Smart Italy

Destinazione Italia, ora si apre la fase dei decreti

La legge approvata in Senato prevede 50 misure per favorire gli investimenti esteri e sostenere la competitività delle piccole e medie imprese. Anche se dentro ci sono provvedimenti poco coerenti con gli obiettivi. Tra le misure lo Startup Visa e il credito d’imposta per la ricerca

Pubblicato il 20 Feb 2014

senato-120518163246

Ora si apre la fase dell’attuazione che per molte misure è vincolata all’emanazione di decreti ministeriali. Ma da giovedì 19, tarda serata, il decreto “Destinazione Italia” è finalmente legge dello Stato. È infatti arrivato il via libera definitivo del Senato (121 voti favorevoli e 91 contrari) al provvedimento, approvato senza modifiche rispetto al testo della Camera.

Si è chiuso, dunque, un percorso iniziato 8 mesi fa costellato di attese, idee brillanti, delusioni cocenti, ma soprattutto di tanto, tantissimo lavoro di una squadra che in questo progetto ha creduto dal primo istante. Da oggi, come ha scritto in un tweet Francesco Luccisano, membro della segreteria particolare del Ministero degli Esteri , “l’Italia è un Paese più accogliente per gli investimenti”.

Le 50 misure di cui si compone il decreto, infatti, perseguono due obiettivi fondamentali: da un canto, favorire gli investimenti esteri; dall’altro migliorare il livello di competitività delle nostre aziende.

Ecco, in dettaglio, le principali misure.

1) Internazionalizzazione delle imprese: Il decreto prevede, per la facilitazione dei meccanismi di attrazione di capitale umano altamente qualificato proveniente dall’estero, la predisposizione di un meccanismo di fast track per la concessione di uno Startup VISA all’imprenditore estero che intenda avviare una startup in Italia o all’investitore straniero che intenda finanziarne una. Inoltre, è prevista la razionalizzazione dei Tribunali delle Imprese per le società con sede all’estero e l’allungamento degli accordi di ruling internazionale da 3 a 5 anni.

2) Credito di imposta per gli investimenti in ricerca: il decreto offre un credito d’imposta per la ricerca e lo sviluppo: il tetto è di 200 milioni e ciascun beneficiario (purché abbia fatturato annuo sotto i 500 milioni) può goderne fino a un massimo annuale di 2,5 milioni. Vengono poi introdotti voucher da 10mila euro per la digitalizzazione delle imprese, nonché la possibilità di emettere mini-bond per aggirare il credit crunch.

3 Risparmi in bolletta: taglio di 850 milioni delle bollette elettriche, che dovrebbe andare soprattutto a vantaggio delle imprese. Il provvedimento, come ha spiegato il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato nel consiglio dei ministri di dicembre che aveva approvato il testo, punta ad allungare di sette anni, su base volontaria, il periodo di godimento degli incentivi da parte dei produttori di energia rinnovabile, che tanto pesano in bolletta: con questa variazione si punta a un risparmio di almeno 700 milioni (il testo la definisce una stima «prudente»). A questi si aggiungono 150 milioni del cosiddetto «ritiro dedicato», ossia del prezzo che paga il Gse per l’energia derivante da impianti rinnovabili di potenza fino a 10 MW.

4) Mutui a tasso zero per le imprese create da giovani e donne. La misura viene estesa anche a commercio e turismo, mentre vengono ammesse aziende costituite da non più di 12 mesi.

5) Focus sulle PMI: Un emendamento specifica che la dotazione aggiuntiva dell’ICE (22.6 milioni di euro) per la promozione deve essere destinata con particolare riguardo alle piccole e medie imprese

6) Sblocco delle bonifiche dei siti industriali bloccate da anni.

7) Buono-libri governo mette a disposizione un fondo di 50 milioni di euro per gli anni dal 2014 al 2016 per l’acquisto di libri. Cambia la formulazione originaria: adesso le scuole superiori distribuiranno agli studenti i voucher per l’acquisto di libri non di testo con uno sconto del 19% e le librerie recupereranno lo sconto agli studenti in sede di dichiarazione d’imposta.

8) DIGITALE TERRESTRE- L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dovrà avviare le procedure per escludere dalla pianificazione delle frequenze per il servizio televisivo digitale terrestre le frequenze riconosciute a livello internazionale, ed utilizzate dai paesi confinanti, pianificate ed assegnate a operatori di rete televisivi in Italia .

( i.o.)

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4