Software

L’ex CTO di Facebook lancia la sfida a Microsoft

La start up di Bret Taylor (l’inventore di Google Maps) ha lanciato Quip, app di word processing collaborativo che, studiata per telefonini e tablet, promette di strappare a Office il primato. Almeno nel settore mobile

Pubblicato il 20 Ago 2013

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Prima ha lavorato per Google, lanciando Google Maps. Quindi ha fondato la startup FriendFeed, che nel 2009 ha ceduto a Facebook diventando CTO, direttore tecnico, del social network. E nel 2012, un mese dopo la quotazione in Borsa del colosso di Zuckerberg, Bret Taylor se n’è andato per fondare una nuova startup assieme a un altro ex di Google, Kevin Gibbs. Dopo aver ottenuto 15 milioni di dollari da Benchmark (venture capital dove lavorano un altro ex big di Facebook, Matt Cohler, e un ex di FriendFeed, Peter Fenton), Taylor ha assunto 12 persone e lanciato Quip, un word processor collaborativo per dispositivi mobili (ma funziona anche sui desktop) che consente di fare ciò che altri prodotti non sono mai stati in grado di offrire: intervenire simultaneamente sullo stesso documento, modificandolo e commentandolo in tempo reale, da parte di più utenti.

In un’intervista a Business Insider, l’ex direttore tecnico di Facebook spiega di aver lasciato il social network perché sentiva di essere a un punto di svolta nella vita, e voleva qualcosa di più. Così, assieme a Gibbs, ha deciso di fondare la nuova startup e, discutendo, è nata l’idea di un’app di word processing per i tablet. Che ora rischia di mettere in pericolo il predominio di Microsoft (che con Office è ancora leader di questo segmento del mercato nonostante cloni e alternative free). Tayor spiega però che l’intento di Quip non è quello di surclassare Microsoft nel settore desktop, quanto quello di creare un nuovo standard per i tablet, che “giorno dopo giorno stanno cannibalizzando i PC. Le compagnie che hanno definito gli standard per i personal computer ovviamente non scompariranno, ma ora sembra esserci l’opportunità per nuove aziende di definire lo status quo. Nonostante l’enorme crescita della platea di consumatori, non sono stati molti coloro che hanno investito in applicazioni che tutti utilizzano ogni giorno al lavoro. Negli ultimi 30 anni, queste applicazioni sono state definite da una sola compagnia. Ma ora, con la crescita esponenziale di tablet e telefonini, la produttività su questi dispositivi è diventata molto più importante di quella degli ultimi 30 anni sui PC. E per una startup essere in anticipo sui tempi è fondamentale”.

Ma è fondamentale anche avere i finanziamenti: con il denaro guadagnato grazie a Facebook e a FriendFeed, Taylor avrebbe potuto agevolmente creare Quip senza chiedere denaro agli investitori. Ma, spiega nell’intervista, “io e Kevin volevamo lanciare un’azienda che durasse nel tempo, non una meteora. Oltretutto, Quip è uno strumento creativo lanciato in uno spazio nel quale la gente è abituata a tutt’altro. E quindi per avere successo serve tempo. E servono soldi”.

Taylor spiega quindi che l’idea innovativa di Quip è quella di utilizzare lo spazio digitale come se fosse uno spazio fisico: “Ciò che la nostra app è in grado di fare, e che la generazione precedente di prodotti (come Word, ndr) non consentiva, è la collaborazione. E’ come se due persone fossero sedute una di fronte all’altra e utilizzassero lo stesso foglio di carta: mentre uno scrive, l’altro può leggere in tempo reale, correggere, dare indicazioni, inserire commenti…”. Ovviamente, la tastiera virtuale di tablet e telefonini rappresenta un limite. Ma, spiega il fondatore di Quip, “nulla impedisce di creare un documento su un PC e poi utilizzarlo in collaborazione sul tablet. Noi non stiamo facendo finta che i PC non esistano, o che nessuno li usi più: ma basta guardarsi in giro per vedere che, in mobilità, la gente ormai usa i tablet e non più i laptop”.

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