VENTURE CAP

Che cosa manca alla scienza per diventare business

Non certo i soldi: se l’idea è valida, i denari non possono non grandinare. Il sistema della ricerca e dell’università ha altre carenze che si chiamano imprenditorialità, management e velocità. E il successo si raggiunge solo correndo

Pubblicato il 05 Feb 2014

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Pierluigi Paracchi, founder and Ceo Medixea Capital, Investor and Board Member at EOS

Mi lamentavo dell’incapacità del sistema della ricerca e dell’università di fare impresa: era il 2002, gli albori del fenomeno degli spin-off accademici. Ora, forse nessuno parla di fenomeno. La cautela, a ragione, è prevalsa.

Cosa è mancato e manca alla scienza per trasformarsi in un business vincente?

1. imprenditorialità

2. management

3. velocità

Non parlo di capitali poiché ritengo che al centro del sistema vi sia l’idea. Se l’idea è valida, i denari, in un mondo piatto con investimenti che viaggiano alla velocità di click, non potranno che grandinare!

Digressione: il capitale è un “service”, l’idea è al centro. Il punto non sono i soldi ma l’idea e la possibilità-probabilità di creare valore. Insomma, un imprenditore con un’idea innovativa non deve temere per la ricerca dei capitali, deve scegliersi i soldi migliori; quelli che possono creare valore e dare accesso alla valorizzazione dell’impresa, alla “exit”. La locuzione latina “pecunia non olet” mal si addice a chi vuol creare la “one billion company” (obiettivo minimo di ogni startupper sano).

Back to the future: accetto che il ricercatore e lo scienziato non siano imprenditori o manager ma non che siano lenti. Questi, se vogliono valorizzare la propria idea, i propri brevetti, devono andare a caccia di imprenditori e manager a cui chiedere di costruire l’impresa intorno all’intuizione. Dove trovarli velocemente? Tra chi ha avuto successo nel settore dello spin-off, tra chi ha investito e disinvestito, tra i manager dell’industria di riferimento. Le università e i centri di ricerca con i loro technology transfer office dovranno agevolare il contatto.

Il deal è la somma di idea (brevetto), imprenditore, management e velocità d’esecuzione. I capitali, poi, grandineranno; arriveranno dal crowdfunding (nuova parolina magica…), dai family office (molto ricchi e ora attenti alle startup), da imprenditori di generazioni (che ben comprendono che il loro vecchio business fa fatica), da venture capital internazionali (tanti e ricchi, in cerca di idee) o nazionali (ancora troppo pochi).

Ancora, velocità: “Il futuro è ieri, tra cinque minuti storia… alle quattro sarò un dinosauro!” [“Wall Street” di O. Stone].

Correre verso il brevetto, verso l’incorporazione dell’impresa, verso i capitali, verso il prodotto, verso la exit. Verso il successo. Ora.

Pierluigi Paracchi @pigiparacchi è CEO Medixea Capital

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