Giuliano Poletti insieme a Diego Ciulli, public policy manager di Google in Italia e Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere, prevede fino a 3.000 tirocini della durata di sei mesi retribuiti 500 euro al mese. Non sono richieste particolari competenze, ma si offre un percorso formativo per i futuri tutor aziendali con un corso teorico di 50 ore che ognuno può fare online da casa sua, poi un esame finale. Quindi il tirocinio pratico in azienda, per sei mesi, retribuito. Le imprese potranno tenere con sé per un primo periodo i giovani digitalizzatori contando sul fatto che saranno retribuiti da Garanzia Giovani. Per quelle che poi decideranno di assumere il tirocinante è previsto un bonus fino a 6.000 euro.

Ma alla chiamata non sembrano accorrere in molti, almeno non a Genova: pochissimi ragazzi, poche aziende. Come segnalato da Repubblica, al bando diffuso dalla Camera di Commercio ligure hanno risposto solo in otto. Eppure sembra essere la Regione in cui il popolo dei Neet (ragazzi tra i 16 e i 29 anni) è il più alto d’Italia, triplicato negli ultimi cinque anni. “L’opportunità è ghiotta, fosse anche solo per inserire un corso di formazione di Google nel curriculum – dice Matteo Sivori, consulente della Camera di Commercio di Genova grazie al progetto Eccellenze in Digitale – ma mentre in altre città d’Italia, anche molto più piccole come Chieti, sono già partiti i percorsi di inserimento in azienda per decine e decine di ragazzi, a Genova è ancora tutto fermo”.Le aziende disponibili ad accogliere i giovani sono una ventina solo in città, ma i ragazzi latitano. Per partire dovrebbe essere almeno in 50, sennò il progetto rischia di saltare.

Non è andata bene nemmeno a Firenze, dove sono solo 30 i ragazzi che hanno superato il corso online e 40 le imprese disposte ad accoglierli. “Il progetto funziona – commenta Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di Commercio di Firenze – ma mancano i numeri: non posso pensare che a Firenze solo 30 ragazzi abbiano bisogno di trovare lavoro nel digitale, e solo 40 imprese abbiano la necessità di educarsi alla cultura digitale. Se non si vanno a sfruttare tutte le potenzialità del mondo digitale le imprese faticheranno a crescere e a svilupparsi, se non a sopravvivere”.

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