Artigiani digitali

Mini Maker Faire, cosa sono e come funzionano le fiere fai-da-te

L’appuntamento internazionale con l’innovazione ha le sue “filiazioni”: eventi di dimensioni minori organizzati da comunità locali, che però devono fare richiesta alla “casa madre” e ottenere una licenza. Sono 120 in tutto il mondo, in Italia il prossimo sarà a Rimini. Ecco quello che c’è da sapere per allestirne una

Pubblicato il 29 Ott 2015

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La Maker Faire è un appuntamento fisso per gli appassionati di tecnologia e innovazione nato nel 2006 a San Mateo, in California, e ormai diffuso nel mondo. Le Mini Maker Faire sono “costole” della manifestazione principale, quasi una sorta di franchising del marchio, anch’esse disseminate ovunque. In Italia la prossima Mini Maker Faire si svolgerà a Rimini dal 14 al 15 novembre. Ma vediamo di capire meglio innanzitutto cosa è una Maker Faire per poi analizzare i passaggi necessari per metterne in piedi la versione “mini”.

Cosa è la Maker Faire – Non è una semplice esposizione di progetti e invenzioni, ma soprattutto un luogo e un’occasione di incontro fra esperti, appassionati, imprese che fanno dell’innovazione tecnologica la propria ragion d’essere e che vogliono condividere le proprie conoscenze e scoperte. Dalla California l’evento ha assunto proporzioni enormi, diffondendosi in tutto il mondo. L’edizione della Maker Faire Bay Area ha accolto oltre 110 makers ed oltre 130.000 visitatori; la World Maker Faire New York ha ospitato oltre 600 maker e più di 75mila visitatori. Altre fiere si sono tenute a Detroit, Kansas City, Atlanta, Milwaukee, Orlando, Silver Spring, Parigi, Oslo, Trondheim, Tokyo, Newcastle (UK) e Shenzhen. Con oltre un milione e mezzo di visitatori in tutto il mondo, Maker Faire può vantare ben 131 eventi organizzati solo nel 2014. È terminata da poco la Maker Faire Roma. Dal 16 al 18 ottobre, all’interno della Città universitaria della Sapienza di Roma, maker, innovatori e artigiani digitali si sono ritrovati a condividere un’area di oltre 100mila metri quadrati con più di 15mila metri quadrati di spazi espositivi e oltre 600 stand con circa 700 invenzioni in mostra provenienti da tutto il mondo. Si sono tenuti centinaia di workshop e seminari con gli speaker più importanti del settore ed è stata allestita un’area dedicata ai kids di quasi tremila metri quadrati dove i ragazzi dai 5 anni in poi avevano a disposizione più di 90 laboratori per imparare a programmare, costruire il proprio robottino e tanto altro.

Cosa è una Mini Maker Faire – È un evento indipendente curato da una community per promuovere la cultura locale dei maker. Gli organizzatori della Maker Faire “madre” si sono resi conto che l’idea di base poteva funzionare a qualsiasi livello e hanno deciso di fornire a chi lo richiedesse un apposito programma “Mini Maker Faire”, in grado di garantire strumenti e risorse per l’allestimento di un evento ispirato alla creatività e alla ingegnosità della comunità di provenienza. Negli Stati Uniti e nel mondo sono oltre 120 le comunità che organizzano indipendentemente delle Mini Maker Faire. Ciascun evento è autonomo e differente rispetto agli altri.

Come si organizza una Mini Maker Faire – Occorre presentare una domanda a Maker Media negli Stati Uniti ed entrare in possesso di una licenza. La richiesta di adesione si può presentare qui almeno 6 mesi prima dell’evento (meglio 12 mesi). Occorrono almeno cinque manifestazioni di sostegno da parte della comunità locale (maker o organizzazioni di maker). Bisogna inoltre presentare il budget previsto per l’evento. Maker Media valuta la documentazione e il curriculum dei richiedenti, gli endorsement e i partner coinvolti. Dopodiché può organizzare una video conferenza su Google Hangout o Skype o al telefono. Se la richiesta viene definitivamente approvata, sarà concesso un accordo di licenza. Si tratta di un contratto legale nel quale si precisano i requisiti basilari per produrre una Mini Maker Faire in cambio dell’utilizzo del brand. In base all’accordo il richiedente ha 12 mesi di tempo per organizzare la fiera. È inoltre specificato che Maker Faire non è responsabile di perdite e/o rischi associati alla manifestazione. Quanto all’entità commerciale dell’accordo, gli organizzatori della Rimini Mini Maker Faire sostengono che viene stabilito da MM in funzione di variabili quali le dimensioni della manifestazione, se l’ingresso è a pagamento o meno ed altri analoghi dettagli. Naturalmente, pur avendo una sua connotazione commerciale, queste valutazioni non prescindono dall’aspetto a cui la filosofia maker fa riferimento, ossia la condivisione.

Le fiere italiane – Per quanto riguarda l’Italia sabato 6 giugno si è tenuta una nuova edizione della Mini Maker Faire di Torino, dedicata in particolare ai cambiamenti resi possibili dalla diffusione della cultura dei maker oltre i confini dei fablab in altri ambiti, dalla scuola ai musei, dal lavoro all’arte: alla ribalta decine di maker con i loro progetti, moltissime talk su tecnologia, innovazione e cultura, workshop per bambini e adulti, un grande campo indoor volo per i droni e street food. Della Rimini Beach Mini Maker Faire il motore organizzativo è l’agenzia Blu Nautilus, che si occupa proprio di organizzazione fiere ed eventi, insieme con Fablab Romagna e makeRN, in collaborazione con la rete Mak-ER e Spiaggia Rimini Network e il supporto di Aster, più il patrocinio della Regione Emilia Romagna, Provincia di Rimini e Comune di Rimini. Per la parte più istituzionale è stata avviata una collaborazione con l‘Università di Bologna, che a Rimini ha la facoltà di scienze turistiche. L’evento sarà infatti incentrato sull’originale connubio tra artigiani digitali e turismo, quest’ultimo motore propulsore del territorio. L’anno, prossimo, dal 20 al 22 maggio, si terrà la terza Trieste Mini Maker Faire. La prima edizione, nel maggio 2014, era stata la prima in tutta Italia nel suo genere, con 100 progetti in mostra, oltre 300 makers e migliaia di visitatori, e anche la N.1 in tutta l’Alpe-Adria.

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