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CVCert, una startup per certificare la “verità” del curriculum

Un consulente e un manager delle risorse umane, Fabrizio Favini e Andrea Galdabino, hanno sviluppato con InfoGroup (Intesa Sanpaolo) una piattaforma per risolvere un problema delle aziende: è tutto vero quel che c’è scritto nei cv ricevuti? Un progetto subito piaciuto anche al senatore Pietro Ichino…

Pubblicato il 03 Ago 2016

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In teoria nel proprio curriculum vitae ognuno può scrivere quello che vuole, poi spetterà a chi di dovere – responsabili delle Risorse Umane o altre figure professionali – intervenire per verificare la veridicità delle informazioni contenute, sempre se sarà in grado di farlo. Una soluzione a questo problema la propone CVCert, startup innovativa fondata l’anno scorso che, per la prima volta in Italia, fornisce la certificazione del percorso professionale del candidato con l’obiettivo di ottimizzare il processo di recruitment delle aziende.

Progettato da un team di esperti e sviluppato da Infogroup, azienda controllata da Banca Intesa SanPaolo che è diventata partner tecnologico dell’iniziativa, CVCert ha lanciato il prodotto B2C in grado di garantire la veridicità e l’affidabilità sia dei dati anagrafici sia del percorso lavorativo riportati nel curriculum vitae di chi intende candidarsi per un posto di lavoro. Ad avvantaggiarsene dovrebbero esser entrambe le parti: candidati e aziende.


Il team – I promotori di CvCert sono Fabrizio Favini, che da oltre 40 anni lavora nella consulenza e nei servizi alle aziende, e Andrea Galdabino, che da 21 anni si occupa di gestione di Risorse Umane in ambienti industriali complessi e strutturati. Il progetto ha goduto fin dall’inizio del sostegno di Pietro Ichino, giuslavorista e membro della Commissione Lavoro del Senato.

Come funziona il “controlla-curriculum” – Al candidato CVCert offre 2 alternative: far parte della comunità di CVCert in modo gratuito ma senza la certificazione del CV (CV base), oppure far parte della Comunità di CVCert attivando il servizio e ottenendo così il CV certificato, classificato e profilato. Se l’utente decide per la prima soluzione, il CV base sarà visibile per la ricerca da parte delle aziende ma senza il beneficio della certificazione, della classificazione con controllo di coerenza e della profilazione attitudinale e comportamentale. Se, viceversa, passa all’offerta Premium, CVCert genererà un Codice Elettronico Univoco (QR) del candidato che, trasmesso alle aziende, renderà il CV facilmente identificabile da parte loro. Insomma, sarà come accendere un riflettore sulla propria candidatura. Proprio l’utilizzo del QR Code a livello individuale garantisce l’affidabilità del profilo in quanto collega il singolo CV alla sua versione digitale, gestita e garantita da CVCert. Dall’altro lato l’azienda sa di poter contare sulla certezza del profilo che si traduce in efficacia, efficienza e qualità del processo di recruitment. Inoltre dispone anche della profilazione del comportamento e delle attitudini del candidato grazie all’accordo stipulato tra CVCert e PDA International, società impegnata nell’assessment delle Risorse Umane. L’offerta Premium ha attualmente un costo di 15 euro all’anno.

La tempistica – Obiettivo finale di coloro che si fanno certificare il curriculum è rendere visibile il proprio cv alle aziende che si saranno accreditate nell’area riservata del sito. Questo ancora non è possibile. CVCert ha avviato la pratica per ottenere l’autorizzazione ad operare come agenzia di intermediazione tra domande e offerte di lavoro: non appena tale iter si sarà completato, dicono i responsabili della startup, i servizi verranno arricchiti con ulteriori funzionalità finalizzate alla promozione dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro che verranno di volta in volta comunicati agli utenti iscritti. Insomma la macchina è in rodaggio e si attende il fischio di partenza. Intanto a settembre è previsto il rilascio del servizio CVCert per il Mercato B2B. (L.M.)

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