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Non solo Shark Tank: l’americana Abc lancia il reality sugli startupper

Parte stasera negli Usa una “docu-serie” su 10 aspiranti imprenditori alle prese con lo sviluppo delle loro startup all’interno della Draper University fondata da Tim Draper, venture capitalist della Silicon Valley. Che dice: «Ci concentreremo sull’imprenditoria, non sulle vite degli studenti»

Pubblicato il 11 Ago 2015

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Il venture capitalist Tim Draper

In Italia a primavera è stato trasmesso “Shark Tank”, il format internazionale che vede cinque investitori scegliere le migliori startup e idee di business, negli Usa stasera parte la prima puntata di Startup U, un reality sulle startup che è il primo di questo genere mai trasmesso dall’emittente ABC.

Una delle caratteristiche che lo contraddistinguono da altri programmi simili ambientati nella Silicon Valley è che ha per padrino il venture capitalist Tim Draper, nome molto noto nella Mecca dell’innovazione. Classe 1958, Timothy Cook “Tim” Draper ha fondato nel 1985 quella che sarebbe diventata la Draper Fisher Juvertson, alla quale viene attribuita l’invenzione del marketing virale. È popolare anche per essere diventato uno dei più importanti investitori in Bitcoin: con 18 milioni di dollari si è accaparrato 30mila BitCoin a un’asta governativa di beni virtuali, per poi versarli nelle casse di startup di cui era investitore. Ha anche fondato la Draper University, che è al centro del nuovo programma televisivo.

Nel reality Startup U si assiste alle giornate di 10 aspiranti imprenditori durante un programma di sviluppo di sette settimane che si svolge proprio all’interno della Draper University, sorta di palestra per startupper. Al termine gli studenti fanno il loro pitch davanti a una platea di venture capitalist sperando di ottenere i finanziamenti necessari ad avviare il loro business.

Ad oggi oltre 150 laureati alla Draper University hanno ottenuto fondi per un totale di 15 milioni di dollari da vari investitori tra cui lo stesso Draper.

Si tratta del primo reality show sulle startup per la ABC, ma non per San Francisco: ci sono stati in passato diversi tentativi di documentare per la televisione la vita degli aspiranti imprenditori della Silicon Valley, quasi tutti per la verità senza troppo successo. Draper preferisce parlare comunque di “docu-serie” e spiega che la trasmissione è diversa dalle altre perché focalizzata sull’imprenditoria e sulle sfide che la caratterizzano più che su vite e comportamenti dei protagonisti.

In Italia non c’è ancora niente del genere, ma ha avuto discreto successo Shark Tank, trasmissione ripresa da un format internazionale, andata in onda su Italia Uno tra maggio e giugno scorsi. Il programma, che ha portato per la prima volta le startup alla ribalta della tv italiana, vedeva i cinque Shark – Fabio Cannavale, Mariarita Costanza, Luciano Bonetti, Gianluca Dettori e Gianpietro Vigorelli (tre imprenditori, un venture capitalist e un pubblicitario) – puntare i loro soldi sulla business idea preferita. Shark Tank ha concluso la programmazione con 1.059.000 telespettatori e il 5.49% di share (7.32% sul pubblico attivo). Mediaset non esclude che possa essere trasmessa una seconda stagione, anche se al momento non è stata definita alcuna data.

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