Nuovi modelli

A Bologna un Attico dove gli startupper vivono e lavorano insieme

È partito un esperimento di condivisione di vita e lavoro: una casa di 200 metri quadri in cui risiedono e fanno impresa cinque startupper: Andrea Giglio e Luca Gisi di Tickete e Tommaso Grotto, Matteo Scapin e Luca Trevisan di Kopjra. Fino a pochi mesi fa c’era anche Federico Simionato di Brave Potions

Pubblicato il 11 Set 2015

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Il coliving Attico

Si chiama Attico, e sembra un casa come tante ce ne sono oggi, in condivisione tra colleghi o coetanei, ma in realtà è molto di più: è un brand e un esperimento di coliving e coworking senza soluzione di continuità.

A portarlo avanti, a Bologna, in una grande casa di 200 metri quadri con un grande terrazzo sono cinque giovani imprenditori, tutti tra i 25 e i 30 anni, che hanno deciso di vivere e lavorare insieme.

“In questa casa – dice, scherzando, ma non troppo, Tommaso Grotto, uno dei fondatori di Attico – abitano cinque persone e tre startup”.

A dividersi gli spazi sono Andrea Giglio e Luca Gisi di Tickete (startup in ambito mobile advertising) Tommaso Grotto, Matteo Scapin e Luca Trevisan di Kopjra (startup in ambito legal) e, fino a pochi mesi fa, anche Federico Simionato di Brave Potions (startup medtech).

“Chi ha una sua attività in fase di lancio ha uno stile di vita diverso da quello di tutti gli altri – continua Grotto -, penso agli studenti o ai lavoratori dipendenti: non abbiamo orari né al mattino, perché magari partiamo un po’ più tardi, né alla sera perché andiamo avanti a oltranza; spesso siamo in viaggio, spesso organizziamo incontri e meeting qui in sede, ma soprattutto dedichiamo tutte le nostre energie migliori alla nostra impresa: è lì che incanaliamo tutto il nostro tempo, tutte le nostre risorse, tutta la parte migliore di noi”.

Così, visto questo stile di vita particolare, nel quale il lavoro coincide con la vita privata, e occupa tutto lo spazio e il tempo, fondendosi e confondendosi giocoforza con il tempo libero, è nata l’idea di creare un ambiente unico in cui, appunto, il tempo della vita privata e quello del lavoro coincidessero senza confini precisi a separarli.

“Vivere qui è bellissimo ed esaltante, personalmente credo coincida con il periodo più bello e produttivo della mia vita – continua Grotto – ma non è semplice, e non è da tutti. Ci sono persone per cui sarebbe inconcepibile fare quello che facciamo noi e che hanno bisogno, una volta finita la giornata di lavoro, di staccare il cervello, cambiare spazio, tornare in una casa che non c’entri niente con il posto in cui lavorano tutto il giorno. Per noi, invece, non è così. Ci siamo accorti che per quello che facciamo è più funzionale il coliving, che ci permette di avere un ecosistema condiviso, nel quale avere un confronto quotidiano e continuo, fatto di scambio di idee, di pareri, di consigli dati e ricevuti da chi ‘sta nella tua stessa barca’ e vive e prova quello che vivi e provi tu: la gioia per un successo, lo sconforto per un fallimento, la fatica di partecipare a un bando… In tutti i casi lo scambio, il dialogo e il confronto sono con qualcuno che vive le tue stesse esperienze, entusiasmi e paure”.

Così la casa, da luogo dove dormire e trascorrere il tempo libero si è trasformata, gioco forza in uno spazio di condivisione totale del lavoro e dello tempo, come logica conseguenza per chi decide di ‘dare tutto se stesso’ alla propria impresa.

“È difficile definire Attico – dice ancora Grotto – : non è una casa, non è un ufficio, non è un airbnb per startupper di passaggio che, pure, si appoggiano qui da noi, non è uno spazio per i meeting e le feste, non è un incubatore: è tutto questo insieme e molto di più. Un modello che può diventare un brand da esportare e riprodurre, come un franchising e che potrebbe trovare il favore di decine di giovani imprenditori con le nostre stesse esigenze. Anzi, forse, da qualche parte in Italia, molti lo stanno già facendo e hanno già deciso di vivere insieme e condividere vita e lavoro. Solo che forse non si sono resi conto che non si stanno limitando a dividere la casa e l’affitto, ma stanno facendo una cosa nuova che darà risultati nuovi: stanno facendo coliving”.

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