Fastweb, 90mila euro per le idee di impresa finanziate dalla rete

La società di telecomunicazioni lancia Fast Up, un programma di supporto alle innovazioni digitali presentate sulla piattaforma di crowdfunding Eppela: se un progetto raccoglie il 50% del budget richiesto, riceve dalla compagnia di tlc l’altra metà. Bova (Fastweb): “Non escludiamo di potere adottare alcune delle soluzioni proposte”

Pubblicato il 04 Lug 2014

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Per l’Italia è un fatto abbastanza inusuale che una grande azienda si metta a sostenere progetti di crowdfunding. Ma la crescita del fenomeno delle “collette online” viaggia a ritmi così sostenuti che riesce difficile pensare che l’iniziativa di Fastweb sia destinata a rimanere isolata.

Il nome del programma lanciato dalla compagnia di telecomunicazioni è Fast Up, e consiste nel supportare dal punto di vista finanziario alcune idee di impresa innovative presentate su Eppela, la piattaforma di crowdfunding reward based che nella sua storia ha superato i 3 milioni di mezzo di euro di raccolta.

Ogni mese, una parte dei progetti che avranno raccolto dalla rete, attraverso il portale, il 50 per cento del budget richiesto saranno co-finanziati da Fastweb per il restante 50 per cento. Le idee selezionate per il co-finanziamento saranno nei settori dell’educazione digitale, delle smart city, dell’Internet delle cose, della robotica e della domotica.

Fastweb, che per Fast Up mette a disposizione 90 mila euro complessive, si impegna a co-finanziare fino a un massimo di 10 mila euro per progetto e lascia la proprietà dell’idea a chi la propone. I primi progetti sono già stati lanciati su eppela.com/fastup. Si tratta di Ovumque, un kit domotico che gestisce elettrodomestici e climatizzazione, Asso Wi-Fi, una piattaforma di autenticazione per il wi-fi free, e Drone on the Beauty, un drone che mappa i posti più nascosti dell’Italia. I progetti finanziati saranno seguiti per un anno dal team di Eppela, con indicazioni utili per valorizzarli, e saranno raccontati attraverso i canali di comunicazione della piattaforma e di Fastweb.

Per capirne di più sul programma Fast Up abbiamo sentito Lorenzo Bova, head of processes management di Fastweb e responsabile del gruppo che si occupa di selezionare i progetti da co-finanziare.

Come funziona Fast Up?
L’iniziativa prevede vari step. All’inizio ci vengono proposti dei progetti che potrebbero essere candidati nell’area riservata di Fast Up. Noi facciamo una valutazione preliminare e facciamo pubblicare e rendere disponibili per il finanziamento quelli che approviamo. A quel punto ci sono 40 giorni di tempo in cui chiunque, in rete, può finanziare i progetti selezionati, di cui i proponenti indicano il budget necessario – massimo 20 mila euro – per la realizzazione. Se l’idea raggiunge il 50 per cento della cifra richiesta, Fastweb finanzia l’altro 50 per cento.

Come selezionate i progetti?
Noi analizziamo idee che sono state prima selezionate da Eppela e quindi finanziate dalla rete: in pratica, idee che hanno già guadagnato credibilità. Il primo criterio sulla base del quale faremo le nostre scelte è la coerenza dei progetti con la nostra vision aziendale, che è arricchire la vita e il lavoro delle persone attraverso internet e le tecnologie digitali. Non a caso i settori scelti sono smart city, Internet delle cose, robotica e domotica. E poi c’è l’educazione digitale: vogliamo premiare iniziative che attraverso il web abilitino altre possibilità in campo sociale. Il secondo criterio è il contenuto innovativo: le idee devono essere innovative in sé, oppure combinare in modo elementi già presenti sul mercato.

Chi si occuperà di fare le scelte?
A scegliere i progetti sarà un team che mette insieme persone interne a Fastweb con competenze in ambito di tecnologia, innovazione e marketing e esperti da fuori: parteciperà anche la stessa Eppela.

I progetti saranno in ambiti come la robotica e la domotica. Come è possibile che bastino una decina di migliaia di euro per finanziarli?
La dinamica del crowdfunding è particolare da questo punto di vista. Il progettista propone di finanziare solo un ‘capitolo’ del suo progetto, quasi mai il progetto intero. Per esempio, l’idea relativa all’Internet delle cose presente ora sulla piattaforma riguarda il design della scatola in cui i progettisti inseriranno il loro congegno.

Cosa vi aspettate in cambio?
Non abbiamo lanciato questa iniziativa per avere in cambio qualcosa di concreto. Il nostro interesse è industriale: è quello di entrare in contatto con con queste realtà interessanti, riconosciute come tali dalla rete. E per rete, in questo caso, si intende non una massa generica ma una comunità di persone mediamente esperte di ciò che vanno a finanziare con il crowdfunding.

Quindi interagirete con i progettisti in maniera diretta?
Capiremo alla fine dell’iniziativa che tipo di relazione potrebbe esserci con queste startup. Ma non escludiamo affatto che possano esserci in alcuni casi risvolti industriali e che potremmo adottare alcune delle soluzioni proposte.

Per approfondire il tema dell’open innovation, conoscerla e soprattutto capire come guidarla e trarne vantaggio, si può far riferimento all’iniziativa del Gruppo Digital360: una piattaforma che a 360° tocca tutti i temi dell’innovazione aperta

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Maurizio Di Lucchio

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