Bilanci

2016, le 15 startup più valutate dell’anno

Sono soprattutto cinesi o operano nella sharing economy le nuove imprese che secondo i venture capitalisti valgono oltre un miliardo di dollari. Al primo posto c’è Uber, ma le sorprese sono le new entry DiDi Chuxing, versione Made in China dell’azienda californiana, e Lufax, gigante del fintech in Cina

Pubblicato il 29 Dic 2016

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Al primo posto c’è la statunitense Uber, giunta in vetta dopo aver rapidamente scalato la classifica, seguita dalla cinese Xiaomi, vendor di smartphone, e da una new entry, DiDi Chuxing, che in pratica è la parente cinese di Uber: sono le prime tre startup milionarie del 2016. Una “formazione” dalla quale è possibile ricavare almeno due tendenze: l’incalzante affermazione della sharing economy (anche se il termine è necessariamente omnicomprensivo e, per realtà come Uber, si preferisce parlare di servizi on demand) e il crescente predominio dell’economia cinese nel mondo. Tendenze confermate anche dagli ulteriori posti nella classifica della startup valutate oltre un miliardo di dollari dai venture capital di tutto il mondo: quattro tra le prime dieci sono cinesi, tre statunitensi e una indiana.

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I dati, aggiornati a dicembre 2016, vedono appunto al numero uno la società californiana fornitrice di un’app per noleggiare una vettura con conducente da smartphone, che è valutata 68 miliardi di dollari: una valutazione quasi raddoppiata rispetto a dicembre 2014, quando si attestava a 41,2 miliardi ed era seconda in classifica. Uber ha così preso il posto di Xiaomi, che allora come adesso resta inchiodata ai suoi 46 miliardi di dollari di valutazione e attualmente figura al secondo psoto. La vera sorpresa è Didi Chuxing, un’impresa di trasporti cinese con sede a Pechino che fornisce veicoli e taxi da chiamare con applicazioni via telefono cellulare. In ascesa tra le startup miliardarie internazionali c’è AirBnb, due anni fa piazzata al sesto posto con 10 miliardi di dollari di valutazione e ora balzata al quarto con 30 miliardi. Al quinto posto c’è Palantir, big dell’analisi dei dati aziendali e dei siti, con 20 miliardi (due anni fa era al quarto posto). Un’altra new entry è Lufax, marketplace online cinese per il trading di asset finanziari: è valutata 18,5 miliardi di dollari. Sale in graduatoria, grazie anche a un’operazione di fusione, un altro colosso cinese, Meituan Dianping, spesso descritto come “il Groupon della Cina” perché vende online voucher e prodotti con lo sconto: oggi vale 18,3 miliardi di dollari. Crescono anche il servizio di messaggistica Snapchat (17,8 miliardi di dollari) e WeWork, startup di New York che propone spazi di lavoro in condivisione, due anni fa ultima tra le Top Ten e oggi nona con una valutazione di 16,9 miliardi di dollari. Scende invece Flipkart, valutata 15 miliardi di dollari, principale venditore al dettaglio online in India. SpaceX, Piniterest e Dropbox sono rispettivamente all’undicesimo, dodicesimo e tredicesimo posto, mentre al quattordicesimo c’è DJI, anch’essa new entry e anch’essa cinese: vale 10 miliardi di dollari ed è attiva nel mondo dei droni. Quindicesima è Stripe, Internet company che è anche la prima europea della classifica, perché irlandese fondata da irlandesi, anche se ha il quartier generale a San Francisco.

Ma vediamo da vicino le 15 startup miliardarie del 2016.

UBER (Usa) – Travis Kalanick e Garrett Camp, imprenditori seriali, hanno trovato una miniera d’oro nel 2009 quando hanno lanciato nella loro città, San Francisco, un’app per smartphone per chiamare un taxi privato semplicemente premendo un tasto. La società ha avuto una rapida espansione internazionale: oggi è presente in alcune centinaia di città in tutto il mondo. Ha attirato vari imitatori, tra cui Lyft e Sidecar, ma è stata anche fortemente osteggiata da tassisti ed enti regolatori in varie parti del pianeta, Italia compresa.  ra gli investitori c’è Google.

XIAOMI (Cina) -  Fondata nel 2010, basata a Pechino e guidata dal co-founder Jun Lei, oggi Ceo, è diventata in soli 4 anni il più grande vendor di smartphone. Supportata da fan sul modello di quelli che vanno pazzi per Apple e Google, ha vinto puntando su un’offerta di smartphone a prezzi modici e grazie a un’ottima strategia sui social media.

DIDI CHUXING – E’ una società, attualmente valutata 33 miliardi di dollari, che offre servizi alternativi ai taxi tradizionali in tutto simili a quelli del pioniere statunitense Uber. Dopo la liberalizzazione del servizio di car-hailing decisa a luglio scorso dal governo di Pechino, il 31 luglio Uber ha annunciato di aver ceduto la sua attività in Cina proprio a Didi Chuxing in cambio di una quota del 20% in Didi. Questo ha messo fine a una guerra durata tre anni e costata, a ciascuno dei due concorrenti, diversi miliardi di dollari dovuti a una politica estremamente aggressiva di sconti.

La calda estate di Uber & Co, cosa succede tra le car hailing

AIRBNB (Usa) - Servizio nato nel 2007 e diventato caso esemplare del fenomeno della sharing economy, è il numero uno al mondo negli affitti a breve termine di stanze, appartamenti, dimore storiche e molto altro offerti da privati ad altri privati. L’annuncio è praticamente gratuito e la società ricava dal viaggiatore un profitto pari al 10%. Attualmente la company guidata da Brian Chesky propone oltre un milione di sistemazioni disseminate in 192 paesi.

PALANTIR (Usa) – La sua tecnologia è stata sperimentata agli inizi del Duemila all’interno di Paypal, piattaforma di pagamenti online, quando due ingegneri cominciarono a usare l’analisi dei link per scoprire le frodi. Nel 2004 i dirigenti di Paypal Joe Lonsdale e Peter Thiel co-fondarono Palantir insieme con Alexander Karp, l’attuale Ceo. L’azienda ha aiutato a scovare i punti deboli di personaggi come Bernie Madoff, il finanziere truffatore americano, o Osama bin Laden, incrociando e analizzando i dati relativi alle loro attività.

LUFAX – Sconosciuta al grande pubblico mondiale, è invece un gigante del fintech ben noto in Cina. Costituita nel settembre del 2011, è al momento partecipata al 43% da Ping An Insurance (Group) Co., uno dei più grandi gruppi assicurativi cinesi. Il nome per esteso è Shanghai Lujiazui International Financial Asset Exchange Co., Ltd., e ha sede appunto a Lujiazui, il quartiere finanziario di Shanghai, ma il dominio è molto più sintetico e pronunciabile: lu.com. Si tratta di un marketplace online di prodotti finanziari di vario genere, dai mutui alle assicurazioni., ma in realtà la piattaforma è arrivata a questo format solo recentemente, dopo essere partita con un prodotto solo: i prestiti Peer-to-Peer.

MEITUAN-DIANPING – A ottobre 2015 i competitor Meituan.com e Dianping Holdings si sono fusi in un’unica società, diventando un big delle offerte speciali online. Dopo aver ricevuto 3,3 miliardi di dollari da Alibaba e Tencent, la neonata startup è balzata al quinto posto nella lista delle più valutate (18,3 miliardi), per poi scendere al settimo a dicembre 2016.

Meituan-Dianping, una cinese con 5 mesi di vita è tra le startup più ricche del mondo

SNAPCHAT (Usa) – Co-fondata nel 2012 da Evan Spiegel, ha tra gli investitori anche Yahoo. E’ un servizio di messaggistica istantanea per smartphone e tablet, diventato molto popolare tra i teenager, che consente di inviare agli utenti della propria rete messaggi di testo, foto e video visualizzabili solo per 24 ore.

WEWORK – E’ una startup che fornisce spazi di coworking, nata a New York, oggi presente in diverse nazioni nel mondo. Negli anni scorsi ha raccolto finanziamenti da Fidelity Investments, Benchmark Capital, T. Rowe Price, Harvard Management Co., Wellington Management, J.P. Morgan Chase, e Goldman Sachs.

Negli Usa arriva il co-living, vita e lavoro nello stesso ufficio

FLIPKART (India) – Co-fondata nel 2007 da Sachin Bansal, che ne è anche Ceo, a Bangalore, è il principale venditore al dettaglio online in India. Tra i suoi competitor a livello internazionale Amazon e Ebay. I co-fondatori Sachin Bansal e Binny Bansal, che hanno lo stesso cognome ma non sono parenti, lavoravano entrambi all’Amazon Web Services di Bangalore prima di sviluppare un sito di e-commerce per indiani con circa 6mila dollari di risparmi. Ha iniziato vendendo libri, perché i prezzi erano bassi e i danneggiamenti da spedizione molto ridotti.

SPACEX (Usa) – Ultima valutazione: 12 miliardi di dollari. Total equity funding: 1,1 miliardi di dollari.

È una società aerospaziale fondata nel 2002 da Elon Musk , imprenditore di origini sudafricane noto per aver creato PayPal e Tesla Motors. Musk vi ha riversato tutta la sua fortuna ma ha dovuto attendere sei anni perché il lancio dei razzi funzionasse e, di conseguenza, funzionasse il business.

PINTEREST – Creato da Evan Sharp, Ben Silbermann e Paul Sciarra, Pinterest è un social network dedicato alla condivisione di fotografie, video ed immagini. Permette agli utenti di creare bacheche per gestire la raccolta di immagini in base a temi predefiniti o da loro generati. Il nome deriva infatti dall’unione delle parole inglesi pin (appendere) e interest (interesse).

DROPBOX – E’ un servizio di file hosting gestito dalla società americana Dropbox Inc., che offre cloud storage, sincronizzazione automatica dei file, cloud personale e software client.

DJI – Casa produttrice di droni multirotori con sede a Hong Kong, DJI è stata fondata da Frank Wang Tao, studente non particolarmente brillante dell’l’University of Science & Technology . Nell’arco di 3 anni DJI ha offerto una tipologia di prodotti che hanno rivoluzionato il mercato dei droni civili, semplificando i piccoli quadricotteri tanto da avvicinarli, in paragone alle loro funzionalità, ad uno smartphone o tablet, piuttosto che a un vero e proprio aeromobile progettato per hobbysti e professionisti delle riprese aeree.

STRIPE – è una piattaforma esterna per i pagamenti online che consente al tuo webshop di accettare pagamenti con bancomat, carta ricaricabile o carta di credito.

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