La storia

Jobmetoo: «Il disabile? Sa fare di più che rispondere al telefono»

Daniele Regolo, disabile uditivo grave, ha fondato nel 2011 la startup che aiuta le aziende nel recrutiting di candidati con disabilità. «Ero stanco di sentirmi ripetere ai colloqui di togliere la laurea dal curriculum e dire di saper rispondere al telefono»

Pubblicato il 03 Nov 2014

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Daniele Regolo, founder di Jobmetoo

Un disabile uditivo grave che, stanco di sentirsi ripetere ai colloqui di togliere la laurea dal curriculum e dire di saper rispondere al telefono, si schiera ora dalla parte di chi ha più bisogno. Daniele Regolo ha ideato Jobmetoo e, insieme ad altri due founder, ha scelto di aiutare quei lavoratori che sembrano un passo indietro ma hanno spesso una marcia in più.

La startup nasce nel 2011 grazie al contributo del FSE erogato attraverso la Provincia di Macerata e già nel 2012 vince l’edizione italiana della Global Social Venture Competition ottenendo così un primo finanziamento. Grazie a questa opportunità di sostentamento economico viene ristrutturato il sito e presentato il progetto alla finale della 360by360 Competition. Non vincerà ma riceverà nel 2014 un secondo finanziamento proprio da 360 Capital Partners, che sceglie di puntare su di loro per creare un team professionale, sviluppare un nuovo portale all’avanguardia dell’accessibilità e ampliare l’operatività in tutta Italia.

Siamo un’agenzia per il lavoro autorizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. – spiega -. Ci piace essere un team moderno, senza barriere e con un grande progetto”.

(L’impiego dei sogni si trova online)

Dopo un esordio in solitaria, Daniele decide di permettere ad altri co-founder di entrare come parte attiva nella startup. Si tratta di Danilo Galeotti, CEO laureato in Economia e MBA tra USA e Cina, e di Matteo Venturi, CMO e dottore in Giurisprudenza. Entrambi vantano già esperienze di livello, da McKinsey a Buongiorno, fino a Matrix e Italiaonline. Da subito hanno condiviso la passione per un progetto volto a sfruttare le potenzialità del recruiting online per modernizzare la ricerca di lavoro delle persone con disabilità.

Come funziona? “Le aziende hanno accesso a differenti livelli di servizi, i candidati hanno accesso al portale e a tutto ciò che propone e ovviamente in via gratuita. Le prime

Il team di Jobmetoo

reazioni sono di entusiasmo, come se Jobmetoo fosse portatore di una ventata di novità”.

Tra i clienti di Jobmetoo grandi multinazionali come KPMG o Reply o Moncler: “Non è solo un lavoro, è un progetto stimolante capace di coinvolgere in maniera diretta il cliente stesso. Infatti, ciò che accomuna le aziende che si affidano a noi è la volontà di rimboccarsi le maniche per facilitare l’ingresso dei disabili in azienda, e questo è un segno di maturità da non sottovalutare”.

“Da parte delle aziende c’è un crescente interesse e una notevole necessità verso questo tipo di servizio così specializzato. L’incontro fra domanda e offerta non deve più essere visto come un obbligo ma come un’occasione di crescita e sviluppo – spiega Regolo -. La mission generale è quella di far diventare protagoniste della propria vita le persone con disabilità. Per questo i candidati sono accompagnati nella creazione di un profilo dettagliato per arrivare all’incontro con le aziende non solo preparati ma coscienti delle loro reali potenzialità

“Vogliamo diventare il punto di riferimento per le aziende interessate dagli obblighi della Legge 68 e per le Categorie protette. Più in generale, essere un esempio per l’accessibilità e contribuire a rafforzare una nuova visione della persona con disabilità secondo le linee direttive della Convenzione ONU sui diritti dei disabili. E per osare ancora, vorremmo anche presentarci al più presto con il portale fruibile anche in lingua inglese”.

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