Progetti

Marco Bicocchi Pichi al lavoro su una nuova piattaforma di equity crowdfunding

Il business angel dell’anno ha come partner una banca italiana e una società d’investimento olandese. Il debutto previsto entro l’autunno. «La prospettiva è la digitalizzazione dei servizi finanziari per le Pmi»

Pubblicato il 20 Giu 2014

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Marco Bicocchi Pichi, business angel dell'anno

Il business angel dell’anno guarda avanti. Come è giusto che sia per chi da ormai 5 anni ha deciso di puntare sull’innovazione. Marco Bicocchi Pichi, ex manager passato all’investimento “informale”, che ha ricevuto il riconoscimento da IBAN (Internazional Business Angel Network) in occasione della Convention annuale, ha un progetto ben preciso su cui nel futuro prossimo concentrerà tempo e attenzione: una nuova piattaforma di equity crowdfunding, lanciata con una società di investimenti europea (la capogruppo è in Olanda) ma quotata negli Stati Uniti e un gruppo bancario italiano, che potrebbe essere il primo a impegnarsi su questo nuovo fronte finanziario.

L’operazione è ben avviata: i partner sono andati oltre una stretta di mano e si sono presentati in Consob che, appena la società sarà formalmente costituita, potrà avviare il percorso di autorizzazione (60 giorni), che non dovrebbe avere intoppi visti i soggetti coinvolti. Se tutto andrà bene, la nuova piattaforma potrebbe essere operativa entro l’autunno. Bicocchi Picchi è già al lavoro con appassionata convinzione nel progetto che lo vedrà in una posizione di guida: il crowdfunding sostiene è solo lo strumento per una cambiamento ancora più grande, la digitalizzazione del sistema dell’investimento e del prestito.

Ma non ci sono già troppe piattaforme? «Siamo solo all’inizio in Italia. È un momento di grande movimento e di forti attenzioni da parte di gruppi internazionali. L’importante è che si parli di questa nuova modalità di investimento. Il mercato è come quello della birra quando Renzo Arbore fece la pubblicità sul prodotto, non su un singolo marchio. Noi abbiamo bisogno di qualcosa del genere. Poi le differenze si vedranno sulla qualità dell’offerta.». Quindi, meditate gente, meditate (come diceva Arbore a proposito della birra…). Ricordando, soprattutto, com’è fatta l’Italia. «In un Paese come il nostro, fatto di microimprese, se si riesce a fare un buon lavoro per mettere a disposizione del sistema delle pmi tool moderni e certificati si possono aprire grandi opportunità. Pensate a che cosa si potrebbe fare se si potessero trattare su una piattaforma digitale le innumerevoli e qualificate attività del made in Italy….».

È chiaro che con il suo sguardo Bicocchi Pichi sta andando oltre l’equity crowdfunding che, ricordiamolo, in Italia per il momento è riservato solo alle Startup Innovative iscritte al Registro delle Imprese. «Anzi», dice, «la parola crowdfunding non mi piace, preferisco “digitalizzazione del corporale banking e apertura verso l’investimento diffuso». A diversi livelli e con diversi obiettivi. «In Olanda una libreria che rischiava di chiudere è stata salvata dall’intervento degli abitanti della zona che hanno investito non con una logica finanziaria ma sociale. Questa è una tendenza che può diventare decisiva in un momento di risorse scarse e ridimensionamento del perimetro dello Stato». La prospettiva sociale ed europea è fondamentale, ma va vista partendo dalla situazione domestica. Dove c’è molto da fare. «I servizi finanziari per le imprese sono ancora di un’altra generazione. Non hanno avuto l’evoluzione che per i privati, nel retail, c’è stata con l’home banking. Oggi i processi a cui deve adeguarsi il piccolo imprenditore sono penosi, quando si potrebbero ridurre tempi e, quindi, costi», dice Bicocchi Pichi che già immagina la creazione di un mercato secondario, seppure imperfetto rispetto a una Borsa, dove scambiare quote di microimprese.

Non è poi uno scenario tanto inverosimile. «Tutto il sistema lavora in favore di un sistema di finanziamento che sia più diretto, meno intermediato e più di rischio. Nel frattempo anche la clientela è diventata più matura ed esigente». Nel frattempo la tecnologia incalza (telepresenza, interfaccia evolute, big data), rende sempre meno necessari molti costi (uffici sontuosi e segreterie affollate) e possibili nuovi servizi a costi più bassi. «Quello che a me interessa molto è l’innovazione di processi attraverso il digitale», conclude Bicocchi Pichi. «E nei servizi finanziari ci sarà molto da fare nei prossimi anni». Altro che crowdfunding! Il business angel dell’anno ha in mente la rivoluzione della finanza.

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