Internazionalizzazione

Startup, Moovit: «Il segreto del successo? Guardare all’estero dal primo giorno»

La scaleup israeliana con la sua app per il trasporto pubblico locale ha 40 milioni di utenti in 800 città, di cui 3,5 in Italia. Yovav Meydad, VP Product & Marketing, a EconomyUp «Chi nasce in Israele pensa subito a come espandersi fuori, il mercato locale è insufficiente. E bisogna restare un’eterna startup, affamati e ambiziosi»

Pubblicato il 24 Ott 2016

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Yovav Meydad, VP Product & Marketing di Moovit

“Per una startup quando è il momento per cominciare a pensare a valicare i confini del proprio Paese e espandersi all’estero? Dal primo giorno della sua nascita”. È partendo da questo principio che Moovit, giovane società israeliana fornitrice di un’app per il trasporto pubblico locale con oltre 40 milioni di utenti in più di 800 città nel mondo, ha lanciato la scalata ai mercati esteri. Con successo, almeno finora. “Molti in UK, in Svezia e anche in Italia mi chiedono se una startup deve cominciare ad andare fuori dal proprio Paese dopo due o tre anni di attività, o ancora più tardi, o un po’ prima” dice a EconomyUp Yovav Meydad, VP Product & Marketing di Moovit. “Io rispondo che noi di Moovit non abbiamo mai avuto questo problema: sapevamo fin dall’inizio che dovevamo espanderci fuori da Israele. Abbiamo usato il nostro Paese come test per replicare il modello altrove. Molte società israeliane sanno che devono ‘pensare internazionale’, perché il mercato nazionale non sarà mai abbastanza. È uno dei segreti dell’ecosistema di Israele”.

Moovit è nata come una startup, ma ormai ha acquisito dimensioni da scaleup. “Però ci sentiamo ancora una startup – precisa Meydad – perché siamo ‘affamati’ e ambiziosi: “Nel mondo siamo sette miliardi di persone, ma soltanto 800 milioni utilizzano l’automobile, gli altri usano autobus, treni, tram e metropolitane. C’è ancora molto da fare”.

GLI INIZI – L’anno di nascita di Moovit è il 2011. Co-founder e Ceo è Nir Erez, da oltre 20 anni imprenditore seriale specializzato in startup tecnologiche. Co-founder e VP Operations è Roy Bick, che ha portato in azienda l’esperienza nello sviluppo di software e di gestione dell’ R&D acquisita da impieghi precedenti in organizzazioni locali e globali. Hanno cominciato a discutere del progetto mentre si allenavano per una maratona e non hanno più smesso. Uno dei membri del board è Uri Levine, co-founder e chairman di Waze, applicazione gratuita di navigazione stradale per dispositivi mobili basata sul concetto di crowdsourcing acquisita nel 2013 da Google. Insomma, per Moovit non si è mai trattato di startupper alle prime armi, ma di imprenditori già esperti che hanno fatto confluire le loro diverse competenze ed esperienze in una nuova realtà imprenditoriale.

GLI OBIETTIVI – Il team è partito dall’analisi delle potenzialità del mercato nel quale si accingevano ad entrare. “Abbiamo elaborato uno studio sui tempi di trasferimento con mezzi pubblici nelle diverse città del mondo: è venuto fuori, per esempio, che a Barcellona, le persone trascorrono in media 60 minuti al giorno sui mezzi, a Rio de Janiero due ore” dice Yovav Meydad. “Ci siamo resi conto – prosegue – che, dovunque uno viva, trascorre buona parte della giornata su tram, autobus o treni. Inoltre usare i mezzi pubblici non è solo questione di tempo impiegato, ma di come usi questo tempo: puoi non sapere quale linea prendere della metropolitana, avere bisogno di informazioni su eventuali incidenti o lavori in corso ecc. ecc. Perciò hai bisogno di fare affidamento sul crowdsourcing: gli utenti della comunità riescono a segnalare un problema pochi minuti dopo che si è verificato”.

I FONDI RACCOLTI – Un incoraggiamento iniziale è arrivato a Moovit dal Chief Scientist, ovvero l’Autorità per l’Innovazione di Israele, ente governativo che eroga centinaia di milioni di dollari per sostenere progetti di ricerca i quali poi possono concretizzarsi in realtà imprenditoriali.

Israele e il venture capital di Stato, perché il governo finanzia l’innovazione

Alla startup sono state assegnate alcune centinaia di migliaia di dollari per lo sviluppo di una tecnologia che utilizzava il crowdsourcing per la raccolta di informazioni. Ma ancora era nella fase early stage, quella sulla quale è concentrata l’attività del Chief Scientist. In seguito sono arrivati i finanziamenti più robusti. Il primo round da 3,5 milioni di dollari, nel 2014, è stato guidato dal fondo di venture capital Brm e da Gemini Israel Ventures. Sempre quell’anno la startup ha raccolto ulteriori 24 milioni di dollari, in un round guidato da Sequoia Capital. Alla fine del 2015 il terzo round da 50 milioni di dollari da parte di una serie di investitori strategici: tra gli altri Nokia Ventures, Keolis, l’attore americano Ashton Kutcher, noto investitore in startup, Guy Oseari, israeliano naturalizzato californiano, manager di Madonna e degli U2, e l’imprenditore francese Bernard Arnault. Un parterre stellare di investitori.

LA CRESCITA – “Sono entrato nel 2013 quando avevamo un milione di utenti – dice Meydad– adesso ne abbiamo 40 milioni, offriamo il nostro servizio in 44 lingue e forniamo i dati in 200 città di 67 Paesi. Abbiamo il 50% di dati in più di Google. Abbiamo il più grande numero di data points rispetto alle altre app per il trasporto pubblico. Ogni giorno lanciamo il nostro servizio in una nuova città. Abbiamo una grande comunità di 75000 editors che stanno mappando le informazioni nelle loro città”.

IL BUSINESS MODEL – “Abbiamo sperimentato molti modelli di monetizzazione negli ultimi anni. Per esempio puntiamo su location e destination. Se l’utente sta tornando a casa dal lavoro, gli proponiamo attraverso l’app di ordinare del cibo in determinati locali. Sono messaggi personalizzati e geo-localizzati. Poi abbiamo partnership con compagnie di taxi, Uber, EasyTaxi ecc. ecc. Quando l’utente deve andare da una destinazione all’altra gli suggeriamo il percorso con il mezzo pubblico, ma anche l’eventuale percorso con Uber o con il taxi. Mostriamo i risultati nell’app e lui può scegliere la soluzione che preferisce”. A Roma Moovit ha appena lanciato Carpooling, servizio di condivisione dell’auto per mettere in contatto automobilisti e utenti del trasporto pubblico che si muovono ogni giorno su tutta l’area di Roma e del Lazio. Il servizio, già testato con successo in Israele e attivo ora su tutta la Regione Lazio, si rivolge agli automobilisti desiderosi di condividere il passaggio e le spese di viaggio. Sembra ricordare Uber Pop, l’app di Uber per lo scambio di passaggi tra persone che però è stata dichiarata illegale in Italia perché considerata concorrenza sleale nei confronti dei tassisti. Moovit farà la fine di Uber Pop? “Abbiamo controllato le regole in altri Paesi- replica Yovav – è un servizio che consente di dare passaggi in cambio di condivisione delle spese, non è fornito da driver professionisti. A Roma lo abbiamo aperto in collaborazione con Roma Servizi per la Mobilità, che già durante la canonizzazione dei Papi aveva raccomandato pubblicamente la nostra app per cercare di gestire al meglio il flusso di pellegrini”.

MOOVIT E L’ITALIA – “L’Italia è uno dei Paesi top per noi” dice Yovav. “Stiamo offrendo il servizio in ogni regione e in 86 città, alcuni sono piccoli centri che vengono mappati dalla comunità. Abbiamo 3,5 milioni di utenti, siamo presenti in tutte le regioni e abbiamo notato una grande apertura degli italiani all’utilizzo delle nuove tecnologie. Non a caso abbiamo lanciato Carpooling in Italia come primo Paese dopo Israele”. Moovit ha complessivamente 105 dipendenti, la maggior parte in Israele. In Italia c’è il country manager Samuel Sed Piazza, basato a Roma, e un’altra persona a Milano. “Solo in alcune città abbiamo più di una persona sul posto, è il segno che puntiamo sul vostro Paese”.

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